domenica 20 settembre 2009

Crocerossine armate


Acclamati dalle folle, omaggiati con onorificenze, beatificati nelle televisioni, martirizzati nei parlamenti, compianti con funerali di stato e commemorati persino durante eventi sportivi. Non stiamo parlando di attori holliwooddiani, ma dei soldati dell'esercito italiano.
Che cosa hanno fatto codesti eroi per essere tanto elogiati? Semplice, hanno ammazzato dei civili innocenti.
Possibile? Certo. Se i civili innocenti sono le vittime di una guerra spacciata per “missione di pace” e se a questa “missione di pace” partecipa anche il nostro bel paese per spartirsi la torta dei rifornimenti energetici assieme agli altri.
Le menzogne di chi governa non mi stupiscono. Mentire è il mestiere degli affaristi e degli speculatori. Mi stupisce che a queste menzogne c'è gente che continua a crederci. Mi stupisco che ancora oggi si possa credere alla favola secondo cui in Afghanistan ci andremmo “ad esportare la democrazia”. A portare “pace e libertà”, a “combattere il terrorismo” e altre amenità di questo tipo. Che diamine! Lo sanno pure le pietre che le guerre da che mondo e mondo si fanno per interessi economici! E dovrebbe essere arcinoto il fatto che gli organizzatori della crociata contro l'islam (che poi si allargò a tutti “gli stati canaglia”) mentirono palesemente sulla presenza delle armi di distruzione di massa come è evidente che l'unica cosa che interessa loro, in Iraq come in Afghanistan, sono le attività estrattive e di trasporto energetico.
Sentiamo ripeterci in continuazione la solita solfa dei Talebani di qua e talebani di là. Già, ma chi ce li ha messi i talebani? Perché non sempre i talebani sono stati dalla parte dei cattivi. Prima stavano con i cow-boys di wall-street, quelli che volevano controllare tutto il Medioriente per farci passare un oleodotto megagalattico. Allora il comitato d'affari dell'industria energetica americana, mi pare che si chiami “Casa Bianca”, con i talebani ci andava d'amore e d'accordo e ci faceva affari che era una meraviglia. Ma tutti gli amori a un tratto finiscono, come anche le convenienze economiche. Ed è così che iniziano le guerre.
I talebani erano anche più amati quando l'Afghanistan subì un'altra invasione, quella dell'Unione Sovietica, e così gli americani li armarono perché cacciassero quegli sporchi comunisti.
Dopo continuarono a farlo e la CIA si prese persino l'incombenza di addestrarli personalmente. Tutti i più grandi terroristi ricercati vengono da lì. Insomma si può dire che lo Zio Sam abbia fatto proprio un buon lavoro, non solo ha fabbricato prove false, ma ha creato anche i propri nemici!
Ma cosa c'entra tutto questo con i nostri soldati morti? C'entra per il fatto che queste trame di potere si realizzano grazie alla partecipazione di fedeli esecutori dediti alla “causa”. Un mandante ha bisogno di un sicario che faccia il lavoro sporco, ricompensato profumatamente. Così mandano i nostri bravi soldati a fare quello che loro e i loro figli non farebbero mai, sporcarsi le mani di sangue, loro o altrui. Ci sono altri che rendono loro questo servizio e sono appunto i militari in “missione di pace” omaggiati a destra e a manca.
La retorica patriottarda del “servire la nazione” o “difendere la democrazia” è ovviamente tutta una farsa, la realtà è molto più prosaica ed è che lo fanno per i dindini. Per mangiare ci vogliono i dindini. Devono pur mangiare! C'è chi preferisce sbarcare il lunario andando a lavorare in fabbrica per 800 euro al mese, rischiando di morire ammazzato e c'è chi rischia di morire ammazzato per sei-sette volte tanto, ma con in più altri due vantaggi: uno, diventa un eroe e riceve un funerale di stato quando muore; due, non viene soltanto ammazzato, ma ha la possibilità lui stesso di ammazzare! Vuoi mettere? Questione di scelte. C'è chi si fa solo ammazzare e chi ne ammazza anche qualcuno prima di morire. Peccato che in tutto questo gli unici a rimetterci siano i civili di un paese disgraziato, con un governo fantoccio, sballottati dai talebani e dalle truppe di occupazione NATO (ribadisco, truppe di occupazione). Quando muoiono loro nessuno li chiama eroi, nessuno rende loro omaggio, nessuno li piange, nessuno chiama i loro assassini “terroristi”.
Si sta adesso diffondendo la favola del “vile attentato” diffusa dal camerata La Russa. Cosa ha ucciso i “nostri” (ma nostri di chi?) soldati? Un “vile attentato”. Detto poi da un fascista fa una certa impressione. Uno che di attentati se ne intende, tipo quelli fatti da altre truppe di occupazione, quelle naziste, oppure quelli fatti dai terroristi neri. O magari quelli dell'allora capo del'MSI, ex partito del Ministro La Russa, il beneamato Almirante, sterminatore di partigiani e di renitenti alla leva, nonché divulgatore di tesi razziste.
Sentire da uno degli epigoni di un simile personaggio parlare di eroi, dopo avere offeso la giornata nazionale (quella degli eroi veri) dell'8 settembre, sentirlo parlare di vile attentato, dopo aver militato in un partito che gli attentatori li ha sempre fiancheggiati e supportati, fa davvero una certa impressione. Certo, è impressionante anche dover ascoltare la bizzarra teoria secondo cui un popolo attaccato da un nemico esterno, che vede invaso il proprio territorio deve starsene zitto e buono a lasciarsi “liberare”. Se questo popolo prova ad agire diventa “terrorista” ed ogni azione di legittima resistenza diventa “vile attentato”.
Ma fa ancora più impressione il fatto che un Presidente della Repubblica ovvero il garante della Costituzione dica che questa “missione di pace” debba essere difesa con le unghie e con i denti, scavalcando il parlamento e facendo pressione su di esso perché non venga a qualche deputato la peregrina idea di non votare il rifinanziamento delle truppe e togliere all'ENI quelle quattro briciole che le hanno lasciato le altre concorrenti. Lo sanno anche i sassi che la Costituzione dice che “L'Italia ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie”. Ora un garante che si rispetti dovrebbe per prima cosa rispettare la costituzione e farla rispettare. Invece è il primo che la scavalca e che sprona il parlamento e il governo a fare altrettanto.
In questa escalation di assurdità cosa dire della incomprensibilmente supina decisione della Federazione Nazionale della Stampa che ha deciso di annullare la manifestazione contro la censura e per la libertà di espressione? E per quale ragione? Ma certo, per onorare i caduti! Ma come può pronunciarsi contro la censura e il “bavaglio” all'informazione chi quel bavaglio se lo mette lui stesso? Come può manifestare a favore del pluralismo chi il pluralismo è il primo a umiliarlo? Che non lo sanno i giornalisti della FNS quali eroiche imprese possono vantare i nostri soldati? Che non lo sanno quante vittime civili sono morte fino ad ora a causa di questa “missione di pace”? Forse credono anche loro alla frottola della “missione umanitaria”? Anche loro credono che i soldati italiani siano delle crocerossine che vanno lì a medicar le ferite? E che ce li hanno a fare allora carrarmati, missili e mitragliatrici? Per fare i botti di capodanno? Se preferiscono piangere ipocrite lacrime per i sicari degli “interessi nazionali” facciano pure, ma allora si tengano il bavaglio, si tengano la censura e se la facciano da soli la manifestazione. Peggio per loro. Se questo è il livello della massima organizzazione rappresentante dei giornalisti mi pare davvero inutile difenderla.

4 commenti:

  1. Sulle considerazioni sulla stampa ti rimando al mio commento al post precedente.

    Poi ti allego un pezzo interessante:

    http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=384082&START=0&2col=

    Per quel che riguarda i soldati, credo che tu semplifichi un po' troppo, sei troppo manicheista; soprattutto dimentichi che molte di queste persone hanno in sé il fantastico binomio povertà+ignoranza che da sempre ha prodotto le peggiori mostruosità.

    Aggiungo che purtroppo la retorica patriottarda è difficilissima da estirpare. In un'Italia in cui non riusciamo neanche a far capire a metà del paese che Berlusconi è un criminale, come facciamo a ribaltare la retorica militarista di cui è intrisa la razza umana dall'alba della sua storia? Il che non significa che non si debba provarci, ma attaccare le persone che vanno a morire allegre, inconsapevoli vittime al soldo dei veri criminali di guerra mi sembra eccessivo e anche poco utile. Poiché poi noi non conosciamo le singole persone e le motivazioni che le spingono (motivazioni in senso lato, i "piccioli" sono solo una conseguenza di una serie di altre questioni), io focalizzerei di più la mia attenzione sugli errori strategici e le colpe politiche (e in questo non posso che apprezzare il sunto che fai della politica afgana degli ultimi anni).

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  2. La Volpe. Povertà e ignoranza è anche la ragione che spinge alcuni a prendersela con gli stranieri e a buttare le bombe nei campi nomadi. Ciò però non è un buon motivo per giustificarli. Ammazzare persone innocenti è un atto che va condannato sempre comunque. Possono esserci attenuanti, ma non possono esserci scuse o giustificazioni. Volendo di questo passo potremmo giustificare i crimini peggiori, potremmo giustificare anche i terroristi che si fanno esplodere in un autobus, in fondo anche loro sono poveri e ignoranti. E invece i terroristi li cassiamo immediatamente, anche quando compiono una legittima azione di resistenza contro militari che hanno invaso un territorio straniero. Mentre per il soldato italiano abbiamo sempre pronta una giustificazione. O sono entrambi vittime del sistema oppure, entrambi, oltre ad essere vittime, sono anche enormemente responsabili per i crimini che commettono. Certe atrocità non possono essere giustificate, altrimenti troveremmo una scusante anche per quei soldati americani che hanno praticato la tortura in Iraq, o per quei poliziotti che hanno massacrato i manifestanti a bolzaneto.
    Io perciò non piango questa gente, come non piango se un mafioso ad esempio muore in una sparatoria, o non giustifico un fascista che picchia un omosessuale, per quanto possano aver avuto un'infanzia difficile.

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  3. Capisco il tuo punto di vista e lo condivido fino a un certo punto, ma solo fino a un certo punto, perché da migliaia di anni l'uomo ammanta di retorica e ideali il mestiere dell'assassino di stato. Per quel che mi riguarda io capisco il terrorista che si fa saltare in aria e il soldato che va a fare la "guerra di pace", molto più facilmente del fascista che picchia un omosessuale. Li capisco di più perché la loro situazione è molto più "permeante", se capisci quel che intendo dire, eppure secondo me è anche più facile lavorarci sopra avendo un atteggiamento meno "antagonista". Che poi non abbiamo politici di alto profilo che questa scelta la provino a fare, è un altro paio di maniche.

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  4. Ci sono sicuramente delle differenze, magari delle attenuanti, però non possiamo giustificare certe azioni e chi le commette.

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