martedì 8 settembre 2009

Le radici del razzista


BRUXELLES - Come si direbbe in Italia: «Chi la fa l’aspetti». O meglio: «Il bue non chiami cornuto l’asino». Come si direbbe in Italia, si dice oggi in Olanda: dove il bue del proverbio, con rispetto parlando, sarebbe Geert Wilders; e l’asino, gli immigrati turchi o nordafricani. Perché Wilders, il deputato dal ciuffo giallissimo e dal l’occhio ceruleo finito sotto processo per incitamento alla discriminazione e al l’odio religioso, l’uomo che vince le elezioni gridando «No all’Eurarabia» o «l’Olanda agli olandesi», e invocando la cacciata di tutti gli im migrati musulmani «che non rispettano la nostra cultura», lo stesso che per le sue idee viene espulso dalla Gran Bretagna e che i nemici bef fardi chiamano «il più bianco dei bianchi», insomma proprio lui sarebbe in qualche modo «nero»: figlio e nipote di immigrati dall’Asia, pronipote di meticci dalla pelle scura, discen dente di musulmani.
In altre parole un «indo», come nella lingua di tutti i giorni molti olandesi chiamano que sti cittadini. Parentele neppure trop po lontane, poi: già la nonna materna di Wilders, Johanna Ording-Meijere, moglie di un colono olandese nelle ex-Indie Orientali (l’attuale Indonesia, il più grande paese a maggioranza musulmana nel mondo) avrebbe avuto, come si usa dire, sangue misto. Tutto questo ha rivelato un esperto di genealogia, ricostruendo l’«albero» dei Wilders, e ora lo conferma - con uno studio di sei pagine appena pubblicato sul settimanale dei Verdi di Amsterdam - un’antropologa culturale, Lizzy van Leeuwen, che ha svolto lunghe ricerche negli archivi nazionali e che aggiunge un pizzico velenosetto della sua scienza alla zuppa già piccante delle polemiche: an che il ciuffo quasi albino e clamorosa mente ritinto di Wilders, dice infatti la studiosa, si può spiegare con la vo lontà di nascondere certe radici, di fuggire da un passato familiare che Wilders avrebbe sempre nascosto o dimenticato, tant’è che non lo cita nel le sue biografie. E anche le sue idee sarebbero così radicali, proprio per il desiderio di chiudere certe pagine.
Secondo la ricostruzione fatta ora, Johann Ording, il nonno materno di Wilders, proveniva da un’antica fami glia ebrea della madrepatria e si era trapiantato nell’isola di Giava, in Indo nesia, come direttore dell’amministra zione finanziaria. Sua moglie, Johanna, era una di quelle bellezze euro-asiatiche che così spesso si incontravano nelle famiglie dei coloni: e aveva, ovviamente, dei parenti musulmani. Gli Ording erano benestanti, avevano una numerosa servitù. Ma in torno al 1930, Johann fu colpito da un dissesto finanziario, e mentre era in vacanza in Olanda scoprì di essere sta to licenziato. Seguirono periodi di cri si e di frustrazione, anche perché nel 1949 l’Indonesia divenne indipenden te e molti altri coloni rimpatriarono. Negli anni '70, con l’esplodere dell’immigrazione dal Nordafrica e dalla Turchia, crebbero le difficoltà per gli «indi », in un mercato del lavoro sempre più ristretto (molti di loro, ricordano gli storici locali, militavano nei partiti di estrema destra). E nacquero i primi attriti con gli «altri», i musulmani: an che questo sfondo avrebbe contribui to al germogliare delle idee di Wilders. Il quale, finora, non ha replicato alle ricostruzioni: lavora a preparare le prossime elezioni a L’Aja, distribuisce vignette satiriche su Maometto, ripete che «non ho nulla contro i musulmani come persone» e nel frattempo auspica che Romania e Bulgaria «lascino l’Unione Europea». Chissà se qualcuno sta già cercando un bisnonno romeno, in quello stesso albero genealogico.


Corriere della Sera, 07 settembre 2009


Ora non so voi, ma io farei un monumento a questa antropologa. Propongo che l'antropologa Lizzy van Leeuwen venga in Italia a condurre una ricerca su tutti i leghisti. Magari si scopre che Borghezio aveva un prozio arabo o che Calderoli discende da una famiglia calabrese.
Chi pensasse che si tratta di un semplice problema individuale si sbaglia di grosso; è l'espressione, invece, di un'intera società. Il razzista che grida di voler cacciare “lo straniero”, l'esponente di una cultura e di un'etnia diverse, in realtà si tinge i capelli per mascherare i caratteri di quell'etnia e rinnega i suoi antenati per cancellare ogni segno di quella cultura su di sé. È un processo tipico dello xenofobo. Nell'uomo Mosè e la religione monoteistica Sigmund Freud attacca il nazismo (proprio nel momento della sua ascesa) che parlava di razza ariana e identità tedesca e accusava gli ebrei di tutti i mali possibili. Gli ebrei sono stati un popolo tradizionalmente discriminato, anche prima del nazismo. Contro di loro veniva lanciata l'accusa pretestuosa di essere i carnefici di Cristo. Tanto è demenziale il razzismo che si fingeva di ignorare che Cristo stesso era ebreo e che il cristianesimo ha le sue origini nell'ebraismo. Il nazismo utilizzò questo vecchio pregiudizio (ma basta vedere anche la posizione ufficiale della Chiesa Cattolica su questo punto fino a non molto tempo fa) per criminalizzare il popolo ebraico ed erigere la “razza ariana”, germanica e cristiana, a popolo eletto (tra l'altro condividendo proprio con l'ebraismo la credenza del “popolo eletto” appunto). Freud ridicolizzava proprio questa concezione, mostrando come in realtà ogni cultura, ogni società, non è mai un blocco granitico, un monolite uniforme e sempre uguale, ma un incontro e un insieme polimorfo di altre culture e altre società. La propria religione non esisterebbe senza l'apporto di altre religioni, anche quelle che vengono rifiutate.
Non solo, ma spesso capita che le culture che vengono respinte, sono proprio quelle che compongono la nostra. Mosè in realtà era egizio. La religione ebraica ha molte affinità con quella egizia. Proprio in coloro che sono accusati dagli ebrei per il loro culto “demoniaco” e da cui essi vogliono liberarsi, risiede l'origine del “popolo eletto”.
Era un'accusa potente, e neanche troppo velata, contro i nazisti. Proprio con le società che si vogliono cacciare o eliminare si condividono caratteri culturali fondamentali. Respingere le altre culture, quindi, significa rinnegare noi stessi, perché noi non siamo che il risultato di un processo di ibridazione e di mescolamento delle razze, delle culture e delle religioni. Siamo tutti meticci, potremmo dire.
Se volessimo dare una spiegazione psicologica al fenomeno che stiamo vivendo e di cui quel politico olandese è l'espressione lampante potremmo dire che il razzista proietta se stesso e la parte di sé che non riesce a controllare e di cui ha paura, su qualcun'altro, illudendosi così di poterla controllare meglio. Egli ha una personalità scissa e questa scissione lo porta a distruggere gli altri e se stesso.
Da un punto di vista antropologico cancellare le altre culture significa cancellare la nostra, poiché questa si è formata, e continua a formarsi e a vivere, solo in rapporto con le altre. Anche se questo rapporto fosse meramente conflittuale, finiremmo comunque per subire l'influenza del “nemico”, anche se in modo negativo. L'eliminazione del “nemico” non significa la nostra vittoria, ma il nostro suicidio.
Insomma, il razzismo rivela un rapporto insano con le proprie origini, i propri antenati e infine con se stessi. Rivela che c'è una parte di noi che non conosciamo e che vogliamo rinnegare e per questo la attribuiamo a qualcun'altro dicendo che non ci appartiene. Come è il caso di Wilders che si tinge i capelli o che rimuove la sua discendenza meticcia e islamica.
C'è chi parla di “radici cristiane” dell'Occidente. Ma l'Occidente possiede radici non solo cirstiane e giudaiche, ma anche islamiche, pagane, orfico-orientali, arabe, mistiche, animiste, deiste, atee, agnostiche e quant'altro.
Proprio coloro che parlano di “difesa della nostra identità” in realtà sono quelli che l'identità rischiano di distruggerla, perché in realtà non la conoscono e non la conoscono perché ne hanno paura, perché temono che riveli qualcosa di loro stessi che non vorrebbero scoprire.

11 commenti:

  1. A dimostrazione dell'imbecillità delle posizioni razziste!

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  2. E' vero, spesso chi é razzista ha sangue misto o meglio non potrebbe definirsi "puro" secondo i suoi canoni. Mai capito perché....

    Cmq che gli imbecilli non fossero tutti da noi ne ero certo. Ormai questo razzismo sta purtroppo espandendosi a macchia d'olio ovunque.

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  3. Un po' come quel razzista xenofobo filonazista di Haider! E alla fine era omosessuale...

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  4. Crocco, l'imbecillità e l'ignoranza.

    Daniele, purtroppo ormai sta diventando un fenomeno europeo. Tuttavia che succeda in Olanda che è un paese dove l'immigrazione ha picchi altissimi e dove le moschee ci sono davvero (al contrario dell'Italia dove gli islamici sono costretti a pregare in luoghi inidonei) è qualcosa che poteva essere previsto, purtroppo. Ma che accada in Italia che è un paese con un'immigrazione assai più bassa degli altri, questo dovrebbe far riflettere.

    Incarcerato, sicuramente lo è anche qualche leghista che ce l'ha coi culattoni. Omosessualità latente, si chiama.

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  5. Sai come si dice? "La mamma dei cretini è sempre incinta" e sto' stronzo qua' non è da meno,ricordi Hitler??figlio di una servetta e del suo padrone...Ebreo...Se nessuno è profeta in patria,questi,costoro, sti beceri mufloni,i tanti nazisti omofobi,exenofobi, succedutosi

    (com'è al plurale succeduti/e facciamo s' aggettivo sassone inglese cosi' va meglio)

    insomma sono tutti imbecilli partoriti dalla stessa madre,sua Maesta l'ignoranza e detto fra noi da 15 anni con fortune alterne il popolo bue Italico si fa comandare dal Re degli imbecilli,omofobi exenofobi,si nasconde dietro un vessillo non suo, ma ne porta per "maternita'" lo stesso nome -Bossi anche se naturalizzato berlsconi,fuck,tiè
    (a loro e a lui ,ovvio)

    gabrybabelle ۶(๏͡๏)۶

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  6. Indubbiamente il malfunzionamento del Sè è una patologia, e può anche essere che le lesioni al cervello siano ereditarie (ricordo comunque a gabrybabelle che c'è sempre anche un padre, seppur sconosciuto!). Quello che a me stupisce di più è che la gente vada dietro a questi "disturbati", una storia che si ripete! "l'ignoranza di un popolo fa il re sovrano": è stato trovato scritto in una cella di un carcere dismesso.

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  7. La tua proposta, Matteo, di condurre una ricerca genealogica su certi razzisti nostrani è secondo me molto sensata, oltre che divertente!
    Io penso che il problema sia simile a quello di cui parlava qualcuno in un film su Lutero.
    Costui sosteneva insomma che le sue insistenze su predestinazione, "servo" arbitrio ecc. dipendessero da un profondo odio verso sè stesso. Perciò "doveva" odiare e considerare "dannati" tutti gli altri esseri umani.
    Non dimentichiamo che Lutero non solo giustificò, ma anzi aizzò la nobiltà tedesca a massacrare i contadini in rivolta.
    Penso quindi che il razzista, il fanatico (politico o religioso non importa), l'ignorante fiero della propria ignoranza, l'omofobo, il sessista, il legalista ecc. siano tutte "figure" che odiano sè stessi. E che negli altri, odino la propria umanità, che non vogliono o non sanno accettare.
    Anch'io, come angustifolia, non capisco perchè tanta gente segua queste persone.
    Ma gli esseri umani sono davvero un mistero... doloroso!

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  9. Gabry, l'ignoranza è proprio il "terreno fertile" sul quale può germogliare la mala pianta del razzismo. Ma non tanto e solo un'ignoranza tout court, quanto piuttosto una mancanza di conoscenza specifica e riferita alle culture diverse dalla nostra. L'Occidente ha questa caratteristica, che annulla le culture diverse dalla propria, o culturalmente (negandone l'esistenza o snobbandole) o proprio fisicamente e qui siamo ai genocidi e alle deportazioni.

    Angustifolia, perché li seguono? perché sono malati anche loro. In questo caso si può parlare di patologia collettiva, di "sociopatia". Ad essere malato non è solo un individuo, ma la società in quanto tale. E' la nostra società ad essere razzista, ovvero essa porta nella sua struttura l'annullamento del diverso.

    Riccardo, come dicevo è la società ad essere malata. E quel meccanismo di proiezione che tu hai ben descritto si ripete continuamente, certe volte è sopito, altre volte viene allo scoperto e lo fa drammaticamente o addirittura tragicamente come è il caso del nazismo. Come è stato detto, infatti, esso avrebbe originato la propria stessa distruzione. Il sogno della Germania nazista in fondo era proprio questo: la distruzione del mondo intero, che coincideva per loro con distruzione di se stessi. Per fortuna la storia li ha accontentati solo in quest'ultima ambizione.

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  10. Idea interessante quella di condurre ricerche genealogiche sui leghisti. Probabilmente ne verrà fuori che tra gli antenati di Calderoli c´era una scimmia!

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