
L'incantesimo è svelato. Per molto tempo e ancora oggi la sinistra ha avuto e continua ad avere profeti fasulli. Si pensi a politici come Bill Clinton, come Bettino Craxi, come Segolene Royal, Walter Veltroni o come lo stesso Barack Obama. Ci sarebbe da domandarsi che cosa di loro susciti tanta ammirazione a sinistra, visto che di sinistra, nelle loro politiche e nei loro programmi, ce n'è ben poca. Forse l'illusione che una volta abbandonati senza troppi scrupoli il marxismo, possa essere rimpiazzato dalle strampalate e confuse tesi dei suddetti personaggi. L'illusione che possa esserci una “Terza via” tra socialismo e liberismo. Un simile assunto è stato smentito dai fatti, perché i cantori della nuova politica finivano puntualmente per ricadere nel secondo.
Tra codesti “innovatori” c'è da annoverare senz'altro Tony Blair. La sua vicenda è esemplare perché a un certo punto ha deciso di gettare la maschera. Lo ha fatto proprio ieri, ospite del meeting di Comunione e Liberazione, e già questo dovrebbe dire tutto. L'avvenimento è da far rientrare nel progressivo avvicinamento dell'ex Primo Ministro britannico alla Chiesa Cattolica, cominciato con la miracolosa conversione del 2007.
Ma è interessante il discorso che ha tenuto davanti alla platea ciellina. Coloro che non conoscessero il personaggio rimarrebbero stupiti sapendo che è stato per molto tempo additato a modello dai politici di sinistra.
L'orazione, accolta da calorosi applausi, comincia con una confessione: “andavo a messa già da molti anni, ho sentito che la Chiesa cattolica era la mia casa, non solo per il magistero e la dottrina, ma anche per la dimensione universale della Chiesa cattolica”. Dunque, nel periodo in cui i vari Fassino, D'alema, Rutelli e compagnia bella dicevano di ispirarsi all'ex Premier britannico, costui andava a messa e sentiva il magistero e la dottrina della Chiesa come “la sua casa”. Che immagine poetica! Dunque altro che laburismo! Il vero ideale politico di Tony Blair è la dottrina sociale cattolica! Di conseguenza, la vera ispirazione dei nostri politici “moderatamente di sinistra” che si ispirano a Tony Blair era ed è sempre la dottrina sociale della Chiesa. Andiamo bene! Poi il grande uomo di sinistra critica “l'individualismo”. “Il perseguimento del massimo profitto – prosegue – a breve termine, senza guardare al bene comune, è un errore e non porta né al profitto né al bene”. Dopo avere per anni al governo promosso politiche liberiste che facevano contenta la destra adesso ci viene a parlare dei mali dell'individualismo, una doppia morale tipicamente cattolica. Ha assimilato bene gli insegnamenti di Papa Ratzinger, non c'è che dire.
D'accordo, non sarà stato il massimo in campo economico, però almeno ha portato avanti una giusta battaglia sulla laicità: “troppo spesso la religione è vista come una sorgente di conflitti” e qui tutti i suoi ammiratori tra le file radicali già incominciano a storcere il naso, ma qual è il compito della religione? “fare quello che da soli non si può fare” ah davvero? Io pensavo fosse la politica quella. “La voce della Chiesa dovrebbe essere ascoltata” tranquillo, Tony, in Italia non c'è pericolo! Va bene, fin qui passi, ma quando giunge ad attaccare “il laicismo aggressivo” io qualche domanda comincerei a farmela se fossi in coloro che lo hanno a lungo creduto un campione della laicità. Ma non finisce qui. Il “socialista” inglese sembra essere posseduto dal demone di Gasparri quando dice: “Il sostegno chiaro e solido della Chiesa cattolica supporta i politici”. Alla faccia della laicità! Un politico dovrebbe rincorrere l'appoggio della Chiesa? E questo sarebbe l'alfiere della laicità?
“Nei nostri Paesi abbiamo radici giudaico-cristiane e dobbiamo esserne fieri. Anche se siamo di fedi diverse e abbiamo le nostre identità, viviamo nelle stesse città e ci sono valori comuni che tutti devono rispettare” Bagnasco si frega le mani, Calderoli si frega le mani, Berlusconi forse lo inviterà a Palazzo Grazioli, ma senza la moglie, offrendogli qualche graziosa accompagnatrice per festeggiare la fede ritrovata. Il grande statista non solo ripropone la solita solfa delle radici cristiane dell'Europa, che è una chiacchiera perché l'Europa ha parimenti radici islamiche, pagane, mistico-orientali, orfiche, deiste, illuministe etcetera, etcetera; non solo, ma giunge persino a sostenere che dobbiamo rispettare quei valori comuni di ascendenza giudaico-cristiana. Socialista, abbiamo già appurato che non è. Liberale, dopo questa uscita, certo non si può dire. Ma allora che cos'è? Ognuno giudichi da sé. Certamente dopo questo discorso ai suoi vecchi ammiratori dovrebbe venire da dirgli, come faceva Moretti con D'Alema: “dì qualcosa di sinistra!”. Qualcosa di sinistra Blair lo disse, nel lontano 1983, nel suo primo discorso da parlamentare: “Non sono socialista perché la lettura di un libro di testo ha acceso la mia fantasia e neppure perché provengo da una tradizione accettata senza riflettere; lo sono perché credo che il socialismo sia l'ideale più vicino ad un'esistenza che sia insieme, razionale e morale. Esso è per la cooperazione, non per la competizione; per l'amicizia, non per la paura. Esso sostiene l'uguaglianza”. Chissà cosa avrebbe detto il giovane Blair di uno che ha mandato i soldati in Afghanistan, in Iraq e in Serbia a massacrare civili, mentendo al popolo inglese sulle inesistenti armi di distruzione di massa irachene.
Allora la pensava così. Che cosa gli rimane oggi di quelle idee? Semplicemente nulla. Come nulla rimane del Veltroni dirigente comunista, o del Bertinotti versione Subcomandante.
Fonti:
ASCA
L'Occidentale
Wikipedia