sabato 12 settembre 2009

11 Settembre 1973


È passato un secolo ormai da quando nacque Salvador Allende. Eppure pochi se ne sono ricordati, soprattutto tra i grandi media. Forse perché si tratta di un personaggio scomodo per l'occidente “democratico”.
Un presidente socialista eletto democraticamente dal popolo e vittima della “più grande democrazia”, come alcuni la definiscono.
Perché nel caso di Allende non si poteva usare il pretesto del contrasto alla dittatura. Lo si è provato a fare, con scarsi risultati, in un primo tempo. Ma fu un boomerang per l'estabilishment statunitense, poiché fu proprio il governo della grande democrazia a rovesciare un governo perfettamente democratico per sostituirlo con una delle più feroci dittature militari.
Cominciamo da quando, il 5 settembre 1970, Salvador Allende, fondatore del Partito socialista e candidato della coalizione Unità popolare, venne eletto presidente del Cile.
Per i conservatori, per le lobby, per l'alta finanza, per i monopoli privati, e perciò anche per gli Stati Uniti d'America, fu un duro colpo. Allende era socialista non solo di nome, aveva un programma che prevedeva riforme radicali, nazionalizzazioni e contrasto dei potentati economici.
Gli Stati Uniti lo sapevano bene e fin dall'inizio tentarono di intralciarne l'elezione finanziando i partiti avversari e compiacenti nei confronti degli Usa. L'amministrazione Nixon non fece mai mistero della sua avversione profonda, forse persino più grande di quella contro Cuba, che aveva per il governo Allende. Tentò addirittura di beffare il popolo cileno, che aveva espresso chiaramente la sua volontà, inducendo il Congresso a nominare presidente l'avversario Alessandri, il quale avrebbe dovuto dimettersi e indire nuove elezioni, in cui si sarebbe ripresentato da favorito il presidente uscente Eduardo Frei; che altrimenti non avrebbe potuto ricandidarsi perché la Costituzione vietava più di due mandati consecutivi.
Ma Frei non fu carogna a tal punto da avallare il piano orchestrato dalla CIA. Così Allende divenne il suo successore.
Una volta insediatosi i timori di Nixon e della sua combriccola di affaristi si rivelarono più che fondati. Il nuovo governo cileno diede avvio alla nazionalizzazione delle banche, alla riforma agraria e alla ridistribuzione delle terre ai contadini, alla nazionalizzazione delle risorse naturali, in particolare del rame, fino a quel momento controllato da grandi industrie statunitensi come Anaconda e Kennecott. Non ci vuole molto a capire che queste mosse diedero molto fastidio alla Casa Bianca.
Iniziò una campagna di boicottaggio contro il governo cileno. Venne l'embargo, l'inflazione e il clima nel Paese non fu certo disteso, come dimostrò lo sciopero paralizzante dei camionisti (dietro al quale si sospetta lo zampino della CIA). Il Cile era nel caos. La situazione ideale per preparare il terreno ad un golpe, molto voluto dagli ambienti conservatori. Del resto durante il mandato incompiuto di Allende più volte diversi membri del congresso avevano chiesto l'intervento delle forze armate contro la minaccia di una dittatura comunista. La dittatura arrivò. Ma non fu comunista. L'11 settembre 1973 avvene quanto già era nell'aria. Il governo fu rovesciato dal colpo di stato del generale Augusto Pinochet e Allende morì durante l'assedio dei militari al palazzo presidenziale. É legittimo pensare che egli si fosse suicidato. Gesto tutt'altro che disprezzabile, se si pensa che il presidente avrebbe potuto fuggire e invece accettò di non abbandonare il suo popolo anche a costo della vita. A quel punto la morte era l'unica alternativa alla cattura da parte di aguzzini senza scrupoli. Ce chi crede che egli abbia resistito fino alla fine combattendo da guerrigliero.
La dittatura durò 17 anni, e costò la vita a un numero di persone che secondo diverse stime vanno dalle 3000 alle 10000. Più almeno 30000 che furono torturate. Nonché la privatizzazione selvaggia di tutti i servizi e l'esproprio dei contadini.
Solo nel 1990 ci fu il ritorno alla democrazia. Pinochet fu posto agli arresti domiciliari a Londra nel 1998. Morì nel 2006, riuscendo ad evitare un processo sui crimini commessi e senza scontare un solo giorno di prigione. Il mondo era stato troppo impegnato a discutere se gli spettasse o meno l'immunità.
Un'inchiesta del New York Times confermò il finanziamento da parte della Casa Bianca di attività illegali volte a danneggiare il governo Allende.
Del resto lo stesso Kissinger, consigliere di Nixon ammise apertamente l'intervento degli USA nella politica cilena. “Non capisco perché dovremmo starcene immobili e guardare una nazione diventare comunista a causa dell'irresponsabilità del proprio popolo” le sue parole.
Il coinvolgimento degli Stati Uniti nelle attività illecite volte a contrastare prima l'elezione e poi l'attuazione del programma del presidente socialista è un fatto ormai acclarato.
L'interesse economico degli Stati Uniti e delle multinazionali andava nella direzione opposta alle riforme intraprese da Allende. E anche questo è un fatto acclarato.
Il governo popolare appena eletto stava attuando una transizione verso il socialismo incruenta e democratica ed anzi proprio la democrazia era la sua forza. Lo conferma il fatto che gli oppositori usarono metodi tutt'altro che democratici.
È lecito pensare che oltre ad un movente prettamente economico, dietro al golpe militare, ce ne fosse un altro diciamo ideologico che preoccupava la “democrazia” statunitense.
Probabilmente Nixon e i suoi si posero questa domanda, che potevano fare a meno di porsi ad esempio con Cuba, e cioè “Non è che se Allende rimane al potere e attua le riforme e realizza il socialismo superando il regime capitalistico, la gente, non soltanto del Cile, non soltanto dell'America latina, ma anche dell'Europa occidentale dove è forte la presenza di organizzazioni comuniste e socialiste e forse persino da noi dove non ce ne sono, potrebbe accorgersi che il socialismo non solo non è incompatibile con la democrazia, ma anzi la rafforza e la potenzia, non è che se Allende andasse fino in fondo rischiamo di venire travolti tutti quanti noi adesso al potere?”
È lecito pensare anche che sia questo uno dei motivi per cui Allende oggi è ancora tanto scomodo per l'Occidente, soprattutto in considerazione dell'avanzata del liberismo e del conservatorismo che si è avuta negli ultimi anni. E del risveglio di alcuni stati sudamericani, Venezuela, Bolivia, Ecuador, Paraguay, che stanno adottando riforme che spesso ricordano molto quelle di Allende, in primis per quanto riguarda la riappropriazione da parte di quei popoli delle loro risorse naturali.
È vero anche però che sarebbe altrettanto fastidioso per molti ricordare le complicità di alcuni con il regime di Pinochet. E spicca in questo quadro clamorosa (o forse prevedibile) la presenza del Vaticano. Le foto che Giovanni Paolo II si fece scattare in compagnia di uno dei dittatori più sanguinari del Novecento non ce le siamo scordate. I rapporti che il Vaticano (soprattutto nella persona di Angelo Sodano, che fu segretario di Stato Vaticano e per un certo tempo nunzio apostolico in Cile dal '77) ebbe con la giunta militare non si possono nascondere del tutto, malgrado le agiografie dei tg e dei giornali nostrani. Giovanni Paolo II “santo subito” definì quella di Pinochet una “dittatura di transizione” come se si trattasse di qualcosa di temporaneo ma necessario per combattere lo spettro del comunismo. Sempre lo stesso Papa si oppose all'estradizione di Pinochet, una volta terminato il suo regime, insistendo che fosse processato in Cile, dove esisteva ancora una quantità di magistrati che avrebbero chiuso volentieri un occhio sui suoi soprusi. Giovanni Paolo II si espresse a favore del perdono nei confronti di Pinochet, forse ricordando quando lo aveva benedetto in pubblico. D'altra parte il feroce anticomunismo di Wojtyla non dovrebbe essere un mistero.
Salvador Allende rappresentò un sogno, una speranza, per chi fino ad allora non aveva mai potuto sperare, per chi veniva sfruttato in miniera, nei campi, nelle fabbriche. E non solo in Cile. Fu una speranza che stava per realizzarsi. Fu l'espressione di un popolo, di una schiera di sfruttati che lottò con coraggio per la libertà. E che affrontò persino la morte pur di resistere accanto al suo popolo. Io non sono religioso. Ma se possono avere un senso le parole “santo” e “martire”, non riesco a trovarne un altro.
Questo sogno venne stroncato da coloro che si definiscono “amici della democrazia”. Con la complicità della “Chiesa dei poveri”. Ognuno ne tragga le proprie conclusioni.
Ieri sono stati compiuti 36 anni dal golpe cileno, dalla tragedia di un popolo e direi del mondo intero.
Gli Stati Uniti non hanno ancora chiesto scusa ufficialmente per la loro complicità nei fatti del Cile.

Links:
http://it.wikipedia.org/wiki/Salvador_Allende

http://cronologia.leonardo.it/storia/biografie/allende.htm

http://alessiaguidi.provocation.net/vaticano/pinochet.htm

http://www.salvador-allende.cl/

5 commenti:

  1. La "Democrazia Americana" come è noto viaggia con un motto "O con noi,o contro di noi"Il vessillo piu eclatante è stato ,negli ultimi anni quel porco di Bush-Come t'ho scritto ieri,ho rivisto il film di michael moore e rivedere tutti quei morti e la faccia di merda di quell'uomo m'ha fatto stare male,ha riaperto brutte ferite sopite--Salvador Allende è stato un grande statista,ma non credo propio che il Governo americano abbia voglia, oggi, di chiedere scusa alla sua famiglia e al suo popolo -'11 settembre???come vedi la storia si Vendica e in modo barbaro ma pensi che loro abbiano fatto un mea culpa!!chissa' se obama ci ha riflettuto su quello che non è un caso,semmai uno spettro che quando vuole si rivolta contro chi è stao causa di tanto dolore.
    Chuiedere scusa ufficialmente per la loro complicità nei fatti del Cile.???E L'inghilterra che ha accolto e mandato in gloria eterna il nazista Pinochet?????parliamone!!!e te lo scrive chi a tanti parenti sparsi per il mondo, america compresa.

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  2. Come diceva Gaber gli americani sono portatori sani di democrazia.
    Sono contenta che almeno un'altra persona abbia ricordato un altro 11 settembre.
    Quello in cui Allende fu destituito ed ucciso da Pinochet, uccidendo anche il sogno di un sud america diverso.

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  3. "150 mila piccoli appartenenti ai gruppi etnici aborigeni Inuit, First Nations e Metis vennero strappati alle loro famiglie e portati in una delle 130 scuole religiose (oggi chiuse) fondate e sovvenzionate dallo Stato canadese dal 1870 al 1970. Con una sola missione: "cristianizzare e civilizzare" gli indigeni. L'obiettivo, nelle parole di un alto funzionario degli Affari Indiani del 1920, era quello di "distruggere l'indiano finché è bambino", cancellando la sua identità culturale ed etnica (subendo anche violenze sessuali).
    Frammenti di vite spezzate a cui il governo del Canada nel giugno del 2008, per bocca del Primo ministro Stephen Harper, ha chiesto ufficialmente scusa. Non solo: 90 mila di loro, tra cui figurano sopravvissuti e discendenti, riceveranno un risarcimento di 2 miliardi di dollari."

    A quanto dovrebbe ammontare il risarcimento per la complicità nei fatti del Cile?

    (AGI) - Santiago del Cile, 12 settembre 2009 - Due giovani sono morti e sette poliziotti sono rimasti feriti nei disordini scoppiati a Santiago del Cile nel 36mo anniversario del golpe di Augusto Pinochet. A Recoleta, sobborgo a a nord della capitale, un 23enne e' stato ucciso da due colpi d'arma da fuoco. A Huechuraba e' stata dichiarata la morte cerebrale di un 19enne raggiunto da un proiettile alla testa. Nella stessa localita' un gruppo di giovani a volto coperto ha assaltato una caserma dei Carabineros. Due agenti sono stati ricoverati in prognosi riservata. Disordini, assalti a caserme e saccheggi di supermercati sono stati segnalati in varie zone di Santiago e in numerose altre localita', tra cui Vina del Mar, Valparaiso, Talca e Concepcion.

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  4. No a tutto il terrorismo. No anche ai Russi ed alla loro violenta penetrazone a Beslan nella famosa scuola....No al terrorismo islamico.

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