lunedì 15 marzo 2010

C'era una volta l'articolo 18

Il Senato ha approvato la modifica e, sostanzialmente, la vanificazione dell'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori che stabilisce (stabiliva!) il reintegro per i lavoratori licenziati senza giusta causa. È un'operazione che è durata anni. Prima, sette anni fa, hanno cominciato ad abolirlo per le aziende sotto i quindici dipendenti, un duro colpo per il mondo del lavoro italiano, dato che in Italia ci sono molte piccole aziende, sponsorizzato oltre che dalla destra anche dai “progressisti” che oggi siedono tra le file del Pd e dell'IdV e che allora facevano parte di Ds e Margherita.
Questo attacco a uno dei diritti fondamentali del lavoro si è poi concretizzato definitivamente con quest'ultima norma (della cui portata eversiva questa volta anche la pseudo-opposizione sembra essersi resa conto, ma tardivamente) che introduce l'arbitrato. In caso di controversia tra datore e lavoratore ci si potrà rivolgere a un arbitro e non a un giudice, che deciderà “secondo equità” dunque in modo del tutto indipendente dal nostro diritto del lavoro. Non solo, ma sarà possibile stabilire il ricorso all'arbitrato in caso di controversia fin dal momento della stipula del contratto, che vede il lavoratore in una condizione di debolezza. Questo, in definitiva, introducendo la possibilità di un “accordo” (si fa per dire) in via extra-legale di fatto annulla quella che era l'importante innovazione dell'articolo 18, cioè di evitare il licenziamento senza giusta causa, come già avviene per le aziende sotto i 15 dipendenti in cui il datore può cavarsela con un semplice indennizzo.
La Cgil è stato l'unico sindacato confederale ad opporsi a questa aggressione allo Statuto dei lavoratori, come fu l'unico sette anni fa quando i lavoratori scesero in massa a protestare contro il primo tentativo delle oligarchie di scardinare uno dei diritti fondamentali dei lavoratori.
La storia adesso si ripete, ma in modo ancora più drammatico, questa volta. Cisl e Uil sembrano non aver nulla da obiettare alle modifiche operate dalla maggioranza, se non per qualche aspetto di forma. Il segretario della Cisl Bonanni ha detto “Noi abbiamo ottenuto che tutto debba essere rinviato alla contrattazione e faremo in modo che il ricorso all'arbitro sia sempre un atto volontario del lavoratore” eh sì, come no? Se al momento di firmare il contratto ti dicono di accettare la clausola che stabilisce il ricorso all'arbitrato tu che fai? Accetti volontariamente di restare disoccupato e di finire volontariamente sul marciapiede?
Queste invece le parole del segretario della Uil Angeletti: “Negli anni scorsi c'era l'intenzione di abrogare l'articolo 18, ora c'è quella di trasformare il reintegro in rimborso o in una penale ai lavoratori, quindi la questione è diversa” Che culo! Adesso sì che possiamo stare tranquilli! Angeletti questo vuol dire proprio abolirlo l'articolo 18, se non di nome, di fatto, perché vuol dire annullare la possibilità di reintegro in caso di licenziamento senza giusta causa.
Ora io mi chiedo, ma che razza di sindacalisti sono questi? Ma come possono questi signori guardarsi allo specchio? C'è stata mai una volta che Cisl e Uil abbiano saputo dire un no chiaro e netto alle “innovazioni” conservatrici che da una ventina d'anni si stanno introducendo in Italia sulla pelle dei lavoratori? Un sindacalista dovrebbe difendere i lavoratori, invece questi sembrano dei delegati di Confindustria, Bonanni è impegnato a replicare alla Cgil, invece che a Confindustria e al governo, ma non glielo ha mai detto nessuno che la tessera della Cisl non la pagano né la Marcegaglia né Sacconi, ma i lavoratori? Le condizioni in cui versa il mondo del lavoro sono note ormai a tutti, precariato diffuso, bassi salari, poca sicurezza, licenziamenti facili. E tutto questo anche grazie a dei sindacati che fanno il gioco degli industriali.
Vorrei che tutti prendessero coscienza di questi fatti e cosa si sta tramando alle nostre spalle. Vedo che molti hanno snobbato questo argomento. Quando sette anni fa iniziò la prima fase della guerra contro l'articolo 18, milioni di lavoratori scesero in piazza, se ne parlò su tv e giornali, ci furono dibattiti accesi. Oggi niente, qualche articoletto, ma tutti sembrano interessati ad altro.

P.S. Marco Travaglio, qualche volta potresti parlare anche dei temi del lavoro sul tuo blog, che invece è dedicato esclusivamente alle vicende giudiziarie di Berlusconi.


Fonti:





8 commenti:

  1. il rimborso, di questo passo, sarà fatto chiedere dai padroni ai lavoratori...

    in quanto a Travaglio... è di fede Montanelli(ana)!

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  2. Questo dell'Art18 è un punto gravissimo del bistrattamento che stiamo subendo, e sono d'accordo al 100% sulle nullità costituite da cisl e uil: si dovrebbero vergognare di guardarsi allo specchio! Purtroppo, anche su altre tematiche, neppure la cgil, alla quale sono iscritto, riesce a far molto. Ma complice ne è la scarsa adesione della gente: sono l'unico iscritto su circa 120 dipendenti. Sigh!
    Diffondiamo e cerchiamo di svegliare i compagni dormienti!

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  3. E' l'intera struttura del sindacato che andrebbe ricostruita. E nessuno, credimi, fa il sindacalista perchè ci crede. E non parlo dei livelli alti ma di quelli che operano nelle realtà lavorative. Si diventa sindacalista per per cercare di piazzare il parente o il figlio e di poter usufruire di piccoli previlegi, o rifarsi di vecchie questioni in sospeso con l'azienda.
    Personalismi e privilegi.
    Dove sto io, quelli più impresentabili, sono proprio i sindcalisti, tant'è che io non ho nemmeno la tessera.
    In passato invece ero sempre stata iscritta alla CGIL, e seppur non era molto diverso nemmeno allora, c'era un pò meno sporcizia.
    Bello come sempre il tuo post, Matteo
    Approfondisci benissimo, e con chiarezza, gli argomenti
    Un bacio
    Marilena

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  4. Questo colpo di spugna sull'articolo 18 è gravissimo e concordo sul fatto che non se ne stia parlando abbastanza.
    Su Travaglio hai ragione ma vorrei aggiungere una riflessione. Ovvero che secondo me c'è troppa aspettativa su questo giornalista. E' un cronista giudiziario e, dato il contesto politico nel quale ci troviamo, i suoi articoli e i suoi interventi hanno raggiunto una grande notorietà. Ma non è il salvatore della democrazia. E il fatto che sia uno dei pochi ad affrontare tematiche "scomode" non ci deve trarre nell'errore di considerarlo il portavoce della resistenza. Io ho grande stima di Travaglio e apprezzo il suo lavoro ma non mi sogno minimamente di considerarlo un punto di riferimento politico. Il vero problema è che chi dovrebbe occuparsi di questi temi non se ne occupa o se ne occupa male.

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  5. Questa è una di quelle inchiappettate con i fiocchi. Da tempo ci sto studiando sopra per un post anche occorrerebbe fare un'opera d'informazione ben più capillare. Intanto complimenti per questo scritto ;-)

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  6. A giorni sapremo se l'art. 18 dello Statuto è fottuto o meno. Se Napolitano firma (sarebbe un miracolo se non firmasse) addio Statuto.
    Quanto a Marco Travaglio, è bene ricordare che egli è un cronista giudiziario, innazitutto, e meno male che c'è, se non ci fosse non sapremmo quasi niente perchè nessuno è preparato e documentato come Travaglio.
    Quanto a Montanelli la sua scomparsa si fa sempre più sentire.

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  7. ma perché CISL e UIL hanno ancora il coraggio di chiamarsi sindacati...

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  8. Già, perche? Ce lo chiediamo in molti.

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