venerdì 3 luglio 2009

Toghe azzurre


Immaginate che sia l'anno 2007. Immaginate che Romano Prodi, da poco più di un anno Presidente del Consiglio, si rechi, assieme al suo sottosegretario, al Ministro della Giustizia, al Presidente della Commissione Affari Costituzionali del Senato, nella casa di un importante giudice. Immaginate che questo giudice sia membro della Corte Costituzionale. Immaginate che tra i convitati ci sia un altro giudice, anche lui della Corte Costituzionale. E ora immaginate che durante questo incontro si discuta di una legge sul conflitto di interessi. Lo so, quest'ultima circostanza, soprattutto, è assai improbabile, ma fate uno sforzo. Immaginate, adesso, la reazione di televisioni e stampa una volta venutasi a sapere la notizia dell'incontro. Quale sarebbe l'apertura dei telegiornali? Cosa direbbe il tg1? il tg2? Il tg5? E il tg4 di Emilio Fede? Probabilmente darebbero ampio risalto alla vicenda. La notizia occuperebbe ampio spazio e sarebbe commentata da decine di parlamentari. Dell'opposizione, soprattutto. Interminabili puntate di Porta a Porta completerebbero la meticolosissima copertura giornalistica della notizia. E i giornali? Libero, il Giornale, la Padania, il Messaggero, Panorama, il Corriere della Sera, e probabilmente anche giornali più vicini alla maggioranza non potrebbero non occuparsi del caso, come Repubblica, l'Unità, l'Espresso. I giornali del centrodestra griderebbero allo scandalo con titoli sensazionali a tutta pagina e i giornali del centrosinistra ammonirebbero per il passo falso del governo; una mossa avventata.
Le riviste scandalistiche, tutte della famiglia Berlusconi, non farebbero altro che fornire dettagli sull'incontro di Prodi a casa di un membro importante della Consulta, offrendo le indiscrezioni dei vicini.
Per giorni e giorni non si parlerebbe di altro. I parlamentari dell'opposizione chiederebbero a gran voce le dimissioni del Presidente del Consiglio. Il capo dell'opposizione, Silvio Berlusconi, parlerebbe per l'ennesima volta di “toghe rosse”, e della sua tesi “complottistica” sulla vicinanza della magistratura ai partiti di sinistra. Denuncerebbe il caso come una prova inconfutabile di ciò che egli sostiene da tempo.
Il governo dal canto suo arrancherebbe. Assediato dalla stampa, quella di destra e quella cosiddetta indipendente, verrebbe lasciato solo. I telegiornali martellerebbero la notizia tutto il santo giorno, senza dare un attimo di tregua agli ascoltatori. E così comincerebbe a perdere drammaticamente consensi. Una emorragia inarrestabile. Fatale. Alcuni parlamentari di maggioranza coglierebbero la palla al balzo per passare dall'altra parte, dalla parte da cui ormai il vento del consenso è girato, col pretesto dello “scandalo della consulta rossa” (così ormai lo chiamano i giornali). E farebbero anche la parte degli uomini tutti d'un pezzo. Trasformisti senza perdere la faccia, ma anzi passando per eroi della patria. Così il governo non otterrebbe la fiducia. Si andrebbe a nuove elezioni che segnerebbero un cambio di maggioranza e un nuovo esecutivo.
Tutto normale, dite? Forse. Ora però fate un passo indietro e ricominciate daccapo a immiginare. Ma questa volta cambiando alcune carte in tavola.
Immaginate che nella casa della toga rossa della consulta non si discuta di conflitto di interessi ma della legittimità di un provvedimento volto a garantire l'immunità assoluta alle massime cariche dello Stato, compresa, naturalmente, quella di Presidente del Consiglio, e l'abolizione della figura dei Pubblici Ministeri.
Immaginate che giornali e televisioni invece di strapparsi i capelli e urlare allo scandalo, come fanno nell'ipotesi precedente, lascino cadere un silenzio assoluto sul caso, rotto soltanto da qualche lamento dei giornali dell'opposizione. Che i telegiornali non dedichino neanche un minuto a quello che nell'ipotesi precedente suscitava tanta indignazione. Che i parlamentari, sia di maggioranza che di opposizione releghino la vicenda a un fatto secondario, in nome dell'appello del Presidente della Repubblica ad evitare le polemiche. Tranne forse qualche voce fuori dal coro che tenta di denunciare l'accaduto, subito sopita dallo sdegno generale.
Lungi da una improbabile crisi, la maggioranza addirittura guadagna nuovi seggi. Il governo è forte più che mai.
Adesso aggiungete qualche particolare. Innanzitutto il fatto che il capo del governo continua a trovarsi in una posizione di palese conflitto di interessi, essendo proprietario di tre emittenti televisive e di buona parte degli organi di stampa. Aggiungeteci che una sentenza ha dichiarato colpevole un suo avvocato di avere accettato dei soldi dal suo cliente per giurare il falso. Aggiungeteci che proprio in quei giorni la Procura indaga per un caso di prostituzione che vede coinvolto lo stesso Presidente del Consiglio, ma come, secondo il suo avvocato, “utilizzatore finale” . Credete che tutto questo sia improbabile e irrealistico? Che queste circostanze non si verificherebbero mai in una democrazia e in un paese civile? Avete ragione.
Adesso però, per completare il quadro, aggiungete gli ultimi due particolari. Corre l'anno 2009 e non 2007. E il Presidente del Consiglio si chiama Silvio Berlusconi, a capo di una maggioranza di centrodestra.
Pensate ancora che tutto ciò sia irrealistico?
Link:

4 commenti:

  1. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

    RispondiElimina
  2. a parte lo scherzo dell'anonimo che ha posto il commento precedente al mio (spero sia uno scherzo, per lo meno), ritengo che a nessuno freghi purtroppo più nulla di quello che fa Berlusconi. Anzi, gli italiani lo amano sempre più, perchè lui può sbattersene del sistema, sogno di molti fra di noi. Questa è la sua forza.
    Saluti

    RispondiElimina
  3. Non credo che sia uno scherzo quello dell'anonimo, c'è in giro un fascistello che sotto la copertura dell'anonimato se ne va in giro per i blog a fare il cretino.
    L'ho cancellato perché costituiva apologia di fascismo, che sarebbe punibile se egli avesse avuto il coraggio di identificarsi.

    RispondiElimina
  4. Andate sul sito di Antonio Di Pietro e firmate la petizione per le dimissioni dei due giudici.

    RispondiElimina