venerdì 16 aprile 2010

Fate largo ai buoni!

Ha avuto senz'altro un merito, la puntata di ieri di Annozero, quello di permettere che in Italia si tornasse finalmente a parlare di guerra. Perché immersi come siamo nei nostri teatrini filo o antiberlusconiani, c'eravamo dimenticati di un popolo sotto assedio, ostaggio di due regimi, quello dei talebani, come quello degli americani “esportatori di democrazia”.
C'è voluto il rapimento di tre cittadini italiani, nonché volontari di una delle più stimate organizzazioni umanitarie, perché ce lo ricordassimo. A dire il vero, la puntata è stata inframmezzata dalla discussione tra Di Pietro e La Russa (che certo non interessava i nostri concittadini rapiti) sulla politica interna. Però, ci si è ricordati che esiste una guerra in corso a cui noi diamo il nostro sanguinoso contributo.
Certo, abbiamo dovuto assistere alle arrampicate sugli specchi di La Russa, che cercava in tutti i modi di difendere la posizione del governo italiano, che è apparso un po' a tutti come lo zimbello della coalizione, il ventre molle, quello che anche un pupazzo come Karzai può permettersi di schiaffeggiare senza temere seri contraccolpi. Vedevamo il nostro ministro che si affannava per spiegare come l'esecutivo fosse intento a lavorare per la liberazione dei rapiti (perché di questo si è trattato, di un rapimento) con le letterine. Peccato, che nessuno gli ha fatto notare che, sperando che il governo sia davvero interessato alla liberazione dei suoi cittadini, dovrebbe rivolgersi direttamente agli americani, o agli inglesi, piuttosto che agli spaventapasseri del governo afghano per corrispondenza. Basterebbe, è evidente, una parola di Obama o di Brown, perché i nostri connazionali siano liberati.
Ma il nostro governo, dicevamo, è talmente lo zimbello della coalizione, a causa del suo servilismo, che non ha evidentemente il coraggio per tentare una simile richiesta.
La speranza, l'unica, che a questo punto possiamo avere, è che, avendo le truppe afgane e l'Isaf, raggiunto il loro deprecabile scopo, la cacciata di Emergency dalla zona, e la privazione delle cure mediche per centinaia di civili, restituiscano alle famiglie i volontari rapiti, non avendo più interesse a trattenerli.
Il Ministro La Russa pensa di liberare i tre con le letterine e riponendo le sue speranze in queste velleità pensa che anche le dichiarazioni di Strada possano influenzare la sorte dei prigionieri. Come se queste non fossero già note a tutti, come se l'esercito di coalizione non fosse mosso da interessi di ben altro tipo. Ma come si sa, noi non siamo lì per obbedire ai diktat di Washinghton e per permettere alle nostre multinazionali di partecipare alla spartizione del Medio Oriente assieme a quelle degli altri paesi, bensì, per portare la pace e la democrazia, anche se in tutto questo tempo, non si è avuta né l'una, nell'altra (come sarebbe possibile pace e democrazia sotto le bombe?). E allora alla domanda di Santoro (quanto tempo dobbiamo restare ancora in Afghanistan? È legittimo pensare che prima o poi dovremmo andarcene?) La Russa risponde che il ritiro è previsto per il 2011, ma rendendosi conto lui stessa della scarsa credibilità di questa affermazione, precisa che poi potrebbero esserci dei rinvii, per chissà quali improrogabili necessità e, aggiunge, buttandosi la zappa sui piedi, “come in Kosovo”. Si, infatti, come in Kosovo.
Certo, abbiamo dovuto assistere all'equilibrismo di Di Pietro che da un lato difendeva Emergency e si dichiarava contrario alla guerra e dall'altro, cercando di salvare capre e cavoli, tentava di difendere la scelta del suo partito di astenersi nella votazione sul rifinanziamento della missione “per rispetto ai nostri soldati”. Ma come? Che significa? Dici di essere contrario a questa guerra, i tuoi elettori lo sono, gli italiani lo sono, quindi voti contro? No! Ti astieni! Dunque immaginiamo che l'Italia dei Valori debba astenersi anche sul legittimo impedimento per rispetto dei magistrati!
Ma la acrobazie più strepitose le ha compiute il grande esperto di strategie (di diffamazione) Edward Luttwak, al cui confronto La Russa sembra quasi un pacifista.
Il nostro geniale stratega, non sapendo evidentemente in quale maniera deturpare l'immagine di una organizzazione che gode di grande rispetto presso la comunità internazionale, nonché presso tutte le popolazioni che assiste e che cura, ha pensato bene di mantenersi sul vago. Ci sarebbero delle Ong, che sostanzialmente pagherebbero le milizie nemiche per distribuire cibo alla popolazione. Ovviamente egli si guardava bene dal dire quali sarebbero queste Ong, e senza alcuna prova ci mette dentro tutte, anche Emergency, che cibo non ne distribuisce, ma cura i feriti, cerca di salvare la vita dei civili che le aggressioni dei talebani e degli amici di Luttwak costringono negli ospedali di Emergency. Si guardava bene dal ricordare come gli unici a finanziare i talebani fornendo loro armi e preparazione militare siano stati quelli del suo governo e della CIA, quando faceva comodo, quando bisognava darei ai sovietici “il loro Vietnam”, prima che questa tattica finisse per ritorcersi contro proprio chi l'aveva messa in atto.
Affermazioni talmente sconclusionate e prive della benché minima credibilità da suscitare il riso amaro di Gino Strada, il divertimento imbarazzato di tutti gli astanti e persino le prese di distanza di La Russa che si è sentito in dovere di dire che Emergency non poteva rientrare nella descrizione che Luttwak aveva fatto.
Vista la malaparata, il grande stratega, ha pensato bene di cambiare strategia. Quindi ha avuto la geniale idea di straparlare circa il presunto aiuto che i volontari di Emergency fornirebbero ai talebani curando i loro feriti “che così possono ritornare a combattere”. Evidentemente l'organizzazione di Gino Strada non può chiedere la carta d'identità ai feriti, per vedere se sono civili o talebani o membri delle forze afghane. Cura qualsiasi ferito, di qualsiasi etnia, di qualsiasi esercito e di qualsiasi parte in causa. Questo fanno e hanno sempre fatto i buoni medici e il buon personale sanitario di tutte le parti del mondo.
Senza considerare che si potrebbe ribaltare il ragionamento di Luttwak e dire che Emergency aiuta anche le truppe e la polizia afghane curandone anche i suoi feriti, non essendoci altri ospedali nel territorio se non quelli gestiti dalla medesima organizzazione. Ma evidentemente questa semplice constatazione sfuggiva al grande esperto di guerra. Come anche sfuggiva che una guerra in corso da nove anni, come faceva notare Gino Strada, finora non ha prodotto risultati apprezzabili per la popolazione, ma l'unico a non essersene accorto è proprio Luttwak.
Così ha cercato ancora di sviare l'argomento “ma allora gli americani non dovevano liberare l'Italia dai nazisti?” esempio decisamente fuoriluogo, nessuna attinenza con la situazione attuale. Ci sono tre differenze che ancora una volta il grande esperto non coglieva. La prima è che gli afghani non hanno chiesto l'intervento delle truppe americane nel loro territorio, contrariamente a quanto fecero allora gli italiani e tutti i paesi occupati dai nazisti. La seconda è che gli americani non sono andati a liberare il territorio afghano da una potenza straniera, perché erano appunto loro stessi la potenza straniera occupante. Se i talebani sono un regime spietato e dispotico lo erano anche i governi di Hitler e di Mussolini, che gli Stati Uniti e la Gran Bretagna non si sognarono mai di combattere (anzi!!) finché non iniziarono una politica aggressiva contro altri paesi (come appunto fanno ora gli americani) divenendo una minaccia per il mondo intero. La terza è che il pericolo per il mondo del governo talebano non è neanche minimamente paragonabile a quello che rappresentò il Terzo Reich, dotato di un potentissimo esercito e intenzionato a conquistare il pianeta, caratteristiche che certo non si possono attribuire ai miliziani talebani o al vecchio governo di Saddam, così come non si possono attribuire ai pakistani, dotati di una potenza bellica ben superiore rispetto a questi ultimi e con cui tuttavia gli Stati Uniti decisero di allearsi. Tutto questo evidentemente è troppo difficile da capire per il consumato stratega.
Ma la ciliegina sulla torta la si è avuta quando Travaglio gli ha chiesto, cito ovviamente a memoria: “Scusi Luttwak, ma lei all'inizio non era contrario alla guerra?”. La risposta esilarante è stata: “sì, ero contrario perché ero egoista”. Ah! Ecco! Lui era “egoista”, invece, George Bush e il suo governo, immaginiamo, fossero “altruisti” e si preoccupavano per le sorti degli afghani! Davvero qui siamo al livello delle favole per bambini. Fate largo ai buoni che sbaragliano i malvagi terroristi!


7 commenti:

  1. ciao matteo, vero finalmente si parla ed amaro il fatto come dici te che devono sempre essere coinvolti italiani per parlare di guerra o politica estera...
    Ieri sera guardando annozero dire, Luttwak imbarazzante come al solito, davvero triste il momento di equilibrismo di Di Pietro sull'astensione, La Russa fascista più che mai che ha avuto il coraggio di dire a Strada "fai del terrorismo"...allucinante.
    Grande Santoro sul momento della vignetta di Staino.
    Rimane il vergognoso comportamento del governo sulla sorte dei ragazzi di Emergency... una vergogna senza fine.
    un saluto

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  2. gran bel pezzo , sottoscrivo pienamente , bravo.

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  3. mi fai sorridere anche quando non ne ho alcuna voglia...
    grazie per la lucida analisi, preziosa per me che "ignoro" il tasto tivù!

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  4. Condivido in pieno. Gli pseudo-ragionamenti di Luttwak sono un'offesa alla ragione e all'intelligenza dell'essere umano. Gran bel post, complimenti.

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  5. Luttwak e' la voce dell'Impero Americano.

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  6. Ma io mi doamando, perchè Santoro invita sempre Luttwak? Ma è una delle tante "tasse" Statunitensi che ci dobbiamo subire?

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  7. A mio avviso fa bene ad invitarlo. Esprime con chiarezza una certa visione. E' l'esempio, quasi stereotipato, di come ragione la classe al potere a Washington.

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