tag:blogger.com,1999:blog-90466531746713720002024-03-18T21:37:50.348-07:00Eresia rossaBlog di controinformazione e di controculturaMatteohttp://www.blogger.com/profile/12314103862311165371noreply@blogger.comBlogger99125tag:blogger.com,1999:blog-9046653174671372000.post-69760157579256673292010-06-06T09:36:00.000-07:002010-06-09T10:36:24.933-07:00Il governo Bilderberg<div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:arial;">Ci siamo già occupati delle oscure macchinazioni del </span><a href="http://ita.anarchopedia.org/Gruppo_Bilderberg"><span class="Apple-style-span" style="color:#000000;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:arial;">gruppo Bilderberg </span></span></a><span class="Apple-style-span" style="font-family:arial;"> in </span><a href="http://eresiarossa-matteo.blogspot.com/2010/03/la-grecia-sotto-lassedio-del-bilderberg.html"><span class="Apple-style-span" style="color:#000000;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:arial;">questo post</span></span></a><span class="Apple-style-span" style="font-family:arial;">.</span></div><div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:arial;">Avevamo lì messo in luce come ci fosse l'intento da parte delle oligarchie mondiali di formare un ministero del tesoro globale.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:arial;">Vi invito ora a leggere questo interessante post, sugli ultimi sviluppi e sulla prosecuzione di quel progetto.</span></div></div><div><br /></div><div><span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:Georgia, Times, serif;font-size:17px;"><h3 class="post-title entry-title" style="margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; color: rgb(0, 0, 0); font: normal normal bold 160%/normal Arial, sans-serif; letter-spacing: -1px; "><a href="http://nuovediscussioni.blogspot.com/2010/06/il-caos-europeo-e-la-conferenza-del.html" style="color: rgb(0, 0, 0); ">IL CAOS EUROPEO E LA CONFERENZA DEL BILDERBERG</a></h3><div class="post-header-line-1"></div><div class="post-body entry-content"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center; "><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgU9O0Zg9exyjllyXrmqD0fv-TJalzj3RYxMRvpt4JcH-6-O1A4zoyWToFnhfxKg2uL5SZBRrZ82YCmkseCrES9fjc143EH_T17syJrZrqRr9pljoACk4hVNBt4EwX7pN_eGLFbJ_l4OeXD/s1600/finance-world.jpg" imageanchor="1" style="color: rgb(0, 102, 204); clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; "><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgU9O0Zg9exyjllyXrmqD0fv-TJalzj3RYxMRvpt4JcH-6-O1A4zoyWToFnhfxKg2uL5SZBRrZ82YCmkseCrES9fjc143EH_T17syJrZrqRr9pljoACk4hVNBt4EwX7pN_eGLFbJ_l4OeXD/s320/finance-world.jpg" width="320" style="border-top-width: 0px; border-right-width: 0px; border-bottom-width: 0px; border-left-width: 0px; " /></a></div><div style="text-align: justify; "><span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:Georgia, 'Times New Roman', serif;">Il gruppo Bilderberg si riunirà dal 4 al 7 giugno a Sitges (nella foto), una località turistica a 30 km da Barcellona. Come al solito, le informazioni al riguardo ci vengono fornite da James Tucker e Daniel Estulin i quali hanno rivelato che in cima all’agenda del meeting di quest’anno c'è la recessione globale e le proposte per l’elaborazione di collassi economici che possano giustificare l’istituzione di una governance economica di portata mondiale.</span><span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:Georgia, 'Times New Roman', serif;"> </span></div><span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:Georgia, 'Times New Roman', serif;"><div style="text-align: justify; "><br /></div></span><span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:Georgia, 'Times New Roman', serif;"><div style="text-align: justify; ">Con l’intenzione di prolungare la crisi economica per almeno un altro anno, il gruppo Bilderberg spera di poter trarre vantaggio dalla situazione per poter formare un “ministero della finanza globale” all’interno dell’ONU.<a name="more" style="color: rgb(0, 102, 204); "></a> Sebbene la decisione fosse in realtà stata presa l’anno scorso nel meeting tenuto in Grecia, Tucker sostiene che il piano è stato affondato dai “nazionalisti statunitensi ed europei (il gruppo Bilderberg indica genericamente come “nazionalisti” tutte le forze con orientamenti nazionali che abbracciano l’idea di sovranità e indipendenza nazionale)</div></span><span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:Georgia, 'Times New Roman', serif;"><div style="text-align: justify; "><br /></div></span><span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:Georgia, 'Times New Roman', serif;"><div style="text-align: justify; ">Per un anno intero, fin dall’ultimo incontro, i rappresentanti dell’esecutivo globale hanno cercato di convincere il pubblico del mondo ad accettare un “nuovo ordine finanziario”. L’idea è comparsa in dichiarazioni fatte da N.Sarkozy, G.Brown e dall’appena eletto Presidente del Consiglio europeo H. Van Rompuy, ma – sullo sfondo di una fase relativamente indolore della crisi – quest’attività è rimasta limitata a condizionamenti psicologici senza risvolti pratici. Come Jacques Attali ha, piuttosto ragionevolmente, descritto nel suo After the Crisis l’Europa non può pretendere di riformare l’architettura della finanza globale finché non si sarà fornita delle istituzioni necessarie per soddisfare i propri bisogni.</div></span><span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:Georgia, 'Times New Roman', serif;"><div style="text-align: justify; "><br /></div></span><span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:Georgia, 'Times New Roman', serif;"><div style="text-align: justify; "><span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:'Times New Roman';"><span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:Georgia, 'Times New Roman', serif;">La crisi del debito greco che sta mettendo a repentaglio il sistema finanziario europeo fornisce un pretesto per misure drastiche, e sia la crisi che le misure illustrano chiaramente la strategia che ricorre al caos per riordinare gli accordi esistenti. Il caos generato in maniera deliberata è rigorosamente controllato da istituzioni finanziarie, le grandi banche e hedge funds e funziona come un efficiente meccanismo di governance e di ristrutturazione sociale.</span></span><span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:'Times New Roman';"><span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:Georgia, 'Times New Roman', serif;"> </span></span></div></span><span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:Georgia, 'Times New Roman', serif;"><div style="text-align: justify; "><br /></div></span><span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:Georgia, 'Times New Roman', serif;"><div style="text-align: justify; ">L’attacco finanziaro alla Grecia si è prontamente trasformato in offensiva contro l’euro e, come è diventato via via più chiaro, gli sviluppi sono solo parzialmente correlati ai difetti dell’economia greca. L’intensità della crisi che ha momentaneamente costituito una minaccia per l’integrità economica e perfino politica della UE, non può essere spiegata esclusivamente dagli appetiti di sfacciati giocatori finanziari. Ci dovevano essere cause più serie dietro la situazione e in un certo qual modo gli obiettivi perseguiti da coloro che l’hanno creata possono essere capiti dalle dichiarazioni di G. Soros. In altre parole gli europei sono costretti a scegliere tra il collasso dell’eurozona e la centralizzazione della governance.</div></span><span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:Georgia, 'Times New Roman', serif;"><div style="text-align: justify; "><br /></div></span><span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:Georgia, 'Times New Roman', serif;"><div style="text-align: justify; ">Jacques Attali ha delineato uno specifico piano di centralizzazione. In esso si suggerisce ai paesi della UE di creare istituzioni proprie per monitorare le attività degli operatori finanziari. Vi si propone anche l’istituzione di un ente di credito europeo di nuova formazione che non essendo legato alle banche centrali e di investimento europee né ai governi, garantirebbe assistenza a credibili istituzioni finanziarie locali, investirebbe nei loro fondi ed estendere i prestiti dietro specifiche condizioni. Attali inoltre invoca la formazione di un ministero di finanza europeo che dovrebbe avere fin da subito il potere di elargire prestiti a nome della UE e la creazione di un Fondo di Bilancio Europeo con il mandato di supervisionare i bilanci dei paesi il cui indebitamento progressivo costituisce l’85% del PIL. In altro modo, avverte Attali, ci si dovrebbe attendere una crisi più severa.</div></span><span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:Georgia, 'Times New Roman', serif;"><div style="text-align: justify; "><br /></div></span><span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:Georgia, 'Times New Roman', serif;"><div style="text-align: justify; ">Sotto pressioni statunitensi, A. Merkel ha finalmente acconsentito a misure drastiche ( pare che Sarkozy abbia perfino minacciato di far tornare la Francia alla sua moneta nazionale in caso lei facesse lo stesso) e agli inizi di maggio i ministri della finanza ed economia della UE hanno firmato un accordo sui meccanismi di stabilizzazione dei bilanci nella Eurozona, che prevede l’istituzione di un cuscino di sicurezza di 60 miliardi di euro per riscattare con urgenza i paesi che lottano con le loro finanze pubbliche e l’allocazione di 400 miliardi di euro in prestiti garantiti. Il FMI ha inoltre promesso altri 250 miliardi in caso di necessità. Questo denaro deve servire come cauzione sul debito sovrano della Eurozona, una missione che per la prima volta nella sua storia, la Banca Centrale Europea si avvia a intraprendere. Misure atte a facilitare le transazioni finanziarie erano state annunciate dalle banche centrali di diverse parti del globo inclusa la Federal Reserve che sta per iniettare con urgenza dollari americani nella BCE così come nelle banche britanniche e svizzere.</div></span><span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:Georgia, 'Times New Roman', serif;"><div style="text-align: justify; "><br /></div></span><span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:Georgia, 'Times New Roman', serif;"><div style="text-align: justify; "><span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:'Times New Roman';"><span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:Georgia, 'Times New Roman', serif;">Tutto questo può essere considerato come la prima fase verso l’amministrazione monetaria europea centralizzata. Non è chiaro ancora come i “grandi architetti” vedono la governance finanziaria globale e quale ruolo intendono assegnare alle istituzioni finanziarie esistenti come l’FMI. Le opzioni vanno dalla costituzione di istituzioni completamente nuove alla possibilità di usare l’FMI come centro di regolamento sovranazionale diretto da un consiglio di 24 grandi, un G-24.</span></span><span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:'Times New Roman';"><span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:Georgia, 'Times New Roman', serif;"> </span></span></div></span><span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:Georgia, 'Times New Roman', serif;"><div style="text-align: justify; "><br /></div></span><span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:Georgia, 'Times New Roman', serif;"><div style="text-align: justify; ">Il piano imposto all’Europa dai circoli dell’élite finanziaria implica l’affrontare il problema dell’indebitamento con l’aiuto di nuovi presititi che potranno solo esacerbare anziché risolvere il problema dei bilanci. Secondo i dati di Eurostat, il debito sovrano dell’Eurozona crescerà dal 77,7% all’ 83,6% del PIL. Inoltre, la comunità di esperti ha ampiamente riconosciuto che i dati del debito per la Grecia, Portogallo e altri paesi della UE sono inverosimilmente bassi e non riflettono le reali proporzioni del problema.</div></span><span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:Georgia, 'Times New Roman', serif;"><div style="text-align: justify; "><br /></div></span><span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:Georgia, 'Times New Roman', serif;"><div style="text-align: justify; "><span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:'Times New Roman';"><span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:Georgia, 'Times New Roman', serif;">Gli esperti della Lombard Odier, una banca svizzera, stimano che l’ammontare del credito inesigibile della Grecia costituisce l’875% del suo PIL, il che significa che per onorarlo il paese dovrebbe investire – senza alcun utile immediato – una cifra che supera il proprio PIL di un 8.75. La media corrispondente nella Eurozona è di 4.34. e negli Stati Uniti di 5.</span></span><span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:'Times New Roman';"><span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:Georgia, 'Times New Roman', serif;"> </span></span></div></span><span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:Georgia, 'Times New Roman', serif;"><div style="text-align: justify; "><br /></div></span><span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:Georgia, 'Times New Roman', serif;"><div style="text-align: justify; "><span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:'Times New Roman';"><span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:Georgia, 'Times New Roman', serif;">Senza risolvere i problemi strutturali, le misure lenitive stanno spianando la strada alle istituzioni sovranazionali invocate da Attali. Il 21 maggio scorso, i ministri della finanza della UE, in un meeting presieduto dal presidente della Banca Centrale Europea Jean-Claude Trichet e dal presidente del Consiglio Europeo H. Von Rompuy, hanno adottato il piano tedesco per un coordinamento del bilancio molto più ampio che comprende penalità per gli stati che infrangono le regole di bilancio della UE. Le sanzioni comprendono la sospensione del diritto di voto per i recidivi, sospensione dei fondi per lo sviluppo strutturale, ecc. Era stato anche proposto di sottoporre i bilanci nazionali al vaglio della UE prima del loro dibattimento nelle legislature nazionali. Una relazione sarà preparata entro il 17 Giugno – data del summit della UE – con la bozza di una politica comune dell’Eurozona. Un altro - ancor più ambizioso - progetto come il controllo sui bilanci nazionali dell’Eurozona da parte di un triumvirato composto dalla Commissione europea, la BCE e l’Euro Group, verrà ugualmente discusso.</span></span><span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:'Times New Roman';"><span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:Georgia, 'Times New Roman', serif;"> </span></span></div></span><span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:Georgia, 'Times New Roman', serif;"><div style="text-align: justify; "><br /></div></span><span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:Georgia, 'Times New Roman', serif;"><div style="text-align: justify; ">Gli svantaggi dei pacchetti per il salvataggio sono la peggior parte del problema. Nell’evocare la minaccia di collasso finanziario, i paesi della UE hanno introdotto una serie di misure di austerità estremamente impopolari come i congelamenti di salari e pensionamenti per gli impiegati pubblici, tagli nel welfare, aumento dell’età pensionabile, ecc. La Grecia è stato il primo ma non l’unico paese a essere colpito.</div></span><span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:Georgia, 'Times New Roman', serif;"><div style="text-align: justify; "><br /></div></span><span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:Georgia, 'Times New Roman', serif;"><div style="text-align: justify; ">Il governo tedesco progetta di tagliare le spese di 10 miliardi annui tra il 2011 e 2016. La Francia ha abolito la pensione annuale per le famiglia a basso reddito. Sotto la pressione dell’FMI, la Spagna sta avviando una riforma complessiva che include congelamento dell’indice pensionistico, riduzione dei salari e licenziamenti nel settore pubblico, abolizione dei pagamenti di sostegno alle famiglie con bambini appena nati, ecc. Gran Bretagna, Italia e altri stanno percorrendo la stessa strada.</div></span><span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:Georgia, 'Times New Roman', serif;"><div style="text-align: justify; "><br /></div></span><span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:Georgia, 'Times New Roman', serif;"><div style="text-align: justify; "><span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:'Times New Roman';"><span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:Georgia, 'Times New Roman', serif;">Le conseguenze delle suddette misure sono difficili da calcolare considerato che l’Europa sta già affrontando un notevole tasso di povertà e problemi di disoccupazione (quest’ultima ha raggiunto il 10% della popolazione economicamente attiva e continua a crescere e almeno 80 milioni di persone si trovano attualmente sotto la soglia di povertà).</span></span><span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:'Times New Roman';"><span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:Georgia, 'Times New Roman', serif;"> </span></span></div></span><span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:Georgia, 'Times New Roman', serif;"><div style="text-align: justify; "><br /></div></span><span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:Georgia, 'Times New Roman', serif;"><div style="text-align: justify; "><span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:'Times New Roman';"><span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:Georgia, 'Times New Roman', serif;">Molto probabilmente, il governo ombra mondiale – il gruppo Bilderberg – somministrerà al pubblico l’oblio attentamente calcolato dei problemi sociali per permettere alle èlite di scaricare gli asset in crisi, conservare il controllo della situazione e deviare le proteste dalle vere cause dei problemi.</span></span><span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:'Times New Roman';"><span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:Georgia, 'Times New Roman', serif;"> </span></span></div></span><span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:Georgia, 'Times New Roman', serif;"><div style="text-align: justify; "><br /></div></span><span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:Georgia, 'Times New Roman', serif;"><div style="text-align: justify; "><span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:'Times New Roman';"><span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:Georgia, 'Times New Roman', serif;">Dalla prospettiva della Russia, la conclusione è ovvia: l’intensificazione della sua integrazione nell’Europa “libera” rafforza il controllo finanziario e informativo sulla Russia esercitato da parte delle èlite globali che cercano di strapparle il ruolo di giocatore indipendente nel quadro geopolitico.</span></span><span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:'Times New Roman';"><span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:Georgia, 'Times New Roman', serif;"> </span></span></div></span><span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:Georgia, 'Times New Roman', serif;"><div style="text-align: justify; "><br /></div></span><span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:Georgia, 'Times New Roman', serif;"><div style="text-align: justify; "><span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:'Times New Roman';"><span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:Georgia, 'Times New Roman', serif;"><span class="Apple-style-span" style=" ;font-size:small;"><span class="Apple-style-span" style=" ;color:blue;">di </span></span></span></span><span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:'Times New Roman';"><b><span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:Georgia, 'Times New Roman', serif;"><span class="Apple-style-span" style=" ;font-size:small;"><span class="Apple-style-span" style=" ;color:blue;">Olga Chetverikova</span></span></span></b></span></div></span><span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:Georgia, 'Times New Roman', serif;"><div style="text-align: justify; "><span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:'Times New Roman';"><span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:Georgia, 'Times New Roman', serif;"><span class="Apple-style-span" style=" ;font-size:small;"><span class="Apple-style-span" style=" ;color:blue;">Fonte: </span></span></span></span><span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:'Times New Roman';"><b><span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:Georgia, 'Times New Roman', serif;"><span class="Apple-style-span" style=" ;font-size:small;"><span class="Apple-style-span" style=" ;color:blue;">http://en.fondsk.ru</span></span></span></b></span></div></span><span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:Georgia, 'Times New Roman', serif;"><div style="text-align: justify; "><span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:'Times New Roman';"><span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:Georgia, 'Times New Roman', serif;"><span class="Apple-style-span" style=" ;font-size:small;"><span class="Apple-style-span" style=" ;color:blue;">Link: </span></span></span></span><span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:'Times New Roman';"><b><span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:Georgia, 'Times New Roman', serif;"><span class="Apple-style-span" style=" ;font-size:small;"><span class="Apple-style-span" style=" ;color:blue;">http://http://en.fondsk.ru/article.php?id=3069</span></span></span></b></span></div></span><span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:Georgia, 'Times New Roman', serif;"><div style="text-align: justify; "><span class="Apple-style-span" style=" ;font-size:small;"><span class="Apple-style-span" style=" ;color:blue;"><br /></span></span></div></span><span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:Georgia, 'Times New Roman', serif;"><div style="text-align: justify; "><span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:'Times New Roman';"><span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:Georgia, 'Times New Roman', serif;"><span class="Apple-style-span" style=" ;font-size:small;"><span class="Apple-style-span" style=" ;color:blue;">Traduzione per </span></span></span></span><span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:'Times New Roman';"><b><span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:Georgia, 'Times New Roman', serif;"><span class="Apple-style-span" style=" ;font-size:small;"><span class="Apple-style-span" style=" ;color:blue;">www.comedonchisciotte.org </span></span></span></b></span><span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:'Times New Roman';"><span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:Georgia, 'Times New Roman', serif;"><span class="Apple-style-span" style=" ;font-size:small;"><span class="Apple-style-span" style=" ;color:blue;">a cura di </span></span></span></span><span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:'Times New Roman';"><b><span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:Georgia, 'Times New Roman', serif;"><span class="Apple-style-span" style=" ;font-size:small;"><span class="Apple-style-span" style=" ;color:blue;">RENATO MONTINI</span></span></span></b></span></div><div style="text-align: justify; "><span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:'Times New Roman';"><b><span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:Georgia, 'Times New Roman', serif;"><span class="Apple-style-span" style=" ;font-size:small;"><span class="Apple-style-span" style=" ;color:blue;"><br /></span></span></span></b></span></div><div style="text-align: justify; "><span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:'Times New Roman';"><b><span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:Georgia, 'Times New Roman', serif;"><span class="Apple-style-span" style=" ;font-size:small;"><span class="Apple-style-span" style=" ;color:blue;"><br /></span></span></span></b></span></div><div style="text-align: justify; "><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;"><span class="Apple-style-span" style="font-size:medium;">Da <a href="http://nuovediscussioni.blogspot.com/2010/06/il-caos-europeo-e-la-conferenza-del.html">Nuovediscussioni</a></span></span></div></span></div></span></div>Matteohttp://www.blogger.com/profile/12314103862311165371noreply@blogger.com11tag:blogger.com,1999:blog-9046653174671372000.post-60225367992111834702010-06-01T09:13:00.000-07:002010-06-01T10:22:51.266-07:00Come you masters of war<div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Questo è un post breve. Perché non ho molto da dire. Molto sdegno, molta rabbia e molta tristezza, ma poche parole.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Un popolo sta morendo, uno stato lo sta uccidendo.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Una cosa positiva però c'è: il mostro ha gettato la maschera, questa volta non può nascondersi dietro il silenzio. Ora il mondo intero sa chi è e di cosa è capace.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Questo mostro, ha compiuto atti molto peggiori di questo, ma adesso è sotto gli occhi di tutti, tutti lo possono vedere e capire la sua mostruosità.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Non ho altro da dire se non lasciarvi a parole e a note già dette e suonate.</span></div><br /><br /><i>You fasten the triggers<br />For the others to fire<br />Then you set back and watch<br />When the death count gets higher<br />You hide in your mansion<br />As young people's blood<br />Flows out of their bodies<br />And is buried in the mud.<br /><br />Voi caricate le armi<br />che altri dovranno sparare<br />e poi vi sedete e guardate<br />mentre il conto dei morti sale<br />voi vi nascondete nei vostri palazzi<br />mentre il sangue dei giovani<br />scorre dai loro corpi<br />e viene sepolto nel fango.</i><div><i><br /></i><div><i><br /></i></div><div><br /></div><div><br /></div></div><iframe allowfullscreen='allowfullscreen' webkitallowfullscreen='webkitallowfullscreen' mozallowfullscreen='mozallowfullscreen' width='320' height='266' src='https://www.blogger.com/video.g?token=AD6v5dx0r8rZUVpNmSr4KUfWw_YzQIBDWEFpI1FJRs0M84bzwx-RbzjGjUQKc29f15uykJLqp7YQmiyYSUL7dbYssA' class='b-hbp-video b-uploaded' frameborder='0'></iframe><div><br /></div><div><br /></div><div><div>Link:</div><div><br /></div><div><a href="http://it.peacereporter.net/articolo/22212/Gaza,+assalto+in+mare">http://it.peacereporter.net/articolo/22212/Gaza,+assalto+in+mare</a></div></div>Matteohttp://www.blogger.com/profile/12314103862311165371noreply@blogger.com9tag:blogger.com,1999:blog-9046653174671372000.post-88029333668267605032010-05-19T10:22:00.000-07:002010-05-19T11:16:28.227-07:00La storia di Niki<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiVfI72_QR2OcA4eOW6yT2XtL5ShrmK9KNbJXy5n5cPYSJn9nL141LJ8DO-Ydi9ODiPicmTe82jwh4kzkc_8y7pb5UIdJ22oXdPMgxiUCcQIZ-_vO3K4s_N4N7N37Ho2lDoBj5sj1odCHsA/s1600/niki+aprile+gatti.jpg"><img style="margin: 0pt 10px 10px 0pt; float: left; cursor: pointer; width: 243px; height: 259px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiVfI72_QR2OcA4eOW6yT2XtL5ShrmK9KNbJXy5n5cPYSJn9nL141LJ8DO-Ydi9ODiPicmTe82jwh4kzkc_8y7pb5UIdJ22oXdPMgxiUCcQIZ-_vO3K4s_N4N7N37Ho2lDoBj5sj1odCHsA/s320/niki+aprile+gatti.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5473040809847787778" border="0" /></a><span style="color: rgb(0, 0, 0);font-family:georgia;">Avevo pensato di scrivere un nuovo post sulla vicenda, ma dato che in rete si trovano diversi resoconti scrupolosi e che non avrei potuto aggiungere nessun altro elemento a quelli già forniti da blogs e siti, mi limito a riportare ciò che è stato detto, cercando, molto modestamente, di mettere un po' d'ordine e di offrire un quadro il più possibile completo dell'intera vicenda citando i links che ritengo maggiormente interessanti</span><br /><div style="text-align: justify;"><span style="color: rgb(0, 0, 0);font-family:georgia;">Il caso, come molti sapranno, e come purtroppo avviene molto spesso in queste situazioni, è stato archiviato, ma ciò ovviamente non deve esimerci dalla ricerca della verità e dalla divulgazione di una notizia tanto scioccante quanto sottovalutata dai media tradizionali.</span><br /><br /><br /><br /><span class="Apple-style-span" style="border-collapse: separate; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; orphans: 2; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px; font-family:'Times New Roman';font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="line-height: 19px; text-align: left; "><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;">"Anche ad Avezzano il terremoto ha fatto i suoi danni e portato terrore. "Molta gente dorme ancora nelle macchine. Siamo sempre in stato di allarme. Soprattutto perchè ognuno di noi ha parenti, amici, colleghi che vivono a L'Aquila", racconta Ornella Gemini.</span></span></span><span style="font-family:arial;font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;"><br /></span></span><span class="Apple-style-span" style="border-collapse: separate; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; orphans: 2; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px; font-family:'Times New Roman';font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="line-height: 19px; text-align: left; "><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;">Il suo pensiero, come quello di tutti, è per chi è vivo: " il dramma vero è vissuto da coloro che hanno perso tutte quelle cose a cui non si pensa mai, perchè le diamo per scontate".</span></span></span><span style="font-family:arial;font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;"><br /></span></span><span class="Apple-style-span" style="border-collapse: separate; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; orphans: 2; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px; font-family:'Times New Roman';font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="line-height: 19px; text-align: left; "><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;">La mente di Ornella, però, corre ogni notte a casa di quelle madri che hanno perso un figlio nella Casa dello Studente. Perchè sà cosa vi troverebbe:"una mamma seduta in un angolo di divano che non riesce a dormire anche se imbottita di psicofarmaci. Sta lì, raggomitolata su se stessa, piange disperatamente il mondo che aveva tra le mani e il vuoto attuale".</span></span></span><span style="font-family:arial;font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;"><br /></span></span><span class="Apple-style-span" style="border-collapse: separate; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; orphans: 2; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px; font-family:'Times New Roman';font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="line-height: 19px; text-align: left; "><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;">Ornella suo figlio lo ha perso il 24 Giugno scorso, "</span><span class="Apple-converted-space"><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;"> </span></span><suicidato><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;">nel carcere di Sollicciano, impiccato nel bagno".</span></suicidato></span></span><span style="font-family:arial;font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;"><br /></span></span><span class="Apple-style-span" style="border-collapse: separate; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; orphans: 2; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px; font-family:'Times New Roman';font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="line-height: 19px; text-align: left; "><suicidato><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;">Niki Aprile Gatti aveva solo ventisei anni. Da un anno e mezzo viveva a San Marino dove lavorava come informatico per un gruppo di aziende oggetto di un'inchiesta per truffa telefonica e frode informatica del Magistrato fiorentino Paolo Canessa.</span></suicidato></span></span><span style="font-family:arial;font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;"><br /></span></span><span class="Apple-style-span" style="border-collapse: separate; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; orphans: 2; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px; font-family:'Times New Roman';font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="line-height: 19px; text-align: left; "><suicidato><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;">Le Società incriminate sono la Oscorp Spa, Orange, OT&T e TMS, tutte residenti a San Marino, la Fly Net di Piero Mancini, Presidente dell'Arezzo Calcio, piu' altre Società con sede a Londra. "Niki era un genio del computer, purtoppo capitato nelle mani di una serie di criminali" spiega Ornella.</span></suicidato></span></span><span style="font-family:arial;font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;"><br /></span></span><span class="Apple-style-span" style="border-collapse: separate; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; orphans: 2; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px; font-family:'Times New Roman';font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="line-height: 19px; text-align: left; "><suicidato><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;">" Alle 13,25 di quel 24 Giugno mi arriva una telefonata sul cellulare - racconta - qualcuno, con un tono freddo, mi chiede di parlare con la mamma di Aprile Gatti Niki.</span></suicidato></span></span><span style="font-family:arial;font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;"><br /></span></span><span class="Apple-style-span" style="border-collapse: separate; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; orphans: 2; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px; font-family:'Times New Roman';font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="line-height: 19px; text-align: left; "><suicidato><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;">Sono io, rispondo ". Dal telefono, senza il minimo tatto, le viene allora riferito che dall'altra parte "e' in linea il carcere di Sollicciano, una brutta notizia: Suo figlio si è suicidato".</span></suicidato></span></span><span style="font-family:arial;font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;"><br /></span></span><span class="Apple-style-span" style="border-collapse: separate; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; orphans: 2; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px; font-family:'Times New Roman';font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="line-height: 19px; text-align: left; "><suicidato><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;">Il giorno prima del sisma che ha distrutto L'Aquila, Ornella aveva scritto una lettera al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, chiedendo Giustizia.</span></suicidato></span></span><span style="font-family:arial;font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;"><br /></span></span><span class="Apple-style-span" style="border-collapse: separate; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; orphans: 2; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px; font-family:'Times New Roman';font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="line-height: 19px; text-align: left; "><suicidato><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;">Perchè" mio figlio non si è suicidato. E questo non è l'ultimo appello di una madre disperata ma la realtà, e i fatti lo dimostrano. Per questo motivo qualcuno si sta affrettando perchè il caso venga archiviato. Ma io non lo permetterò ".</span></suicidato></span></span><span style="font-family:arial;font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;"><br /></span></span><span class="Apple-style-span" style="border-collapse: separate; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; orphans: 2; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px; font-family:'Times New Roman';font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="line-height: 19px; text-align: left; "><suicidato><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;">La mattina del 19 Giugno Niki viene chiamato dalla madre del suo socio che lo avvisa dell'arresto del figlio la sera precedente e lo prega di recarsi a Cattolica presso lo studio dell' Avv. Marcolini, il legale della Oscorp, la ditta per cui entrambi lavorano, per avere notizie.</span></suicidato></span></span><span style="font-family:arial;font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;"><br /></span></span><span class="Apple-style-span" style="border-collapse: separate; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; orphans: 2; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px; font-family:'Times New Roman';font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="line-height: 19px; text-align: left; "><suicidato><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;">Ma quando esce dal portone dello studio, anche Niki viene arrestato.</span></suicidato></span></span><span style="font-family:arial;font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;"><br /></span></span><span class="Apple-style-span" style="border-collapse: separate; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; orphans: 2; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px; font-family:'Times New Roman';font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="line-height: 19px; text-align: left; "><suicidato><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;">Prima domanda:"vi sembra il comportamento di una persona che temeva di finire in prigione?". Seconda domanda:" se davvero avesse fatto qualcosa, perchè non è scappato invece di recarsi nella "tana del lupo" ???? ".</span></suicidato></span></span><span style="font-family:arial;font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;"><br /></span></span><span class="Apple-style-span" style="border-collapse: separate; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; orphans: 2; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px; font-family:'Times New Roman';font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="line-height: 19px; text-align: left; "><suicidato><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;">Ornella viene a sapere dell'arresto del figlio alle 14,30.</span></suicidato></span></span><span style="font-family:arial;font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;"><br /></span></span><span class="Apple-style-span" style="border-collapse: separate; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; orphans: 2; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px; font-family:'Times New Roman';font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="line-height: 19px; text-align: left; "><suicidato><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;">Cerca di contattare qualcuno a San Marino ma non riceve risposta. "Chiamo anche il miglior amico di Niki per avere i riferimenti dell'Avvocato aziendale e raggiungo al telefono l'Avv. Marcolini, il quale mi sconsiglia di recarmi a Rimini, dove era stato portato mio figlio insieme al titolare della Oscorp e ad altre 17 persone, anche loro arrestate lo stesso giorno".</span></suicidato></span></span><span style="font-family:arial;font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;"><br /></span></span><span class="Apple-style-span" style="border-collapse: separate; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; orphans: 2; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px; font-family:'Times New Roman';font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="line-height: 19px; text-align: left; "><suicidato><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;">" E' inutile che si rechi lì- mi dice - perchè si trova in isolamento e lo sarà per tre giorni, quindi non avrei potuto vederlo".</span></suicidato></span></span><span style="font-family:arial;font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;"><br /></span></span><span class="Apple-style-span" style="border-collapse: separate; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; orphans: 2; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px; font-family:'Times New Roman';font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="line-height: 19px; text-align: left; "><suicidato><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;">Niki però nel carcere di Rimini non ci ha mai messo piede: " ma di questo vengo a conoscenza solo quando mi hanno riconsegnato, a Settembre, la documentazione del carcere".</span></suicidato></span></span><span style="font-family:arial;font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;"><br /></span></span><span class="Apple-style-span" style="border-collapse: separate; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; orphans: 2; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px; font-family:'Times New Roman';font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="line-height: 19px; text-align: left; "><suicidato><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;">Niki, quindi è stato l'unico degli arrestati ad essere portato direttamente nel penitenziario di Sollicciano, carcere "duro" di Firenze, e sarà l'unico degli incriminati a non avvalersi della facoltà di non rispondere davanti ai PM.</span></suicidato></span></span><span style="font-family:arial;font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;"><br /></span></span><span class="Apple-style-span" style="border-collapse: separate; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; orphans: 2; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px; font-family:'Times New Roman';font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="line-height: 19px; text-align: left; "><suicidato><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;">Intanto iniziano strani movimenti. "Gente che ad Avezzano inizia a partire per San Marino, continue telefonate che mi "consigliano" di cambiare avvocato. Ma io decido di tenere quello aziendale, convinta che ne sapesse di più di qualunque altro legale sulle attività che mio figlio svolgeva per conto della Oscorp".</span></suicidato></span></span><span style="font-family:arial;font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;"><br /></span></span><span class="Apple-style-span" style="border-collapse: separate; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; orphans: 2; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px; font-family:'Times New Roman';font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="line-height: 19px; text-align: left; "><suicidato><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;">Alle 20.58 del 20 Giugno, però, qualcuno invia un telegramma non firmato a Niki dalla sua stessa abitazione a San Marino: "Devi nominare l'Avv. Umberto Guerini"</span></suicidato></span></span><span style="font-family:arial;font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;"><br /></span></span><span class="Apple-style-span" style="border-collapse: separate; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; orphans: 2; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px; font-family:'Times New Roman';font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="line-height: 19px; text-align: left; "><suicidato><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;">del foro di Bologna.</span></suicidato></span></span><span style="font-family:arial;font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;"><br /></span></span><span class="Apple-style-span" style="border-collapse: separate; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; orphans: 2; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px; font-family:'Times New Roman';font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="line-height: 19px; text-align: left; "><suicidato><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;">Niki riceve il telegramma solo il 21 Giugno dopo tre giorni di Isolamento, e ovviamente si fida del consiglio.</span></suicidato></span></span><span style="font-family:arial;font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;"><br /></span></span><span class="Apple-style-span" style="border-collapse: separate; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; orphans: 2; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px; font-family:'Times New Roman';font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="line-height: 19px; text-align: left; "><suicidato><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;">Terza domanda: " Chi ha inviato quel telegramma?".</span></suicidato></span></span><span style="font-family:arial;font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;"><br /></span></span><span class="Apple-style-span" style="border-collapse: separate; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; orphans: 2; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px; font-family:'Times New Roman';font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="line-height: 19px; text-align: left; "><suicidato><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;">Lunedì 23 giugno Ornella e suo marito partono alla volta del Tribunale di Firenze, dove hanno appuntamento con l'Avv. Marcolini, ancora inconsapevole di essere stato destituito.</span></suicidato></span></span><span style="font-family:arial;font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;"><br /></span></span><span class="Apple-style-span" style="border-collapse: separate; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; orphans: 2; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px; font-family:'Times New Roman';font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="line-height: 19px; text-align: left; "><suicidato><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;">"Arriviamo proprio mentre giunge il blindato della Polizia Penitenziaria- racconta Ornella- che tra le sbarre riesco a intravedere Niki".</span></suicidato></span></span><span style="font-family:arial;font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;"><br /></span></span><span class="Apple-style-span" style="border-collapse: separate; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; orphans: 2; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px; font-family:'Times New Roman';font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="line-height: 19px; text-align: left; "><suicidato><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;">Intanto arriva l'avv. Marcolini, in leggero ritardo, e sale verso l'aula. Pochi minuti "ed eccolo tornare indietro. Mi chiama da parte e mi riferisce che Niki stava già parlando con il PM delle indagine, ma con un altro Legale".</span><span class="Apple-converted-space"><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;"> </span></span></suicidato></span></span><span style="font-family:arial;font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;"><br /></span></span><span class="Apple-style-span" style="border-collapse: separate; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; orphans: 2; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px; font-family:'Times New Roman';font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="line-height: 19px; text-align: left; "><suicidato><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;">Solo in quel momento, direttamente al Tribunale di Firenze, Marcolini viene a sapere di essere stato ricusato.</span></suicidato></span></span><span style="font-family:arial;font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;"><br /></span></span><span class="Apple-style-span" style="border-collapse: separate; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; orphans: 2; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px; font-family:'Times New Roman';font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="line-height: 19px; text-align: left; "><suicidato><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;">Domanda 4,5 e 6 : " E ora? Chi è questo nuovo Avvocato? Che faccio adesso?".</span></suicidato></span></span><span style="font-family:arial;font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;"><br /></span></span><span class="Apple-style-span" style="border-collapse: separate; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; orphans: 2; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px; font-family:'Times New Roman';font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="line-height: 19px; text-align: left; "><suicidato><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;">Dopo 4 ore di interrogatorio Niki esce: " vede il blindato che fa manovra per riprenderlo. Gli corro dietro. Voglio, Devo vederlo. Voglio solo dirgli che insieme saremo usciti da questo Incubo, che ce l'avremo fatta".</span></suicidato></span></span><span style="font-family:arial;font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;"><br /></span></span><span class="Apple-style-span" style="border-collapse: separate; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; orphans: 2; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px; font-family:'Times New Roman';font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="line-height: 19px; text-align: left; "><suicidato><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;">Gli Agenti, però, la allontanano. "Deve stare ad almeno 20 metri di distanza o arrestiamo anche lei!!", Le Urlano.</span></suicidato></span></span><span style="font-family:arial;font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;"><br /></span></span><span class="Apple-style-span" style="border-collapse: separate; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; orphans: 2; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px; font-family:'Times New Roman';font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="line-height: 19px; text-align: left; "><suicidato><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;">Ornella vede uscire il nuovo Avvocato, una donna che lavora per lo Studio Guerini, "le corro incontro e le chiedo aiuto. Devo vedere Niki, anche in sua presenza, ma lei mi risponde che avrei dovuto attendere le 48 ore successive all'interrogatorio". Ornella torna ad Avezzano. Ma dopo solo 20 ore la "telefonata".</span></suicidato></span></span><span style="font-family:arial;font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;"><br /></span></span><span class="Apple-style-span" style="border-collapse: separate; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; orphans: 2; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px; font-family:'Times New Roman';font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="line-height: 19px; text-align: left; "><suicidato><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;">" E FINISCE TUTTO".</span></suicidato></span></span><span style="font-family:arial;font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;"><br /></span></span><span class="Apple-style-span" style="border-collapse: separate; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; orphans: 2; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px; font-family:'Times New Roman';font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="line-height: 19px; text-align: left; "><suicidato><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;">Suicidio. Dicono.Durante l'ora d'aria, in bagno.</span><span class="Apple-converted-space"><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;"> </span></span></suicidato></span></span><span style="font-family:arial;font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;"><br /></span></span><span class="Apple-style-span" style="border-collapse: separate; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; orphans: 2; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px; font-family:'Times New Roman';font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="line-height: 19px; text-align: left; "><suicidato><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;">E' strano, però, che un ragazzo di 26 anni, incriminato "solo" per truffa informatica, che decide di collaborare con la Giustizia, decida di darsi la morte.</span></suicidato></span></span><span style="font-family:arial;font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;"><br /></span></span><span class="Apple-style-span" style="border-collapse: separate; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; orphans: 2; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px; font-family:'Times New Roman';font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="line-height: 19px; text-align: left; "><suicidato><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;">Certo, per il Garante dei detenuti della Regione Toscana, Franco Corleone, Niki "forse si era scoraggiato pensando a una lunga detenzione e poi ......aveva cambiato avvocato, altro segnale di inquietitudine" dichiarò a La Repubblica il 25 Giugno. " Hanno anche usato il fatto che Niki è stato costretto a cambiare legale per dimostrare la sua debolezza", denuncia Ornella.</span></suicidato></span></span><span style="font-family:arial;font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;"><br /></span></span><span class="Apple-style-span" style="border-collapse: separate; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; orphans: 2; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px; font-family:'Times New Roman';font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="line-height: 19px; text-align: left; "><suicidato><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;">Intanto suo marito e il cognato partono alla volta di San Marino per chiedere al padrone di casa di Niki un paio di mesi di tempo per svuotare l'appartamento.</span></suicidato></span></span><span style="font-family:arial;font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;"><br /></span></span><span class="Apple-style-span" style="border-collapse: separate; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; orphans: 2; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px; font-family:'Times New Roman';font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="line-height: 19px; text-align: left; "><suicidato><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;">Ma appena il proprietario di casa apre la porta, regolarmente chiusa, i tre vedono che all'interno non c'è più NULLA: nessun vestito, nessun effetto personale e, soprattutto, niente PC. " neanche una maglietta da abbracciare la notte per sentire l'odore di mio figlio".</span></suicidato></span></span><span style="font-family:arial;font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;"><br /></span></span><span class="Apple-style-span" style="border-collapse: separate; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; orphans: 2; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px; font-family:'Times New Roman';font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="line-height: 19px; text-align: left; "><suicidato><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;">Domanda 7 : " A chi interessava ripulire l'appartamento?"</span></suicidato></span></span><span style="font-family:arial;font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;"><br /></span></span><span class="Apple-style-span" style="border-collapse: separate; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; orphans: 2; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px; font-family:'Times New Roman';font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="line-height: 19px; text-align: left; "><suicidato><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;">Intanto trascorrono 90 giorni e il PM che si occupa dell'ipotesi di suicidio di Niki, Archivia il caso.</span></suicidato></span></span><span style="font-family:arial;font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;"><br /></span></span><span class="Apple-style-span" style="border-collapse: separate; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; orphans: 2; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px; font-family:'Times New Roman';font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="line-height: 19px; text-align: left; "><suicidato><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;">Allora Ornella parte alla volta di Firenze per ritirare la documentazione del carcere.</span></suicidato></span></span><span style="font-family:arial;font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;"><br /></span></span><span class="Apple-style-span" style="border-collapse: separate; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; orphans: 2; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px; font-family:'Times New Roman';font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="line-height: 19px; text-align: left; "><suicidato><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;">Nel verbale si legge la testimonianza di un Agente secondo cui, lui e Niki alle ore 10 del 24 Giugno stavano parlando del processo. Ma l'Autopsia riporta proprio alle 10 del 24 Giugno il momento del decesso.</span></suicidato></span></span><span style="font-family:arial;font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;"><br /></span></span><span class="Apple-style-span" style="border-collapse: separate; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; orphans: 2; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px; font-family:'Times New Roman';font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="line-height: 19px; text-align: left; "><suicidato><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;">solo questo, di per sè, dovrebbe vietare l'archiviazione del caso.</span></suicidato></span></span><span style="font-family:arial;font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;"><br /></span></span><span class="Apple-style-span" style="border-collapse: separate; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; orphans: 2; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px; font-family:'Times New Roman';font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="line-height: 19px; text-align: left; "><suicidato><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;">Domanda 8 : " Dove hanno parlato Niki e l'Agente, visto che nel verbale non è riportato?"</span></suicidato></span></span><span style="font-family:arial;font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;"><br /></span></span><span class="Apple-style-span" style="border-collapse: separate; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; orphans: 2; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px; font-family:'Times New Roman';font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="line-height: 19px; text-align: left; "><suicidato><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;">Domanda 9: "A che ora si sarebbe suicidato Niki???"</span></suicidato></span></span><span style="font-family:arial;font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;"><br /></span></span><span class="Apple-style-span" style="border-collapse: separate; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; orphans: 2; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px; font-family:'Times New Roman';font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="line-height: 19px; text-align: left; "><suicidato><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;">Come se non bastasse, nell'autopsia si legge che l'impiccaggione è avvenuta con dei lacci e dei jeans tagliati, "evidentemente inidonei a sostenere un corpo di 92 kg".</span></suicidato></span></span><span style="font-family:arial;font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;"><br /></span></span><span class="Apple-style-span" style="border-collapse: separate; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; orphans: 2; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px; font-family:'Times New Roman';font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="line-height: 19px; text-align: left; "><suicidato><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;">Nel bagno inoltre "non c'è altezza sufficiente fra i jeans appesi e il pavimento".</span></suicidato></span></span><span style="font-family:arial;font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;"><br /></span></span><span class="Apple-style-span" style="border-collapse: separate; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; orphans: 2; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px; font-family:'Times New Roman';font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="line-height: 19px; text-align: left; "><suicidato><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;">Domanda 10 "Come è possibile per un detenuto avere con sè in carcere dei lacci?"</span></suicidato></span></span><span style="font-family:arial;font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;"><br /></span></span><span class="Apple-style-span" style="border-collapse: separate; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; orphans: 2; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px; font-family:'Times New Roman';font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="line-height: 19px; text-align: left; "><suicidato><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;">Ornella ha però trovato il coraggio di guardare anche le foto di suo figlio senza vita e immediatamente ha constato come Niki fosse "in pigiama", pur avendo con se due paia di Jeans e non solo quelli con cui avrebbe commesso il gesto."</span></suicidato></span></span><span style="font-family:arial;font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;"><br /></span></span><span class="Apple-style-span" style="border-collapse: separate; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; orphans: 2; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px; font-family:'Times New Roman';font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="line-height: 19px; text-align: left; "><suicidato><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;">Ma la cosa che fa aumentare i dubbi è il fatto che Niki si sia suicidato durante l'ora d'aria "e nessuno esce mai in pigiama all'ora d'aria".</span></suicidato></span></span><span style="font-family:arial;font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;"><br /></span></span><span class="Apple-style-span" style="border-collapse: separate; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; orphans: 2; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px; font-family:'Times New Roman';font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="line-height: 19px; text-align: left; "><suicidato><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;">Non solo: al momento dell'autopsia, il Dott. Giuseppe Fortuni, perito di parte degli agenti incriminati nel caso Aldovrandi e in quello Bianzino, nella rappresentazione suicidaria, ha parlato di un segno di circa 6-7 centimetri lasciato dal cavallo dei jeans sul collo ma "il 24 settembre, dalle foto inserite nella documentazione, vedo che non c'è nessuna striscia di quelle dimensioni, ma SOLO il segno di un laccio".</span></suicidato></span></span><span style="font-family:arial;font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;"><br /></span></span><span class="Apple-style-span" style="border-collapse: separate; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; orphans: 2; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px; font-family:'Times New Roman';font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="line-height: 19px; text-align: left; "><suicidato><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;">Il 17 Ottobre arriverà anche la consulenza tecnica medico/legale di questo Dottore e ...... della striscia di 6/7 centimetri, nessuna traccia.</span></suicidato></span></span><span style="font-family:arial;font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;"><br /></span></span><span class="Apple-style-span" style="border-collapse: separate; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; orphans: 2; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px; font-family:'Times New Roman';font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="line-height: 19px; text-align: left; "><suicidato><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;">" E sì .... il Dottore si è confuso" mi risponderanno dallo Studio dell'Avv. Guerini, "oggi Amministratore della Sofisa", Società finanziaria San Marinese dove Niki faceva il Consulente.*</span></suicidato></span></span><span style="font-family:arial;font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;"><br /><br /></span></span><span class="Apple-style-span" style="border-collapse: separate; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; orphans: 2; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px; font-family:'Times New Roman';font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="line-height: 19px; text-align: left; "><suicidato><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;">***********************************</span></suicidato></span></span><span style="font-family:arial;font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;"><br /></span></span><span class="Apple-style-span" style="border-collapse: separate; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; orphans: 2; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px; font-family:'Times New Roman';font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="line-height: 19px; text-align: left; "><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;"><suicidato></suicidato></span></span></span><span style="font-family:arial;font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;"><br /><br /></span></span><span class="Apple-style-span" style="border-collapse: separate; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; orphans: 2; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px; font-family:'Times New Roman';font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="line-height: 19px; text-align: left; "><suicidato><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;">Ci sono da fare delle</span><span class="Apple-converted-space"><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;"> </span></span><strong><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;">rettifiche</span></strong><span class="Apple-converted-space"><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;"> </span></span><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;">che denotano l'assenza di documentazione ufficiale che abbiamo solo noi e i nostri Avvocati:</span></suicidato></span></span><span style="font-family:arial;font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;"><br /></span></span><span class="Apple-style-span" style="border-collapse: separate; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; orphans: 2; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px; font-family:'Times New Roman';font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="line-height: 19px; text-align: left; "><suicidato><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;">-Nel</span><span class="Apple-converted-space"><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;"> </span></span><strong><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;">telegramma l'Ordine</span><span class="Apple-converted-space"><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;"> </span></span></strong><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;">dato a Niki è di nominare</span><span class="Apple-converted-space"><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;"> </span></span><strong><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;">l'Avv. Giuseppina Morelli del foro di Bologna</span></strong><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;">, che fa parte dello Studio Guerini, non di nominare l'Avv.Umberto Guerini, che comunque subito mi affiancherà insieme all'Avv.Morelli.</span></suicidato></span></span><span style="font-family:arial;font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;"><br /></span></span><span class="Apple-style-span" style="border-collapse: separate; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; orphans: 2; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px; font-family:'Times New Roman';font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="line-height: 19px; text-align: left; "><suicidato><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;">- il Prof. Avv. Umberto Guerini non è Amministratore della</span><span class="Apple-converted-space"><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;"> </span></span><a href="http://www.libertas.sm/economia/Finanziarie/Fin_RSM_43.htm"><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;">Sofisa</span></a><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;">, ma bensì Presidente.</span></suicidato></span></span><span style="font-family:arial;font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;"><br /></span></span><span class="Apple-style-span" style="border-collapse: separate; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; orphans: 2; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px; font-family:'Times New Roman';font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="line-height: 19px; text-align: left; "><suicidato><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;">Sarà mia cura scrivere alla Redazione oggi stesso, per far operare le rettifiche descritte.</span></suicidato></span></span><span style="color: rgb(0, 0, 0);font-family:arial;font-size:100%;"><br /></span><span class="Apple-style-span" style="border-collapse: separate; color: rgb(0, 0, 0); font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; orphans: 2; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;font-family:'Times New Roman';font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(51, 51, 51); line-height: 19px; text-align: left;"><suicidato></suicidato></span></span><span style="color: rgb(0, 0, 0);font-family:arial;font-size:100%;"><br /></span><span class="Apple-style-span" style="border-collapse: separate; color: rgb(0, 0, 0); font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; orphans: 2; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;font-family:'Times New Roman';font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(51, 51, 51); line-height: 19px; text-align: left;"><suicidato><span><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;">Lei,</span></span><span class="Apple-converted-space"><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;"> </span></span><strong><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;">Prof. Avv. Umberto Guerini</span></strong><span><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;">, una volta mi disse che aveva un figlio dell'età di Niki,quindi spero, a maggior ragione, Lei possa capire, quanto bisogno possa avere una famiglia di Verità e di Giustizia, in un quadro tanto</span></span><span class="Apple-converted-space"><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;"> </span></span><strong><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;">inquietante e assurdo</span></strong><span><span class="Apple-style-span" style="color:#FFFFFF;">, quanto quello sopra descritto"</span></span>.</suicidato></span></span> (<a href="http://nikiaprilegatti.blogspot.com/2009/04/niki-aprile-gatti-liberazione-sfondato.html">Fonte</a>)<br /><br /><br /><span class="Apple-style-span" style="border-collapse: separate; color: rgb(0, 0, 0); font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; orphans: 2; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;font-family:georgia;font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="line-height: 19px; text-align: left;">* Da<span style="font-style: italic;"> Liberazione</span>, 28 aprile 2009, nota mia</span></span><span style="font-size:100%;"><br /></span><br /><br /><br />Links:<br /><br />Cosa c'è dietro la vicenda di Niki lo trovate qui:<br /><a href="http://www.alla-fonte.it/joomla/index.php?option=com_content&task=view&id=142&Itemid=27">http://www.alla-fonte.it/joomla/index.php?option=com_content&task=view&id=142&Itemid=27</a><br /><br />Dal blog dell'<a href="http://incarcerato.blogspot.com/">Incarcerato</a>, dove si trova una lunga serie di post sul fatto a cominciare da questo:<br /><a href="http://incarcerato.blogspot.com/2008/10/la-vita-spezzata-di-un-ragazzo.html">http://incarcerato.blogspot.com/2008/10/la-vita-spezzata-di-un-ragazzo.html</a><br /><br />Immancabile, il blog di Ornella Gemini, madre di Niki, che segue tutti gli sviluppi del caso:<br /><a href="http://nikiaprilegatti.blogspot.com/">http://nikiaprilegatti.blogspot.com/</a><br /></div>Matteohttp://www.blogger.com/profile/12314103862311165371noreply@blogger.com9tag:blogger.com,1999:blog-9046653174671372000.post-34994735909605190632010-05-09T11:33:00.000-07:002010-05-09T11:45:35.653-07:00Uno spettro si aggira per l'Europa<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhWxpJRRasstr_yElcTf8vk319yyChMLPHmE6KzmznkUVFfN_-3ILSR570YBRhe8iP0yGbj3s97mxPMqy75VPPdzcVcDRIkvNeow9OnXPeP_GOGeqdNC0qbzNJ1ziBWLFZCyJOL3CUD40-C/s1600/scioperi+grecia.jpg"><img style="float:left; margin:0 10px 10px 0;cursor:pointer; cursor:hand;width: 320px; height: 223px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhWxpJRRasstr_yElcTf8vk319yyChMLPHmE6KzmznkUVFfN_-3ILSR570YBRhe8iP0yGbj3s97mxPMqy75VPPdzcVcDRIkvNeow9OnXPeP_GOGeqdNC0qbzNJ1ziBWLFZCyJOL3CUD40-C/s320/scioperi+grecia.jpg" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5469341781607301986" /></a><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Ma questa volta non è lo spettro del comunismo, bensì quello del Capitale globale.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Abbiamo già visto il disastro sociale greco, causato dai tagli ingentissimi alla spesa pubblica e agli stipendi operata da parte del governo ellenico.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Una situazione, ci hanno raccontato, che andrebbe addebitata alla cattiva gestione dei greci della propria finanza pubblica e alla corruzione del paese.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Ci hanno raccontato che il debito pubblico della Grecia non va bene.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Quello che non ci hanno raccontato è che esistono paesi che si trovano in condizioni simili se non peggiori a quelle della penisola dell'Egeo per quanto riguarda il debito pubblico.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">A parte l'Italia, che ha un debito superiore a quello della Grecia (e a cui presto potrebbe toccare lo stesso destino) esiste un paese con un debito altissimo, il Giappone, che supera il 300 per cento del Pil, secondo solo a quello dello Zimbabwe, una cifra che in Italia e in Europa sarebbe più che sufficiente per far gelare il sangue agli economisti e ai politici.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Gli Stati Uniti, che adesso sembrano tanto interessati a ripianare i debiti altrui, hanno un debito di 35 mila miliardi di dollari che cresce a un ritmo vertiginoso. Gli Usa sono sempre stati un paese tradizionalmente poco attento alla tenuta del debito, lasciando le cinghie sempre abbastanza larghe - il che ha consentito anche all'economia americana di crescere - contrariamente a quanto avviene in Europa, almeno dai tempi dell'ossessione di Maastricht e dei grilli parlanti (anzi del gatto e della volpe) dei conti pubblici in Italia rappresentati dai Ciampi e dai Prodi.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">La stessa Italia, prima della “febbre dell'euro” e dell'inizio del progetto di una moneta unica, quindi dell'inizio di tutti quei vincoli alla finanza pubblica che hanno ridotto la sovranità degli stati membri, era una paese con un debito molto poco controllato e nonostante questo si può dire che l'economia della nostra penisola andasse molto meglio di oggi.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Leggete <a href="http://www.paolobarnard.info/intervento_mostra_go.php?id=181">questo articolo</a> interessantissimo di Paolo Barnard che ci spiega come l'adesione alla moneta unica abbia portato alla crisi greca e all'eventualità di una crisi anche per gli altri paesi europei. Il punto è che noi abbiamo una moneta che non possiamo regolare, perché l'euro non è emesso da alcuno stato. Prima dell'euro ogni stato aveva sovranità sulla propria moneta, che poteva decidere anche di svalutare quando ne aveva bisogno (operazione che come è noto ha sempre favorito l'esportazione dei prodotti italiani). Così per pagare il proprio debito gli stati europei potevano fare quello che fanno americani e giapponesi: stampare moneta.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Adesso però non possono più, perché nessuno di loro controlla l'euro. Per la prima volta usiamo una moneta su cui non abbiamo nessuna sovranità.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Di conseguenza, poiché i paesi dell'euro sono tutti vincolati a un'unica moneta, se uno di loro si trova in difficoltà a gestire il proprio debito, la situazione finisce per provocare danni anche a tutti quanti gli altri, anche di quelli che non hanno un debito particolarmente elevato.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Esistono due paesi chiave in questo quadro: l'Italia e il Portogallo. Della prima si sa. Del secondo è stato detto di tutto. Si è puntato il dito contro i portoghesi esattamente come un anno fa si era fatto con i greci, e così come con questi ultimi le agenzie di rating hanno iniziato la loro solita operazione di terrorismo psico-finanziario, minacciando di declassare la stima sul debito.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Eppure il Portogallo ha un debito per nulla eccessivo, inferiore a quello di Germania e Francia e di poco superiore a quello del Canada.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Sicuramente, quindi, gran parte dell'opera la fanno gli speculatori e le agenzie di rating che decidono molto spesso arbitrariamente quando un paese è in crisi e quando non lo è.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Il fatto però è che se gli investitori vengono spaventati in modo da causare un collasso dell'economia e se il Portogallo non riesce più a pagare i suoi debiti questo si ripercuoterà sull'Europa tutta.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Da una parte abbiamo quindi l'Italia, che ha un debito superiore a quello greco, e dall'altra il Portogallo. Per la prima, è grande il pericolo di trascinarsi dietro la Francia, che avrebbe 511 miliardi del debito italiano, pari al 20 % del Pil francese, per il secondo, invece esiste l'eventualità che possa contagiare la Spagna, per la stessa ragione. Un crollo della Spagna, poi significherebbe un grande danno anche per la Germania.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Una volta, venute meno, quindi Francia e Germania, le economie trainanti del continente, si può dire che tutta quanta l'Europa sarebbe coinvolta nella crisi.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Una situazione del genere, ovviamente, allargherebbe a tutta l'Europa le misure di contenimento della spesa e la macelleria sociale conseguente che vengono attuate adesso in Grecia. Quindi privatizzazioni, taglio degli stipendi, dei salari e delle pensioni, in sostanza ciò che vuole l'elite economico-finanziaria. Ma avrebbe l'altra conseguenza di demolire ciò che rimane della sovranità degli stati nazionali del nostro continente, che si troverebbero ostaggi del Fondo Monetario Internazionale e della BCE. Questo teatrino degli aiuti alla Grecia, che poi non sono aiuti, ma prestiti, che è stata messo su, punta dritto verso questo scenario. A prima vista sembrerebbe non esserci molta logica: prestare alla Grecia a un tasso elevato per permetterle di far fronte ai debiti, cioè, in sostanza, non si fa che sostituire dei debiti attuali con debiti ancora maggiori.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Ma questo rientra perfettamente nella politica di “aiuti” che il Fondo Monetario attua da parecchi decenni, sopratutto con i paesi del Terzo Mondo (e ormai non solo quelli), ricattandoli costantemente.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">La direzione intrapresa, quindi, ci porta dritti verso la realizzazione di quel progetto eversivo volto a scardinare le attuali istituzioni politiche per creare un “Nuovo Ordine Mondiale” di cui parlammo già <a href="http://eresiarossa-matteo.blogspot.com/2010/03/la-grecia-sotto-lassedio-del-bilderberg.html">qui</a>, dove gli stati non hanno alcuna voce in capitolo e tutto viene deciso dai vertici del capitalismo mondiale.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Esiste un'alternativa a questo scenario? A mio modo di vedere l'unica è quella di seguire l'esempio del popolo greco e ribellarsi a tutto questo, anche a costo di mettere a ferro e fuoco mezza Europa, se necessario.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Fonti:</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;"><a href="https://www.cia.gov/library/publications/the-world-factbook/rankorder/2186rank.html">https://www.cia.gov/library/publications/the-world-factbook/rankorder/2186rank.html</a></span></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><a href="http://www.nwo.it/debito_usa.html">http://www.nwo.it/debito_usa.html</a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><a href="http://www.paolobarnard.info/intervento_mostra_go.php?id=181">http://www.paolobarnard.info/intervento_mostra_go.php?id=181</a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><a href="http://www.banknoise.com/2010/05/grafico-la-rete-del-debito-dei-paesi-europei-come-puo-avvenire-il-contagio.html">http://www.banknoise.com/2010/05/grafico-la-rete-del-debito-dei-paesi-europei-come-puo-avvenire-il-contagio.html</a></div>Matteohttp://www.blogger.com/profile/12314103862311165371noreply@blogger.com10tag:blogger.com,1999:blog-9046653174671372000.post-39880460337232112372010-05-04T11:31:00.000-07:002010-05-04T11:50:26.709-07:00Ipazia, un'eroina del libero pensiero<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgDmS3NsWiRnnSW-wu1DrzEKvOKMiXTIvBMFjshPKSaBnQm3XhWC-cxvjgXbZOjf7gdacpvURqG8jK1_fbNSDneAdXA5yf8VWENbEnxPLXZGu_eQmabOopSCg2ZfyU9GhcfCNgeSA3AL_43/s1600/rachel-weisz-ipazia.jpg"><img style="margin: 0pt 10px 10px 0pt; float: left; cursor: pointer; width: 320px; height: 213px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgDmS3NsWiRnnSW-wu1DrzEKvOKMiXTIvBMFjshPKSaBnQm3XhWC-cxvjgXbZOjf7gdacpvURqG8jK1_fbNSDneAdXA5yf8VWENbEnxPLXZGu_eQmabOopSCg2ZfyU9GhcfCNgeSA3AL_43/s320/rachel-weisz-ipazia.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5467484977879493026" border="0" /></a><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Il film <i>Agora</i> di Alejandro Amenabar, in questi giorni nelle sale, rende giustizia a un figura femminile vittima del fanatismo religioso. Ipazia (370 – 415 d. C.) filosofa e scienziata di straordinaria intelligenza e di leggendaria bellezza, una personalità di primo piano nella cultura dell'epoca.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Filosofa di scuola neoplatonica godeva di grande stima e rispetto presso il mondo accademico e politico del IV e V secolo d. C. Non si hanno fonti dirette, ma secondo diverse testimonianze avrebbe avuto il merito di diversi progressi in astronomia tra cui l'invenzione dell'astrolabio.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Nel film Ipazia, interpretata dall'ottima Rachel Weisz, arriva addirittura a concepire non solo l'eliocentrismo e la centralità del Sole rispetto alla terra, teoria per la prima volta avanzata da Aristarco di Samo, ast</span><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">ronomo greco del IV e III secolo a. C., ma perfino l'orbita ellittica della Terra, che sarebbe poi stata formalizzata da Giovanni Keplero soltanto nel 1609.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Quel che è certo è che la studiosa alessandrina diede un'importante contributo allo studio dei moti astrali. Figlia del matematico Teone seguì le orme paterne, ma allargò i suoi interessi oltre che alla scienza anche alla filosofia, tanto che Socrate Scolastico ce la presenta come l'unica erede di Plotino.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">La vicenda storica si colloca ad Alessandria d'Egitto, città cosmopolita e di grande vivacità culturale da quando Tolomeo (IV secolo a. C.) sovrano d'Egitto e successore di Alessandro il Grande aveva fatto costruire il Museo e la Biblioteca, fari del sapere per secoli.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Con l'avvento del Cristianesimo (l'imperatore Teodosio nel 391 e 392 sancì l'ufficialità della religione cristiana e la proibizione di ogni culto pagano) la situazione di Alessandria cambiò; con la feroce politica del vescovo Teofilo i templi pagani vennero distrutti o trasformati in chiese e i pagani perseguitati.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Nel pieno della crisi del Paganesimo e dell'affermazione di un Cristianesimo violento e oscurantista, che vede le scienze degli elleni come una minaccia e un'eresia – i cristiani distrussero la grande Biblioteca, si salvarono solo poche opere – la figura di Ipazia emerge in tutto il suo splendore e se ne comprende tutto il fascino che esercitò tanto sui suoi contemporanei quanto su molti pensatori e storici successivi. Distante, non solo dal cristianesimo, ma anche dal paganesimo più misticheggiante, fu una guida indiscussa sia in campo scientifico e filosofico che politico, esercitando grande influenza sul prefetto di Alessandria, Oreste.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Quando a Teofilo successe Cirillo gli eventi precipitarono, quest'ultimo fu responsabile di una feroce campagna contro i pagani e gli ebrei e di quest'ultimi ordinò persino la cacciata dalla città. Con le sue “ronde” (i <i>p</i></span><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;"><i>arabolani</i>, monaci cristiani che si occupavano di sorvegliare la città) seminava distruzione tra tutti coloro che non fossero considerati cristiani abbastanza convinti.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">C'è da immaginare sotto quale luce doveva essere vista Ipazia, scienziata, pagana e per di più donna.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">I seguaci di una religione ch</span><a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgvwojiBal72etrJRRs-B-m32DEPW4j78-Uke-MMeFzqmfb1hSoO6oECzn7sTtwtyg2m1iKIH4Eo2TPBdQBZ6__3jM882XpCsUAT95QDp6r87LfrrUquKtlM1TFB-MBcff0lNfCv7bz-ZPp/s1600/ipazia.png"><img style="margin: 0pt 10px 10px 0pt; float: left; cursor: pointer; width: 218px; height: 320px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgvwojiBal72etrJRRs-B-m32DEPW4j78-Uke-MMeFzqmfb1hSoO6oECzn7sTtwtyg2m1iKIH4Eo2TPBdQBZ6__3jM882XpCsUAT95QDp6r87LfrrUquKtlM1TFB-MBcff0lNfCv7bz-ZPp/s320/ipazia.png" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5467486143971593474" border="0" /></a><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">e predicava l'inferiorità della donna (Paolo di Tarso comandava la sottomissione del genere f</span><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">emminile e la proibizione per le donne di insegnare agli uomini) sicuramente non dovevano</span><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;"> prendere in simpatia una donna che parlava liberamente di filosofia nelle piazze e che insegnava ai propri discepoli l'astronomia e la matematica, che si prendeva la libertà di intervenire nelle assemblee politiche (e il suo parere veniva preso sempre in seria considerazione) e che per di più non aveva mai accettato il cristianesimo.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Cirillo non aveva certo scrupolo di intervenire nelle questione amministrative dell'impero, nonostante ciò non gli competesse affatto; uno dei tanti esempi, questo, dell'ingerenza che la Chiesa ha sempre esercitato nelle questioni politiche e ciò ovviamente doveva causare una disputa con il prefetto Or</span><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">este. Questi venne preso di mira dai parabolani, uno dei quali lo ferì alla testa con un sasso. Le guardie imperiali catturarono il responsabile, un certo Ammonio, e lo uccisero. Cirillo, per tutta risposta dichiarò Ammonio martire della fede cristiana.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Ma l'odio dei parabolani e le mire del vescovo Cirillo non erano certo svaniti e la vittima designata fu Ipazia, accusata d</span><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">i aver “stregato” Oreste e di essere la causa dei suoi litigi col vescovo. La donna venne catturata dai parabolani e brutalmente assassinata. Così lo storico Socrate Scolastico descrive il misfatto: “Tiratala giù dal carro, la trascinarono fino alla chiesa che prendeva il nome da Cesario; qui, strappatale la veste, la uccisero usando dei cocci. Dopo che l'ebbero fatta a pezzi membro a membro, trasportati i brandelli del suo corpo nel cosiddetto Cinerone, cancellarono ogni traccia bruciandoli”.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Il filosofo Damascio accusò ancor più esplicitamente Cirillo di aver organizzato la cattura l'uccisione di Ipazia.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Venne aperta un'inchiesta sull'accaduto, presto insabbiata, per la vicinanza della reggente dell'Impero Romano d'Oriente, Pulcheria, alle posizioni di Cirillo.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Cirillo venne proclamato santo dalla Chiesa cattolica.</span></div>Matteohttp://www.blogger.com/profile/12314103862311165371noreply@blogger.com11tag:blogger.com,1999:blog-9046653174671372000.post-12729011342254375692010-05-01T11:10:00.000-07:002010-05-03T08:40:57.389-07:00Come nacque la Festa dei Lavoratori<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgzcXdxVCaAtC4QJIrMKR8_P_YJKfEK3qAsCwgEgTC4Tv_oTckvSdR2BMTR_vsJyT_ch6p8FwAHhHGQS7ehk8yCOWAv9JSvaopXDEFBUZtCXv6PJtzShHxfgfsOF6owAsuYOJ2jzpLGcYIV/s1600/1+maggio.jpg"><img style="float:left; margin:0 10px 10px 0;cursor:pointer; cursor:hand;width: 226px; height: 320px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgzcXdxVCaAtC4QJIrMKR8_P_YJKfEK3qAsCwgEgTC4Tv_oTckvSdR2BMTR_vsJyT_ch6p8FwAHhHGQS7ehk8yCOWAv9JSvaopXDEFBUZtCXv6PJtzShHxfgfsOF6owAsuYOJ2jzpLGcYIV/s320/1+maggio.jpg" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5466367503643210674" /></a><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">La festa del primo maggio è legata strettamente alle lotte operaie e alla conquista dell'orario di lavoro di otto ore.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">La sua prima comparsa si ha nel 1882 a New York a seguito di una manifestazione organizzata dai Cavalieri del Lavoro, un'organizzazione sindacale.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Ma l'evento che sarà destinato a legare questa ricorrenza alla storia del movimento operaio di tutti i tempi e di tutti i paesi è la cosiddetta rivolta di Haymarket.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Il primo maggio 1886 venne organizzata una giornata di sciopero a Chicago. La polizia attaccò deliberatamente i manifestanti e provocò la morte di due di loro. Questo scatenò la protesta operaia che proseguì fino al 4 maggio, con un presidio ad Haymarket Square. La manifestazione si svolgeva pacificamente quando la polizia iniziò inspiegabilmente a disperdere la folla. A questo punto una bomba venne lanciata contro un poliziotto uccidendolo. La polizia sparò sulla folla uccidendo undici persone.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">A seguito di questo fatto ci fu un processo in cui otto anarchici risultavano accusati di aver istigato il lancio della bomba. Nonostante la mancanza di prove gli imputati furono condannati a morte tranne tre di loro la cui condanna fu comminata all'ergastolo e in seguito graziati.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Da allora con la condanna di cinque innocenti il primo maggio diventerà una ricorrenza internazionale per tutti i lavoratori.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">In Europa esso fu riconosciuto dalla Seconda Internazionale dopo il Congresso di Parigi del 1889.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">In Italia la festa fu soppressa durante il fascismo e venne ripristinata nel 1945.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Il Partito Operaio italiano diffuse questa ricorrenza nel 1890 con un manifesto:</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;"><i>Colla giornata di 8 ore di lavoro aumenterà il bisogno di lavoratori, e molti, che oggi sono condannati alla disoccupazione, troveranno il desiderato lavoro. Colla giornata di 8 ore di lavoro, aumentati i lavoratori, sarà aumentato il numero dei consumatori. Consumo aumentato vuol dire aumentata la domanda dei prodotti e conseguentemente aumentata la richiesta di operai che lavorano e producono. Colla giornata di 8 ore di lavoro, aumentata la richiesta di operai, i salari aumenteranno essi pure. Colla giornata di 8 ore di lavoro avremo 8 ore per il riposo e 8 ore per l'istruzione, educazione e ricreazione. Colla giornata di 8 ore di lavoro la nostra salute sarà meglio garantita e la nostra vita sarà prolungata. Colla giornata di 8 ore di lavoro la famiglia dell'operaio funzionerà secondo le leggi naturali degli affetti e secondo i fini che la famiglia deve avere nel mondo. Colla giornata di 8 ore di lavoro i nostri figli troveranno nell'amore della propria madre e negli insegnamenti della scuola la sicura preparazione di un avvenire degno dell'uomo. Colla giornata di 8 ore di lavoro gli operai cesseranno di essere strumenti in completa balìa d'altrui e cominceranno veramente a sentirsi uomini e a valere come tali. Compagni e compagne! La rivendicazione delle 8 ore di lavoro, conquistata con la nostra intelligenza, colla nostra costanza, colle nostre forze e virtù, sarà la prova più grande e indiscutibile che siamo degni di quella completa emancipazione che è la meta di tutti i nostri desideri.</i></span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;"><i><br /></i></span></div><div style="text-align: justify;"><i><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;"><object width="425" height="344"><param name="movie" value="http://www.youtube.com/v/yUNo8g7v8rc&hl=it_IT&fs=1&color1=0x5d1719&color2=0xcd311b"><param name="allowFullScreen" value="true"><param name="allowscriptaccess" value="always"><embed src="http://www.youtube.com/v/yUNo8g7v8rc&hl=it_IT&fs=1&color1=0x5d1719&color2=0xcd311b" type="application/x-shockwave-flash" allowscriptaccess="always" allowfullscreen="true" width="425" height="344"></embed></object></span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;"><br /></span></i></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Buon Primo Maggio a tutti!</span></div>Matteohttp://www.blogger.com/profile/12314103862311165371noreply@blogger.com8tag:blogger.com,1999:blog-9046653174671372000.post-34084224897987484882010-04-29T07:32:00.000-07:002010-04-29T07:49:06.279-07:00Sì, siete razzisti<div style="text-align: justify;"><a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgS9TbxEUbHsfuIIttAQd35-1vqpJZBOXJjGc76ldbM9EXv_2P_6UP0aQxah-L3CO2-F6x66WrFQS-Xp15PwPvX5Fl6ZWYCsF_8SM_Q_WYqME3Ed_Q2aLFwiRFir-dKK-ifZZrHShbOsYQb/s1600/lega+nord+razzisti.jpg"><img style="margin: 0pt 10px 10px 0pt; float: left; cursor: pointer; width: 280px; height: 280px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgS9TbxEUbHsfuIIttAQd35-1vqpJZBOXJjGc76ldbM9EXv_2P_6UP0aQxah-L3CO2-F6x66WrFQS-Xp15PwPvX5Fl6ZWYCsF_8SM_Q_WYqME3Ed_Q2aLFwiRFir-dKK-ifZZrHShbOsYQb/s320/lega+nord+razzisti.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5465568601789189458" border="0" /></a><span style="font-family: georgia; color: rgb(0, 0, 0);">Non ci sono più quei razzisti di una volta, che ce l'avevano coi “negri” e con gli ebrei e che di essere razzisti ne erano orgogliosi e lo ammettevano apertamente. </span></div><p style="margin-bottom: 0cm; font-style: normal; text-align: justify; color: rgb(0, 0, 0);font-family:georgia;"><span style="font-weight: normal;">Oggi i razzisti si offendono se li chiami razzisti. Sono responsabili di comportamenti che sicuramente potrebbero essere qualificati come razzismo, ma non vogliono ammetterlo. Sono quelli che “prima gli italiani”, che vogliono favorire i nativi rispetto agli immigrati e che cacciano i bambini immigrati dalle mense scolastiche, che fanno morire le bambine extracomunitarie senza dare loro l'assistenza medica che la nostra Costituzione </span><i><span style="font-weight: normal;">obbliga</span></i><span style="font-weight: normal;"> a dare, per tutti gli individui, non solo per quelli con la cittadinanza. Quelli che impediscono le costruzioni delle moschee, quelli che “gli immigrati ci rubano il lavoro e la casa”, quelli che “ se non vi sta bene potete cambiare paese”, quelli che “l'Italia agli italiani” oppure (altra versione di chi non può dire di amare un paese il cui tricolore usa per nettarsi l'ano) “padroni a casa propria”. Dopo che costoro hanno enumerato una serie di insulsi stereotipi, che ovviamente non sarebbero mai capaci di motivare e di argomentare se qualcuno gliene chiedesse ragione, aggiungono candidamente “io non sono razzista”.</span></p><div style="text-align: justify; font-family: georgia; color: rgb(0, 0, 0);"> </div><p style="margin-bottom: 0cm; font-style: normal; font-weight: normal; text-align: justify; font-family: georgia; color: rgb(0, 0, 0);"> Questa ipocrisia è qualcosa di insopportabile. Se volete seguire i fascisti in camicia verde, fate pure, ma ameno assumetevi la responsabilità delle conseguenze di questa scelta.</p><div style="text-align: justify; font-family: georgia; color: rgb(0, 0, 0);"> </div><p style="margin-bottom: 0cm; font-style: normal; text-align: justify; color: rgb(0, 0, 0);font-family:georgia;"><span style="font-weight: normal;">Cito da <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Razzismo">wikipedia</a> alla voce </span><i><span style="font-weight: normal;">razzismo</span></i><span style="font-weight: normal;">:</span></p><div style="text-align: justify; font-family: georgia;"> </div><p style="margin-bottom: 0cm; font-style: normal; font-weight: normal; text-align: justify; font-family: georgia;"><br /></p><div style="text-align: justify; font-family: georgia;"> </div><p style="margin-bottom: 0cm; font-style: normal; text-align: justify;font-family:georgia;">“<span style="font-weight: normal;">Nella sua definizione più semplice, per </span><b>razzismo</b><span style="font-weight: normal;"> si intende la convinzione che la <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Homo_sapiens_sapiens">specie umana</a> sia suddivisa in razze <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Biologia">biologicamente</a> distinte e caratterizzate da diversi tratti somatici e diverse capacità intellettive, e la conseguente idea che sia possibile determinare una gerarchia di valore secondo cui una particolare razza possa essere definita "superiore" o "inferiore" a un'altra. </span> </p><div style="text-align: justify; font-family: georgia;"> </div><p style="font-style: normal; font-weight: normal; text-align: justify; font-family: georgia;">Più analiticamente si possono distinguere diverse accezioni del termine:</p><div style="text-align: justify; font-family: georgia;"> </div><h2 class="western" style="font-style: normal; font-weight: normal; text-align: justify; font-family: georgia;"><a name="Definizione"></a> Definizione</h2><div style="text-align: justify; font-family: georgia;"> </div><p style="font-style: normal; font-weight: normal; text-align: justify; font-family: georgia;"><br /><br /></p><div style="text-align: justify; font-family: georgia;"> </div><ol style="text-align: justify; font-family: georgia;"><li><p style="margin-bottom: 0cm;"><a name="cite_ref-0"></a>storicamente rappresenta un insieme di teorie con fondamenti anche molto antichi (ma smentite dalla scienza moderna) e manifestatesi in ogni epoca con pratiche di oppressione e <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Segregazione_razziale">segregazione razziale</a>, che sostengono che la specie umana sarebbe un insieme di <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Razza">razze</a>, <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Biologia">biologicamente</a> differenti, e gerarchicamente ineguali. Tra gli ispiratori ideologici degli aspetti contemporanei di questa teoria vi fu l'aristocratico francese <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Joseph_Arthur_de_Gobineau">Joseph Arthur de Gobineau</a>, autore di un <i>Essai sur l'inégalité des races humaines</i><a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Razzismo#cite_note-0">[1]</a> (<i>Saggio sulla diseguaglianza delle razze umane</i>, <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/1853">1853</a>-<a href="http://it.wikipedia.org/wiki/1855">1855</a>). Nel <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/XIX_secolo">XIX secolo</a> quello che sarebbe stato poi definito razzismo nel secolo successivo ebbe rilevanza scientifica, al punto da venire oggi chiamata dagli storici <i>razzismo scientifico</i>. Intorno al <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/1850">1850</a> il razzismo esce dall'ambito scientifico e assume una connotazione politica, diventando l'alibi con cui si cerca di giustificare la legittimità di prevaricazioni e violenze. Una delle massime espressioni di questo uso è stato il <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Nazionalsocialismo">nazionalsocialismo</a>. </p> </li><li><p style="margin-bottom: 0cm;">in senso colloquiale definisce <span style="font-weight: bold;">ogni atteggiamento attivo di </span><a style="font-weight: bold;" href="http://it.wikipedia.org/wiki/Intolleranza">intolleranza</a><span style="font-weight: bold;"> (che può tradursi in minacce, discriminazione, violenza) verso gruppi di persone identificabili attraverso la loro </span><a style="font-weight: bold;" href="http://it.wikipedia.org/wiki/Cultura">cultura</a><span style="font-weight: bold;">, </span><a style="font-weight: bold;" href="http://it.wikipedia.org/wiki/Religione">religione</a><span style="font-weight: bold;">, </span><a style="font-weight: bold;" href="http://it.wikipedia.org/wiki/Etnia">etnia</a><span style="font-weight: bold;">, </span><a style="font-weight: bold;" href="http://it.wikipedia.org/wiki/Sesso_%28biologia%29">sesso</a><span style="font-weight: bold;">, </span><a style="font-weight: bold;" href="http://it.wikipedia.org/wiki/Sessualit%C3%A0">sessualità</a><span style="font-weight: bold;">, aspetto fisico o altre caratteristiche.</span> In tale senso, però, sarebbero più corretti, anche se sono raramente usati nel linguaggio popolare corrente, termini come <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Xenofobia">xenofobia</a> o meglio ancora <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Etnocentrismo">etnocentrismo</a> </p> </li><li><p>in senso più lato, e di uso non appropriato, comprende anche ogni atteggiamento passivo di <a href="http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Insofferenza&action=edit&redlink=1">insofferenza</a>, <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Pregiudizio">pregiudizio</a>, <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Discriminazione">discriminazione</a> verso persone che si identificano attraverso la loro regione di provenienza, cultura, religione, etnia, sesso, sessualità, aspetto fisico, accento dialettale o pronuncia difettosa, abbigliamento, modo di socializzarsi o altre caratteristiche”.</p> </li></ol><div style="text-align: justify; font-family: georgia;"> </div><p face="georgia" style="text-align: justify;"><br /><br /></p><div style="text-align: justify; font-family: georgia;"> </div><p style="text-align: justify; font-family: georgia;">Da <a href="http://www.wordreference.com/definizione/razzismo">World Reference.com</a>: “la convinzione che alcune razze siano inferiori e quindi vadano trattate in modo diverso rispetto ad altre o addirittura sterminate </p><div style="text-align: justify; font-family: georgia;"> </div><ul face="georgia" style="text-align: justify;"><li><p>in generale <b>l'atteggiamento di chi disprezza chi è diverso</b>”</p> </li></ul><div style="text-align: justify; font-family: georgia;"> </div><p style="text-align: justify; font-family: georgia;">Dal <a href="http://dizionari.corriere.it/dizionario_italiano/R/razzismo.shtml">Sabatini Coletti</a>: “<strong><span style="color:#000000;"><span style="font-size:100%;"><span style="font-style: normal;"><b>1 </b></span></span></span></strong><span style="color:#000000;"><span style="font-size:100%;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Ideologia che, fondata su un'arbitraria distinzione dell'uomo in razze, giustifica la supremazia di un'etnia sulle altre e intende realizzarla attraverso politiche discriminatorie e persecutorie</span></span></span></span></p><div style="text-align: justify; font-family: georgia;"> </div><ul style="text-align: justify; font-family: georgia;"><li><p style="border: medium none ; padding: 0cm; margin-bottom: 0cm; line-height: 0.48cm; widows: 2; orphans: 2;"> <strong><span style="color:#000000;"><span style="font-size:100%;"><span style="font-style: normal;"><b>2 </b></span></span></span></strong><span style="color:#000000;"><span style="font-size:100%;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">estens. </span></span></span></span><span style="color:#000000;"><span style="font-size:100%;"><span style="font-style: normal;"><b>Ogni atteggiamento o manifestazione di intolleranza</b>"</span></span></span></p> </li></ul><div style="text-align: justify; font-family: georgia;"> </div><p style="text-align: justify; font-family: georgia;"><br /><br /></p><div style="text-align: justify; font-family: georgia;"> </div><p style="text-align: justify; font-family: georgia;"><br /><br /></p><div style="text-align: justify; font-family: georgia;"> </div><p style="margin-bottom: 0cm; font-style: normal; font-weight: normal; text-align: justify; font-family: georgia;"> <span style="color: rgb(0, 0, 0);">È evidente quindi che con razzismo non si intende solo la credenza nell'esistenza di razza superiori e inferiori, ma questo termine con il tempo ha finito per designare anche l'intolleranza e la discriminazione nei confronti di una data cultura, etnia, religione, ecc.</span><br /></p><p style="margin-bottom: 0cm; font-style: normal; font-weight: normal; text-align: justify; font-family: georgia; color: rgb(0, 0, 0);">Quindi comportamenti come privilegiare gli italiani rispetto agli immigrati, nelle graduatorie per le case popolari o nei sussidi, e via dicendo, possono essere definiti tranquillamente comportamenti razzisti.</p><div style="text-align: justify; font-family: georgia; color: rgb(0, 0, 0);"> </div><p style="margin-bottom: 0cm; font-style: normal; font-weight: normal; text-align: justify; font-family: georgia;"><span style="color: rgb(0, 0, 0);"> Perciò che non si affannino più tutti questi sindaci, parlamentari e ministri leghisti a negare una qualità incontrovertibile dei loro elettori. Per la lingua italiana lo sono, e finché non viene inventato il padano dovranno accettare di essere chiamati razzisti, a meno che non smettano di comportarsi come tali. Perché quindi, avere, anche da parte di noi</span> <a href="http://ita.anarchopedia.org/antirazzismo">antirazzisti </a><span style="color: rgb(0, 0, 0);">, un inutile riserbo nell'usare la lingua italiana? Sarebbe bene che quando, dopo un'affermazione del tipo “fuori dalle balle”, volessero aggiungere “ma non sono razzista” qualcuno facesse loro notare, dizionario alla mano, che invece lo sono eccome. Poi ognuno è libero di esprimere le proprie idee e anche i propri pregiudizi. Se vuole vivere in una società dove gli italiani vengono favoriti rispetto agli immigrati, hanno diritto di esprimere questa opinione, a patto però di assumersene la responsabilità e di accettare l'inevitabile e corretto epiteto di razzista.</span></p>Matteohttp://www.blogger.com/profile/12314103862311165371noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-9046653174671372000.post-17534907768556478872010-04-27T04:05:00.000-07:002010-04-27T04:47:10.125-07:00Cos'è il 25 aprile<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj4p9EOrf4EhqwmM4g7MOC9WYonwzA-BiOOFanyPbU2v-TVhVA9qsvoIbRPAzyKY8WbpWpoFmPhn3INV0VNTGvrn0eJr5O0bW71zqVCfyItyOPjeS0kZGdbej_DFrhk-BTAl0Xulw30NZ0S/s1600/25+aprile.jpg"><img style="float:left; margin:0 10px 10px 0;cursor:pointer; cursor:hand;width: 285px; height: 320px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj4p9EOrf4EhqwmM4g7MOC9WYonwzA-BiOOFanyPbU2v-TVhVA9qsvoIbRPAzyKY8WbpWpoFmPhn3INV0VNTGvrn0eJr5O0bW71zqVCfyItyOPjeS0kZGdbej_DFrhk-BTAl0Xulw30NZ0S/s320/25+aprile.jpg" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5464782329435343490" /></a><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Per quanto riguarda le polemiche che ci sono state sul 25 aprile vorrei dire anch'io la mia.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Il 25 aprile è la festa della Liberazione, non della "libertà".</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Il 25 aprile è la festa degli italiani che si sono liberati, non degli americani liberatori.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Il 25 aprile è la festa di tutti quelli che considerano il fascismo un male, dall'inizio alla fine, non la festa dei fascisti riabilitati.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Il 25 aprile </span><i><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">non</span></i><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;"> è "la festa di tutti gli italiani" ma la festa di tutti gli italiani antifascisti.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Il 25 aprile è la festa di tutti coloro che odiano ogni genere di fascismo, vecchio o nuovo.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">il 25 aprile è la festa di coloro e solo di coloro che non infangano la Resistenza e che non diffondono calunnie su di essa,</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Il 25 aprile </span><i><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">non</span></i><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;"> è la festa di chi dice "gli americani ci hanno liberato sia dai fascisti che dai comunisti".</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Il 25 aprile è la festa di chi è grato ai partigiani.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Il 25 aprile </span><i><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">non </span></i><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">è la festa di chi dice "Mussolini non ha ammazzato nessuno".</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Il 25 aprile è la festa di chi si riconosce negli ideali su cui si fonda la Costituzione.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Il 25 aprile </span><i><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">non</span></i><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;"> è la festa di chi quella Costituzione vuole cambiarla per creare un governo autoritario e uno stato diviso.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Il 25 aprile è la festa degli italiani e dei non italiani che vivono e lavorano in Italia e che danno il loro contributo alla comunità.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Il 25 aprile </span><i><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">non </span></i><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">è la festa dei razzisti e degli xenofobi che vogliono un'Italia etnica.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Il 25 aprile è la festa di chi ha contribuito e contribuisce alla costruzione di un'Italia migliore, quindi più vicina a quella immaginata dai partigiani, con la sua militanza civile o politica, ma anche solo con il suo lavoro o con il suo impegno nella vita.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Il 25 aprile </span><i><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">non </span></i><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">è la festa di chi sfrutta il lavoro, di chi evade le tasse, di chi specula sui mercati, dei banchieri usurai, dei padroni che fanno morire gli operai, dei mafiosi e dei parassiti che succhiano il sangue di questa nazione.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Il 25 aprile è la festa di chi ama non una "libertà" astrattamente idealizzata, come una parola vuota e retorica, ma quella libertà che i nostri nonni che andavano sui monti a combattere hanno sognato e per cui hanno combattuto, quella libertà che adesso manca e che potrà essere trovata solo nella lotta contro i nuovi fascismi.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Tanto per mettere le cose in chiaro.</span></div>Matteohttp://www.blogger.com/profile/12314103862311165371noreply@blogger.com6tag:blogger.com,1999:blog-9046653174671372000.post-55990152615118915872010-04-21T03:13:00.000-07:002010-04-21T03:32:55.476-07:00Difendiamo la controinformazione<div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;">La mafia ha molti volti, ma sempre la stessa caratteristica, quella di intimidire chi tenta di dire la verità.</span><br /><span style="font-family: georgia;">Diffondo perciò due appelli per il sostegno a due giornalisti, alla loro vita e alla loro attività. Uno di essi per il suo lavoro rischia la carriera, un altro addirittura la vita.</span><br /></div><br /><h2 style="text-align: justify;"><a href="http://www.cloroalclero.com/?p=3984">"Non lasciamo solo Gianni Lannes. Si batte per tutti noi"</a></h2><br /> <div style="text-align: justify;" class="post-info"><br /></div><div> </div><p style="text-align: justify;"><img src="http://www.ilfattoonline.com/images/stories/fotobuone/stefania-prestigiacomo.jpg" alt="" /><br />"Era settembre 2009, ve la ricordate quella brutta storia di<strong> navi dei veleni affondate al largo delle coste calabresi</strong>? Quel traffico allucinante che <a href="http://www.oltrelacoltre.com/?p=1076">va avanti da decenni</a> facendo <a href="http://www.repubblica.it/2009/09/sezioni/cronaca/nave-veleni/trovata/trovata.html">ammalare il popolo calabrese</a> di tumori in modo <a href="http://www.repubblica.it/2009/09/sezioni/cronaca/nave-veleni/nave-veleni/nave-veleni.html">insolitamente frequente e</a> di cui a settembre la stampa parlò (solo) perchè <strong>un pentito di mafia</strong> tirò fuori questa storia…<br /><img src="http://www.telereggiocalabria.it/images/news/navedeiveleni.bmp" alt="" /><br /></p><div style="text-align: justify;"> </div><p style="text-align: justify;">Se ne era occupato<strong> (e se ne sta occupando tuttora) <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Gianni_Lannes">Gianni Lannes</a></strong>, un giornalista di <a href="http://www.italiaterranostra.it/">Terra Nostra,</a> che aveva indagato sulle<strong> società colluse con la ‘ndrangheta che si occupano di smaltire i rifiuti nucleari </strong>da piazzare su navi destinate all’affondamento. Do You Remember?</p><div style="text-align: justify;"> </div><p style="text-align: justify;"><object data="http://www.youtube.com/v/jKNfJmQvY24&feature" type="application/x-shockwave-flash" height="350" width="425"><param name="src" value="http://www.youtube.com/v/jKNfJmQvY24&feature"></object></p><div style="text-align: justify;"> </div><p style="text-align: justify;">Come era “finita”, o meglio: cosa dissero i media prima che <strong>tornassero a non occuparsi piu’</strong> di questa storia?</p><div style="text-align: justify;"> </div><p style="text-align: justify;">1) che la<strong> Prestigiacomo</strong> aveva smentito Lannes, dicendo che le navi affondate <strong>non erano navi piene di rifiuti radioattivi ma <a href="http://www.greenreport.it/_new/index.php?page=default&id=3382&lang=it">relitti della prima guerra mondiale</a></strong> <img src="http://www.cloroalclero.com/wp-includes/images/smilies/icon_biggrin.gif" alt=":-D" class="wp-smiley" /> </p><div style="text-align: justify;"> </div><p style="text-align: justify;">2) Che Lannes propose a Prestigiacomo un incontro pubblico in cui avrebbe portato le prove (fotografiche e documentali) del fatto che si sta morendo tutti di acqua resa radioattiva da un traffico trentennale di navi piene di rifiuti affondate nel Tirreno e che<strong> la Prestigiacomo si è guardata bene dall’accettare di presenziare a un qualsivoglia confronto con Lannes<br /></strong></p><div style="text-align: justify;"> </div><p style="text-align: justify;">3)Lannes (che, nel frattempo minacciato da anonimi l’hanno messo in guardia sull’incolumità sua e del suo bimbo piccolo, se avesse continuato ad occuparsi di ’sta brutta storia aveva ottenuto di girare sotto scorta) si era riproposto di<a href="http://www.reggiocalabrianotizie.it/nave-veleni-cetraro-lannes-qcaso-tuttaltro-che-chiusoq.html"> presentare ad Aprile in parlamento una documentazione riassuntiva completa sul fenomeno dell’affondamento di queste navi<br /></a></p><div style="text-align: justify;"> </div><p style="text-align: justify;">4) e mò che siamo ad aprile Lannes <a href="http://www.italiaterranostra.it/?p=4466">è stato di nuovo pesantemente minacciato:</a> lui, la sua famiglia e i collaboratori dell’organizzazione “Terra nostra” che Lannes dirige.<br /><strong>Non dimentichiamoci di Gianni Lannes</strong>. Ricordiamolo sempre nei blog, lui e la sua battaglia, pericolosissima, per la verità e per la salute di noi italiani. <strong>Non è famoso e ricco come Saviano, ma è altrettanto in pericolo, se non di piu’</strong>. Riporto il comunicato su queste ultime minacce a quest’uomo coraggioso e idealista. <strong>Non lasciamolo solo: sta combattendo per tutti contro un nemico gigantesco e apparentemente invincibile. </strong></p><div style="text-align: justify;"> <span class="postbody">da<a href="http://www.italiaterranostra.it/?p=4466"> Terra Nostra</a>, di cui Gianni Lannes è il direttore.</span><br /><span class="postbody"><em>Ben 4 telefonate anonime alle 6,30 del mattino hanno raggiunto e colpito la famiglia di Gianni Lannes. <strong>Il noto cronista è impegnato attualmente nelle battute finali della fruttuosa inchiesta giornalistica sull’affondamento nel Mediterraneo di navi, container, droni, penetratori e barili di rifiuti chimico-radioattivi</strong>. A tutt’oggi secondo le disposizioni del ministero dell’Interno il cronista gode di un livello di tutela della Polizia di Stato addirittura minimo. Il ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo ha rifiutato il contraddittorio televisivo sullo scottante tema proposto da Lannes prove alla mano".</em></span><br /><span class="postbody"><em></em></span><br /><span class="postbody"><em>da <a href="http://www.cloroalclero.com/?p=3984">Agorà di Cloro</a></em></span><br /><span class="postbody"><em></em></span><br /><span class="postbody"><em></em></span><br /><span class="postbody"><em></em></span><span></span></div><h3 style="text-align: justify;" class="post-title entry-title"> <a href="http://fulviogrimaldi.blogspot.com/2010/04/farla-finita-con-fulvio-grimaldi.html">"FARLA FINITA CON FULVIO GRIMALDI"</a> </h3><div style="text-align: justify;"> <a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjJ6MJ7ttBQgEboJFalFFyuMDwLMxJzBlZDj6ej5RbwVN1SuwLyUWsncn803I47ytNY6Cf3Esg-RC42PRz-yfgVACSfl_piwGgGka4Efhgaqcgo4aF3Gb3mJiWNfNnroDi3UGcRz_YeSyfi/s1600/Castro-ritirata.jpg"><img style="margin: 0px 10px 10px 0px; width: 320px; float: left; height: 275px;" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5462171029322992290" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjJ6MJ7ttBQgEboJFalFFyuMDwLMxJzBlZDj6ej5RbwVN1SuwLyUWsncn803I47ytNY6Cf3Esg-RC42PRz-yfgVACSfl_piwGgGka4Efhgaqcgo4aF3Gb3mJiWNfNnroDi3UGcRz_YeSyfi/s320/Castro-ritirata.jpg" border="0" /></a><br /></div><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgr5xlTk9UvzBc7mz_Jm68YWU-8ROTq6MjQbra4WskwvIZ8eubTpvqZvJBhB3_lfBcdUCusvT-1q4ullI5PPkWIQyuKKTlXhEdP2JNMuxFsITQZU1rfky1ivZyxwItoxzYgtbNHTLPm0-BM/s1600/luxuria2.png"><img style="margin: 0px 10px 10px 0px; width: 320px; float: left; height: 233px;" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5462170898889392434" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgr5xlTk9UvzBc7mz_Jm68YWU-8ROTq6MjQbra4WskwvIZ8eubTpvqZvJBhB3_lfBcdUCusvT-1q4ullI5PPkWIQyuKKTlXhEdP2JNMuxFsITQZU1rfky1ivZyxwItoxzYgtbNHTLPm0-BM/s320/luxuria2.png" border="0" /></a><br /><br /><strong></strong><br /><strong></strong><br /><strong></strong><br /><strong></strong><br /><strong></strong><br /><strong></strong><br /><strong></strong><br /><strong></strong><br /><strong></strong><br /><strong></strong><br /><strong></strong><br /><strong></strong><br /><strong></strong><br /><strong></strong><br /><strong>"Questa è davvero personale, però con implicazioni che non faticherete a vedere </strong><br /><strong>quanto siano generali. Qui sotto riproduco un appello a formare un gruppo di sostegno che ho inserito in facebook. E' in gioco qualcosa di più vasto e importante della salvaguardia di questa voce. Voce che molti di voi troveranno discutibile e anche insopportabile, che altri condividono e credono che debba sopravvivere. Se siete tra costoro, vi chiedo di aggiungervi alla lista che a oggi, in meno di cinque giorni, ha raggiunto i mille firmatari. E se poi ci credete e volete fare un ulteriore sforzo, potete anche indirizzare una lettera al quotidiano Liberazione. Forse tutto questo non servirà a impedire che i compagni del PRC mi inceneriscano, ma sarà quantomeno una prova che l'abuso, la censura, la tracotanza di qualsiasi potere, la soppressione di chi, nel nome della verità, osa dissentire da un qualsiasi vertice, non passano lisci.</strong><br /><br /><strong>Vi ringrazio</strong>.<br /><em>Testo su facebook</em><br /><br />Cari amici che avete la generosità di aver seguito e di seguire il mio lavoro a suo tempo sui giornali e in tv (Tg3), ora in rete (www.fulviogrimaldicontroblog.info) e con i video (documentari sulle situazioni di conflitto), vi racconto una vicenda del tutto esemplare per il quadro in cui ci muoviamo. E vi chiedo adesioni e supporto. Potrebbero essere importanti per l’esito finale.<br /><br />Il 9 maggio del 2003, collaboratore a contratto del quotidiano del PRC Liberazione, scrivevo nella mia rubrica un articolo su recenti accadimenti a Cuba che avevano visto la condanna a morte di tre terroristi, dirottatori a mano armata di un’imbarcazione cubana, e a pene detentive di altri 75. La valutazione di quei fatti non corrispondeva a quella data dall’allora segretario nazionale Fausto Bertinotti, né tantomeno allo tsunami di attacchi a Cuba da parte della destra mondiale, unanimi tutti nel deplorare il trattamento riservato a “intellettuali e giornalisti dissidenti”. Le mie informazioni, poi nel tempo confermate da documenti incontrovertibili, mi avevano fatto invece rivelare nell’articolo come quei “democratici dissidenti” fossero al soldo degli Stati Uniti e stessero preparando una campagna di azioni terroristiche, di cui il dirottamento sarebbe stato solo il primo. Erano cioè mercenari al soldo di uno Stato che lavorava per la distruzione della rivoluzione cubana. Il giorno successivo alla pubblicazione del pezzo, in cui peraltro deploravo quella come tutte le condanne a morte, fui licenziato su due piedi, pur nel pieno di una campagna del PRC in difesa dell’articolo 18 aggredito. Non ricevetti la lettera di prammatica del direttore, Curzi, ma solo una telefonata dell’amministratore. Chiesi di ricevere una comunicazione ufficiale. Non la ricevetti. Ma alla rabbia di numerosi lettori e compagni del PCR, che si espressero contro il brutale provvedimento con oltre 2000 firme, Bertinotti, Curzi e la vice-direttrice Gagliardi risposero sul giornale e su altri mezzi d’informazione (Il Foglio, Radio Anch’io), affermando cose false: che avrei deviato dal tema assegnatomi, l’ambiente, o che avrei deviato dalla linea politica del partito.<br /><br />La prima giustificazione era falsa, perché fin dal primo giorno della mia collaborazione, 1999, avevo potuto occuparmi in articoli e rubriche di ogni tema che volessi scegliere. Una smentita radicale veniva poi dalle mie corrispondenze di guerra dai conflitti nei Balcani, in Palestina e in Iraq, tutti viaggi effettuati a spese mie. Anche la seconda spiegazione era indebita, giacchè della linea politica della maggioranza si trattava semmai, non di quella di tutto il partito, in quanto una forte minoranza appoggiava le mie valutazioni. Inoltre era sempre stato affermato dai vertici del partito che nel partito stesso, come nel giornale, doveva essere rispettato il massimo della dialettica e del pluralismo. Un articolo dello Statuto del PRC garantiva addirittura il diritto degli iscritti di manifestare le proprie critiche alla linea del partito, perfino all’esterno del partito stesso. Il diritto di replica alla false affermazioni dei vertici, assicurato dalla legge sulla stampa, mi venne sistematicamente negato.<br /><br />Da questa vicenda ricavai un forte danno, oltreché morale, professionale, di perdita di credibilità e di prestigio tra compagni e lettori, anche di riduzione del bacino di coloro che erano interessati ai miei documentari e libri. Feci causa e la vinsi. Il risarcimento del danno fu calcolato dal giudice in 100mila euro. Ora, sette anni dopo, il giudice d’appello, contravvenendo a una consolidata giurisprudenza in materia di cause di lavoro, ha rovesciato tale sentenza e mi ha imposto di restituire quella somma. Somma, che forte appunto di quella giurisprudenza, ho impegnato in gran parte nei viaggi che mi hanno permesso di realizzare i miei documentari da Iraq, Palestina, America Latina, Balcani. Si ricordi che quando vinsi la causa, Bertinotti era il segretario di un piccolo partito di opposizione, quando si avviò l’appello, però, l’uomo aveva assunto la terza carica dello Stato.<br />A dispetto della sostanziale ingiustizia del provvedimento, ho offerto alla controparte una transazione per metà della somma. E’ stata respinta e mi si è manifestata l’intenzione di arrivare all’esecuzione, cioè al pignoramento di quanto possiedo. Sarebbe la fine della mia attività di militanza giornalistica, con ovvia soddisfazione di non pochi. Ho scritto a Paolo Ferrero, segretario del PRC, a Dino Greco, direttore di Liberazione, e a Roberto Natale, presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana. Ad oggi, nessuna risposta.<br /><br />Credo che a questo punto solo una forte pressione di quel pezzo di società che crede nell’informazione libera e nella libera espressione del pensiero, specie in un giornale e in un partito che si dicono comunisti, possa convincere i responsabili dal recedere da un comportamento che viola ogni principio normativo, etico e deontologico della mia professione. In attesa di altre iniziative cui sto pensando, come una conferenza stampa e uno sciopero della fame davanti alla sede di Liberazione e del PRC, chiedo alle persone di buona volontà di esprimere qui e in tutti i modi la solidarietà a questa causa di democrazia, giustizia e libertà. A una voce che rischia di essere soppressa. Grazie a tutti".<br /><br /><span style="font-style: italic;">da </span><a style="font-style: italic;" href="http://fulviogrimaldi.blogspot.com/2010/04/farla-finita-con-fulvio-grimaldi.html">Mondocane</a>Matteohttp://www.blogger.com/profile/12314103862311165371noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-9046653174671372000.post-16808792215721770782010-04-19T06:59:00.000-07:002010-04-20T03:23:46.305-07:00La famiglia prima di tutto<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiMnA2l1cDYhjHKhu2hlwxmUEzs-Dqpd7a1IYBhFZ-YVm2X67beLR9a6xM3VbLxMH-ZvKhtRu_w9UgkvyjaHjNue8qFKw-z3g3k_WGF__etKV2mKbwp-1wr4KzJJ0ckb5Pg0woumwVzBmGz/s1600/botero_famiglia+2.jpg"><img style="margin: 0pt 10px 10px 0pt; float: left; cursor: pointer; width: 254px; height: 320px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiMnA2l1cDYhjHKhu2hlwxmUEzs-Dqpd7a1IYBhFZ-YVm2X67beLR9a6xM3VbLxMH-ZvKhtRu_w9UgkvyjaHjNue8qFKw-z3g3k_WGF__etKV2mKbwp-1wr4KzJJ0ckb5Pg0woumwVzBmGz/s320/botero_famiglia+2.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5461848813686671122" border="0" /></a><span style="font-family:georgia;">È un paese, l'Italia, che va dritto verso il collasso, sociale, civile ed economico.</span><br /><div style="text-align: justify;font-family:georgia;">Un paese che ha vissuto una breve, troppo breve, stagione di quel riscatto tanto atteso nei secoli passati e che adesso sta ripiombando velocemente nell'abisso.<br />È difficile trovare un settore, della sfera economica, politica, sociale o culturale, che non sia attraversato da una crisi profonda e strutturale. Va male l'economia, ben prima della crisi internazionale, le istituzioni politiche sono sempre più corrotte e distanti dalle esigenze della gente, le diseguaglianze sociali sono sempre più marcate, non c'è lavoro, non c'è possibilità di miglioramento se non per i più ricchi e stiamo scivolando verso comportamenti razzisti, intolleranti, cinici e abietti.<br />Le piaghe non solo di questo paese, ma che in questo paese si fanno sentire con una brutalità singolare, le conoscono un po' tutti e non c'è quindi da stare qui a elencarle.<br />Ma invece di porvi rimedio, cercare nuove strade, sembriamo invece fare di tutto per aggravarle, le soluzioni prospettate spesso si rivelano inefficaci quando non favoriscono addirittura l'effetto opposto a quello desiderato. Intellettuali, studiosi, politici, si affannano per fornire delle analisi e mettere appunto contromisure, tutte da un unico punto di vista, tutte parziali, nessuna che tenti una lettura complessiva della situazione. Un economista dirà che il debito pubblico è troppo alto, un politologo che la burocrazia è troppo costosa, un giurista che i procedimenti giudiziari sono troppo lunghi e farraginosi, un giornalista che l'informazione non è libera a sufficienza.<br />Tutti prestano attenzione agli effetti particolari e mai alle cause generali, riguardo al nostro paese, e che rendono quei mali particolarmente virulenti e cronici, e perciò ancor più difficili da contrastare.<br />Gli anni d'oro ormai terminati (o quelli che adesso ci sembrano tali) poggiavano evidentemente su basi fragili. È un paese strano. In cui convivono i picchi di enclavi avanzate e sviluppate e baratri di zone depresse e arretrate. Un paese dotato nel bene e nel male di una varietà impressionante, sia dal punto di vista geografico che antropologico. Un paese diviso, frammentato, caratterizzato non solo dalle scissioni e dalle lacerazioni tipiche della società moderna, ma che sembra carente di qualsiasi base di comune condivisione, sotto tutti i punti di vista e di qualsiasi meccanismo tanto per arginarle quanto per superarle. Un paese che si indigna per la corruzione di un politico, ma che è incapace di rispettare anche la più elementare norma del codice stradale. Un paese che dona soldi in beneficenza, ma che è capace di lasciare ammazzare un proprio concittadino in mezzo alla strada, senza che nessuno intervenga. Un paese che si indigna per una prostituta in mezzo alla strada, ma che lascia che una bambina sia violentata in una scuola. Un paese che ha scritto nella propria costituzione di essere fondato sul lavoro e che tuttavia permette la morte di migliaia di lavoratori nelle proprie fabbriche e nei propri cantieri. Un paese che si vanta di essere accogliente e che rinchiude gli immigrati in campi di internamento.<br />Queste contraddizioni tra una morale pubblica ufficiale e le prassi effettiva della vita quotidiana, sono inscritte nello stesso <span style="font-style: italic;">modus vivendi</span> dell'italiano medio.<br />Questo italiano ha due punti di osservazione: da una parte la società, l'istituzione, la legge, un insieme astratto avvertito come qualcosa di impersonale e distante, che accetta per necessità, per abitudine, per conformismo; dall'altra gli individui con cui egli si rapporta quotidianamente durante la propria vita e che a lui sono legati da rapporti di collaborazione professionale, di amicizia o di parentela.<br />Mentre nei momenti solenni e ufficiali viene privilegiato il primo, con grande sfarzo e in pompa magna, con un uso spropositato della retorica, nella vita di tutti i giorni prevale decisamente il secondo e si annienta quasi del tutto il primo. Ad avere la meglio cioè, nella pratica, invece che nei discorsi, sono le relazioni personali dell'individuo. E con personale non è da intendersi meramente individuali, ma anche familiari, associative e corporative. Siccome il momento ufficiale e istituzionale, per arrivare al singolo, deve passare inevitabilmente per una qualche forma di relazione tra individui, è quest'ultima a prevalere nella sua singolarità, venendo del tutto a mancare invece la coscienza dell'universale, la presenza nel proprio modo di agire di un'idea, un'attitudine, un abito mentale che trascende la relazione personale pura e semplice che avviene in quel momento, in sostanza, una morale pubblica. Non si tratta di un atteggiamento immorale e nemmeno antagonistico. In entrambi questi casi, infatti, ci sarebbe comunque una consapevolezza e un sentimento della presenza di questa coscienza, seppure in negativo. Si tratta invece dell'assenza di qualsiasi riferimento ad essa, se non in modo molto flebile e superficiale, nelle normali relazioni tra individui o gruppi di individui. Indifferenza.<br />Persino il momento che dovrebbe essere di massima espressione di quella coscienza, di quella morale, la partecipazione politica attraverso il voto, finisce spesso per essere annientato nella comunanza di interessi e di rapporti personali.<br />Alle elezioni, quelle locali soprattutto, si vota il parente, il cugino, lo zio, oppure il conoscente che ci chiede il voto. Non c'è alcun riguardo per le idee politiche di ognuno e nessuno ne ha per le proprie. Bisogna votare per i membri della famiglia o del gruppo di persone con cui si ha una qualche relazione personale, anche se hanno idee politiche opposte alle nostre. Ci si candida con liste che diversamente non si sarebbero mai votate e si chiede di votarle a chi non lo avrebbe mai fatto. Ma il voto è un dovere, in ambito familiare, o tribale, magari corporativo, perché il nostro collega ottenga un taglio delle tasse per la nostra categoria. Si vota il vicino che ci ha promesso di farci ottenere i finanziamenti dalla regione per un alluvione che non ci ha mai colpito, si vota qualcuno che poi dovrà restituirci il favore quando saremo noi a candidarci, magari con una lista avversaria. Tutto ciò favorisce il venir meno dei propri ideali, annacquati in un guazzabuglio di compromessi e di interessi del microsistema in cui viviamo. Se la crisi delle ideologie e dei partiti politici si fa sentire nel nostro paese più che negli altri questa è una delle ragioni. Bisogna portare avanti gli interessi della famiglia, della tribù, del clan. Anche allo scopo di scavalcare quelli collettivi, i principi di una morale dichiarata e sempre sistematicamente tradita nei fatti. Ci si scandalizza quando i politici usano il proprio ufficio per perpetuare questi comportamenti, i quali non sono in realtà nient'altro che la prosecuzione della logica familistica con altri mezzi. Il <span style="font-style: italic;">do ut des</span> regna nel nostro paese da tempi immemorabili. Vota per me che io voterò per te. Fai qualcosa per me che io ricambierò il favore. Il gruppo protegge i propri membri, che fuori da questo gruppo non sono più nessuno. Siamo il paese dei piccoli comuni, che durante il Medioevo riuscirono a dare seri grattacapi ai sovrani, siamo il paese delle corporazioni, che continuano a resistere alla storia e ai cambiamenti e perpetuano testardamente i privilegi dei propri appartenenti. Siamo il paese che è stato dilaniato dalle signorie, dagli staterelli tanto piccoli quanto arroccati e l'un contro l'altro armati, che per spuntarla in questa guerra intestina andavano a chiedere sempre aiuto al Papa o alle monarchie europee. Un paese che godeva di uno sviluppo economico e industriale di primo livello che è stato vanificato dalla litigiosità politica, dalle tante tribù allargate che pretendevano di fare stato a se. La Spagna senza avere un'economia florida, aveva uno stato potente e con esso riuscì a dominare a lungo la scena internazionale, l'Italia, al contrario, aveva un'economia florida ma neanche uno straccio di stato e la qual cosa finì per compromettere anche la sua economia.<br />Siamo il paese in cui, nei tempi della globalizzazione, continuano a resistere e a diffondersi le tante piccole imprese a conduzione familiare, coccolate dai politici e dagli economisti, nonostante ci stiano portando sull'orlo della catastrofe economica. Continua a resistere il mito della fattoria, del falansterio dove la famiglia vive e produce, condotta da un padre padrone benevolo e da laboriosi figli dipendenti. È la struttura familiare che viene trasferita all'industria. Questa mitizzazione della piccola impresa stenta a scomparire, eppure è tra le maggiori cause della spropositata diffusione del lavoro nero o sottopagato e dell'evasione fiscale delle imprese. I Comuni, le Regioni, e infine lo Stato che ne è succube, sono tutti protesi verso di loro, nonostante siano incapaci di stare sul mercato, causando periodicamente la rovina di migliaia di persone, assolutamente inadeguate a reggere durante i periodi di crisi. Le corporazioni della arti e dei mestieri hanno sempre tenuto un alto steccato attorno al proprio territorio, perché nessun altro vi entrasse, formando una setta professionale selezionatissima, impossibile da penetrare. Anche in economia vige la legge del clan.<br />Avvocati, magistrati, commercialisti, notai, commercianti, artigiani, imprenditori e banchieri, tutti formano le loro congreghe e le loro sottocongreghe per trasmettere il loro mestiere di padre in figlio e per impedire la contaminazione con gli individui provenienti da altre famiglie. Né imperatori, né parlamenti eletti hanno mai potuto far nulla contro di loro, perché il familismo contagia tutti e raggiunge chiunque, anche ai livelli più alti. In questo è assolutamente egualitario, non c'è nessuno che possa sfuggire al suo controllo clanistico.<br />La famiglia allargata, la tribù, il clan, è solido come una roccia, ha un modo infallibile di proteggersi. Impone ai propri membri il silenzio, circa le proprie attività, se ne parla solo all'interno e mai all'esterno. Se un membro infrange le regole, viene punito solo se nuoce agli altri membri del gruppo e sempre e soltanto all'interno del gruppo e con la massima discrezione. Non per niente siamo il paese delle associazioni segrete, della massoneria, dei servizi deviati, dei gruppi terroristici, dei golpe tentati attraverso oscure trame in cui mai nessuno è riuscito a vedere a fondo. Delle sette sataniche e di quelle religiose, che abusano di donne e bambini, impenetrabili per decenni alle autorità e alla legge dello stato.<br />Nel nostro paese per millenni sono stati perpetrati gli abusi dei preti sui bambini, senza che nessuno dicesse nulla o lasciasse trapelare nulla. Chi sapeva taceva o fingeva di non sapere oppure si costringeva a dimenticare. I genitori si dicevano che erano fantasie infantili, per tranquillizzarsi, i compaesani respingevano le parole di qualche fanciullo, o che qualche parrocchiano più ingenuo si è lasciato sfuggire, come un'impertinenza, una maldicenza. La Chiesa ha sempre fatto di tutto per nascondere i propri scheletri nell'armadio, coprendo le nefandezze dei propri “pastori”. Ma neanche i laici e le persone ostili alla Chiesa hanno avuto l'ardire di denunciare quanto accadeva. Nessuno scrittore, intellettuale, politico. La famiglia non si tocca, neanche quella degli altri, perché altrimenti questa poi potrebbe rivalersi sulla propria. C'è voluta la potenza della televisione e le denunce, da altre nazioni, perché si aprisse uno squarcio di verità.<br />Questa omertà non è qualcosa di perfettamente cosciente, ma che impregna la vita dei paesini, quei paesini microscopici, che resistono ancora nonostante tutto, la vita delle contrade, di cui le città italiane più cosmopolite vanno orgogliosamente fiere, e finisce per raggiungere le metropoli e i palazzi del potere.<br />Non per niente siamo il paese della mafia, della camorra, della 'ndrangheta, della sacra corona unita, della mafia del brenta. Una mafia che nessun governo sembra mai potere e volere distruggere. Una mafia che è nata come modesta milizia di ladri di polli e di pastori e che è diventata una delle più grandi organizzazioni criminali al mondo e uno gruppo di potere capace di infiltrarsi ovunque. Senza mai perdere la propria struttura, anzi rafforzandola, assieme ai propri riti e alle proprie cerimonie arcaiche, ai propri linguaggi cifrati, a sigillare ogni nuovo patto d'affari.<br />Siamo un paese che è dominato da quello che il sociologo americano Edward Banfield definiva <span style="font-style: italic;">familismo amorale</span>, la presenza ossessiva e pervasiva del retaggio familiare, l'assenza di regole se non all'interno della struttura parentale.<br />Così onoriamo un impegno con un parente in modo molto più scrupoloso che una legge o una norma etica. Un divieto stradale si può infrangere, le tasse si possono evadere, le file alla cassa si possono superare, ma non si può mai tradire la fiducia di un parente o di un amico, un nipote deve essere raccomandato, per fargli ottenere un posto o una promozione, un cognato potrà grazie a noi passare attraverso corsie preferenziali per sbrigare una pratica in poco tempo evitando le lungaggini burocratiche.<br />La famiglia viene prima della legge dello stato e della morale pubblica.<br />Questo paese è stato così bene descritto da Federico De Roberto nei <span style="font-style: italic;">Viceré</span>, un romanzo troppo spesso ignorato, e a cui nelle scuole viene preferita l'operetta morelaggiante dei <span style="font-style: italic;">Promessi Sposi</span>, e che narra le vicende di una famiglia aristocratica, che attraverso varie traversie, finisce sempre per conservare la propria posizione di potere, sotto i Borboni, come durante l'Italia unita. Tutti possono fare qualsiasi cosa, prendere parte a qualunque azione e a qualunque guerra, stare dalla parte dei Borboni, o da quella di Garibaldi, nella destra o nella sinistra, purché ad essere portati avanti siano sempre gli interessi della famiglia e del clan. Secondo la massima di Gaspare Uzeda, parodia della celebre frase di Massimo D'Azeglio, f<span style="font-style: italic;">atta l'Italia dobbiamo fare gli affari nostri</span>.<br />Siamo inflessibili, nelle prese di posizione ufficiali, ma le trasgrediamo volentieri nella pratica. Non siamo capaci di tenere uniti i due piani, quello etico e quello personale, cosicché il primo vive solo nei bei discorsi e rimane del tutto distaccato dal secondo, che invece si autogoverna secondo proprie leggi, le leggi dell'interesse reciproco, la legge del clan, della congrega.<br />Non a caso tutte le ideologie universalistiche, che cercavano di realizzare un ideale di società fondato su leggi universali e uguali per tutti, nel nostro paese sono miseramente fallite, laiche o religiose che fossero.<br />Il cristianesimo delle origini, che asseriva l'uguaglianza di tutti gli uomini, sarebbe stato piegato e manipolato secondo le esigenze egemoniche e settarie del cattolicesimo. L'umanesimo, doveva schiantarsi contro il muro degli interessi corporativi ed ecclesiastici. L'illuminismo non ha mai attecchito veramente nel nostro paese, come dimostra la persistenza della superstizione, delle sette religiose, di tradizioni arcaiche e anacronistiche, delle statue dei santi di paese portate a spasso per le piazze, della fede irrazionale nei miracoli e nella sua traduzione moderna, ovvero le lotterie e i gratta e vinci che invadono l'Italia, come dei giri di scommesse sportive. Il repubblicanesimo risorgimentale, che voleva unificare l'Italia, riuscì a farlo solo ufficialmente, lasciandola però intatta nelle sue disparità, economiche, linguistiche e culturali. Perché i clan hanno proprie lingue e proprie tradizioni. L'antifascismo e la Resistenza, che volevano costruire un'Italia su nuove basi di giustizia e libertà e che lo dichiararono in una delle costituzioni più avanzate al mondo, non poterono nulla contro il potere della famiglia. Il marxismo, infine, ultimo di una lunga serie, che voleva unire la classe operaia per riscattarla, doveva infrangersi contro la diffusione delle parrocchie e la fede dei parrocchiani, tutti stretti attorno al loro sacerdote che dice loro come votare.<br />La scissione dei lavoratori, poi, in tempi più recenti, in varie conventicole, ognuna legata al proprio padrone, ai propri capetti aziendali finendo ognuno per imitarne gli atteggiamenti servili, avrebbe finito per dare il colpo di grazia agli ideali di riscossa sociale.<br />Anche oggi, ai tempi del liberismo sfrenato e del dio mercato, l'unica ideologia che gli italiani hanno abbracciato tutti quanti insieme ripudiando le altre, il Capitale internazionale non ha annullato i clan medievali, semmai li ha convertiti al proprio credo, li ha resi suoi servitori, ma questi continuano a resistere e a prosperare. Le aziende, anche le più grandi e moderne, continuano ad assumere i figli dei propri dipendenti; le pubblicità idealizzano la famiglia e il ruolo della donna al suo interno, bellissima, curatissima e all'ultima moda, è sempre subalterno.<br />Sembriamo conquistati da una nuova moda politica, come ne abbiamo vissute tante, quella dell'unico partito dell'estrema destra d'Europa che sia regionale e autonomista, che chiede a gran voce il federalismo, diventato un mantra per tutta la classe dirigente. In questo modo si disintegra ciò che rimane dello Stato, per tornare al “territorio”, alle regioni, ai comuni microscopici e alle province. Teniamo fuori tutti quelli che non sono nati nel nostro villaggio insignificante e restiamo arroccati alla nostra cultura, alla nostra tradizione, alla nostra etnia. Diamo più potere ai sindaci, diamo alle regioni l'autonomia fiscale. Rinchiudiamoci nei nostri clan, nelle nostre famiglie allargate, mentre il mercato spregiudicato intanto ci lascia fare, ma prima o poi ci travolgerà.<br />Noi italiani siamo impotenti di fronte al familismo, perché esso è parte integrante della nostra “italianità”. Ecco perché invece che arroccarci, dovremmo cambiare l'aria, aprire le porte e far entrare aria fresca da tutto il mondo, e lasciare che gli immigrati aboliscano i nostri clan e le nostre connivenze. Sono loro, gli unici che possono salvarci. Non è per umanitarismo che dobbiamo favorire l'immigrazione. È per noi stessi, perché quello che siamo, ci sta portando alla rovina. Perché l'italiano così come è oggi non è in grado di cambiare e deve perciò contaminarsi con altre popolazioni e altre culture.</div>Matteohttp://www.blogger.com/profile/12314103862311165371noreply@blogger.com6tag:blogger.com,1999:blog-9046653174671372000.post-91647115546844663002010-04-16T04:32:00.001-07:002010-04-16T04:37:07.840-07:00Fate largo ai buoni!<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhDA9GcT1kTHT7ya5UNr62Z2_31CNi_2hJg-2Vmwx8tfE1chCuPP9sD6hG-p-Kf4kjHVjy-EqHeyFcrvPrz3ARvCP2kekRfRs5OUc1lctqFatdhmdxh81v7SZkJ4ARJpk2JlcT3V3nKPxYe/s1600/luttwak.jpg"><img style="margin: 0pt 10px 10px 0pt; float: left; cursor: pointer; width: 207px; height: 320px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhDA9GcT1kTHT7ya5UNr62Z2_31CNi_2hJg-2Vmwx8tfE1chCuPP9sD6hG-p-Kf4kjHVjy-EqHeyFcrvPrz3ARvCP2kekRfRs5OUc1lctqFatdhmdxh81v7SZkJ4ARJpk2JlcT3V3nKPxYe/s320/luttwak.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5460697248874316562" border="0" /></a><span style="font-family:georgia;">Ha avuto senz'altro un merito, la puntata di ieri di Annozero, quello di permettere che in Italia si tornasse finalmente a parlare di guerra. Perché immersi come siamo nei nostri teatrini filo o antiberlusconiani, c'eravamo dimenticati di un popolo sotto assedio, ostaggio di due regimi, quello dei talebani, come quello degli americani “esportatori di democrazia”.</span><br /><div style="text-align: justify; font-family: georgia;">C'è voluto il rapimento di tre cittadini italiani, nonché volontari di una delle più stimate organizzazioni umanitarie, perché ce lo ricordassimo. A dire il vero, la puntata è stata inframmezzata dalla discussione tra Di Pietro e La Russa (che certo non interessava i nostri concittadini rapiti) sulla politica interna. Però, ci si è ricordati che esiste una guerra in corso a cui noi diamo il nostro sanguinoso contributo.<br />Certo, abbiamo dovuto assistere alle arrampicate sugli specchi di La Russa, che cercava in tutti i modi di difendere la posizione del governo italiano, che è apparso un po' a tutti come lo zimbello della coalizione, il ventre molle, quello che anche un pupazzo come Karzai può permettersi di schiaffeggiare senza temere seri contraccolpi. Vedevamo il nostro ministro che si affannava per spiegare come l'esecutivo fosse intento a lavorare per la liberazione dei rapiti (perché di questo si è trattato, di un rapimento) con le letterine. Peccato, che nessuno gli ha fatto notare che, sperando che il governo sia davvero interessato alla liberazione dei suoi cittadini, dovrebbe rivolgersi direttamente agli americani, o agli inglesi, piuttosto che agli spaventapasseri del governo afghano per corrispondenza. Basterebbe, è evidente, una parola di Obama o di Brown, perché i nostri connazionali siano liberati.<br />Ma il nostro governo, dicevamo, è talmente lo zimbello della coalizione, a causa del suo servilismo, che non ha evidentemente il coraggio per tentare una simile richiesta.<br />La speranza, l'unica, che a questo punto possiamo avere, è che, avendo le truppe afgane e l'Isaf, raggiunto il loro deprecabile scopo, la cacciata di Emergency dalla zona, e la privazione delle cure mediche per centinaia di civili, restituiscano alle famiglie i volontari rapiti, non avendo più interesse a trattenerli.<br />Il Ministro La Russa pensa di liberare i tre con le letterine e riponendo le sue speranze in queste velleità pensa che anche le dichiarazioni di Strada possano influenzare la sorte dei prigionieri. Come se queste non fossero già note a tutti, come se l'esercito di coalizione non fosse mosso da interessi di ben altro tipo. Ma come si sa, noi non siamo lì per obbedire ai diktat di Washinghton e per permettere alle nostre multinazionali di partecipare alla spartizione del Medio Oriente assieme a quelle degli altri paesi, bensì, per portare la pace e la democrazia, anche se in tutto questo tempo, non si è avuta né l'una, nell'altra (come sarebbe possibile pace e democrazia sotto le bombe?). E allora alla domanda di Santoro (quanto tempo dobbiamo restare ancora in Afghanistan? È legittimo pensare che prima o poi dovremmo andarcene?) La Russa risponde che il ritiro è previsto per il 2011, ma rendendosi conto lui stessa della scarsa credibilità di questa affermazione, precisa che poi potrebbero esserci dei rinvii, per chissà quali improrogabili necessità e, aggiunge, buttandosi la zappa sui piedi, “come in Kosovo”. Si, infatti, come in Kosovo.<br />Certo, abbiamo dovuto assistere all'equilibrismo di Di Pietro che da un lato difendeva Emergency e si dichiarava contrario alla guerra e dall'altro, cercando di salvare capre e cavoli, tentava di difendere la scelta del suo partito di astenersi nella votazione sul rifinanziamento della missione “per rispetto ai nostri soldati”. Ma come? Che significa? Dici di essere contrario a questa guerra, i tuoi elettori lo sono, gli italiani lo sono, quindi voti contro? No! Ti astieni! Dunque immaginiamo che l'Italia dei Valori debba astenersi anche sul legittimo impedimento per rispetto dei magistrati!<br />Ma la acrobazie più strepitose le ha compiute il grande esperto di strategie (di diffamazione) Edward Luttwak, al cui confronto La Russa sembra quasi un pacifista.<br />Il nostro geniale stratega, non sapendo evidentemente in quale maniera deturpare l'immagine di una organizzazione che gode di grande rispetto presso la comunità internazionale, nonché presso tutte le popolazioni che assiste e che cura, ha pensato bene di mantenersi sul vago. Ci sarebbero delle Ong, che sostanzialmente pagherebbero le milizie nemiche per distribuire cibo alla popolazione. Ovviamente egli si guardava bene dal dire quali sarebbero queste Ong, e senza alcuna prova ci mette dentro tutte, anche Emergency, che cibo non ne distribuisce, ma cura i feriti, cerca di salvare la vita dei civili che le aggressioni dei talebani e degli amici di Luttwak costringono negli ospedali di Emergency. Si guardava bene dal ricordare come gli unici a finanziare i talebani fornendo loro armi e preparazione militare siano stati quelli del suo governo e della CIA, quando faceva comodo, quando bisognava darei ai sovietici “il loro Vietnam”, prima che questa tattica finisse per ritorcersi contro proprio chi l'aveva messa in atto.<br />Affermazioni talmente sconclusionate e prive della benché minima credibilità da suscitare il riso amaro di Gino Strada, il divertimento imbarazzato di tutti gli astanti e persino le prese di distanza di La Russa che si è sentito in dovere di dire che Emergency non poteva rientrare nella descrizione che Luttwak aveva fatto.<br />Vista la malaparata, il grande stratega, ha pensato bene di cambiare strategia. Quindi ha avuto la geniale idea di straparlare circa il presunto aiuto che i volontari di Emergency fornirebbero ai talebani curando i loro feriti “che così possono ritornare a combattere”. Evidentemente l'organizzazione di Gino Strada non può chiedere la carta d'identità ai feriti, per vedere se sono civili o talebani o membri delle forze afghane. Cura qualsiasi ferito, di qualsiasi etnia, di qualsiasi esercito e di qualsiasi parte in causa. Questo fanno e hanno sempre fatto i buoni medici e il buon personale sanitario di tutte le parti del mondo.<br />Senza considerare che si potrebbe ribaltare il ragionamento di Luttwak e dire che Emergency aiuta anche le truppe e la polizia afghane curandone anche i suoi feriti, non essendoci altri ospedali nel territorio se non quelli gestiti dalla medesima organizzazione. Ma evidentemente questa semplice constatazione sfuggiva al grande esperto di guerra. Come anche sfuggiva che una guerra in corso da nove anni, come faceva notare Gino Strada, finora non ha prodotto risultati apprezzabili per la popolazione, ma l'unico a non essersene accorto è proprio Luttwak.<br />Così ha cercato ancora di sviare l'argomento “ma allora gli americani non dovevano liberare l'Italia dai nazisti?” esempio decisamente fuoriluogo, nessuna attinenza con la situazione attuale. Ci sono tre differenze che ancora una volta il grande esperto non coglieva. La prima è che gli afghani non hanno chiesto l'intervento delle truppe americane nel loro territorio, contrariamente a quanto fecero allora gli italiani e tutti i paesi occupati dai nazisti. La seconda è che gli americani non sono andati a liberare il territorio afghano da una potenza straniera, perché erano appunto loro stessi la potenza straniera occupante. Se i talebani sono un regime spietato e dispotico lo erano anche i governi di Hitler e di Mussolini, che gli Stati Uniti e la Gran Bretagna non si sognarono mai di combattere (anzi!!) finché non iniziarono una politica aggressiva contro altri paesi (come appunto fanno ora gli americani) divenendo una minaccia per il mondo intero. La terza è che il pericolo per il mondo del governo talebano non è neanche minimamente paragonabile a quello che rappresentò il Terzo Reich, dotato di un potentissimo esercito e intenzionato a conquistare il pianeta, caratteristiche che certo non si possono attribuire ai miliziani talebani o al vecchio governo di Saddam, così come non si possono attribuire ai pakistani, dotati di una potenza bellica ben superiore rispetto a questi ultimi e con cui tuttavia gli Stati Uniti decisero di allearsi. Tutto questo evidentemente è troppo difficile da capire per il consumato stratega.<br />Ma la ciliegina sulla torta la si è avuta quando Travaglio gli ha chiesto, cito ovviamente a memoria: “Scusi Luttwak, ma lei all'inizio non era contrario alla guerra?”. La risposta esilarante è stata: “sì, ero contrario perché ero egoista”. Ah! Ecco! Lui era “egoista”, invece, George Bush e il suo governo, immaginiamo, fossero “altruisti” e si preoccupavano per le sorti degli afghani! Davvero qui siamo al livello delle favole per bambini. Fate largo ai buoni che sbaragliano i malvagi terroristi!<br /><br /><br /></div><object height="344" width="425"><param name="movie" value="http://www.youtube.com/v/cOsP78Jo2HY&hl=it_IT&fs=1&color1=0xcc2550&color2=0xe87a9f"><param name="allowFullScreen" value="true"><param name="allowscriptaccess" value="always"><embed src="http://www.youtube.com/v/cOsP78Jo2HY&hl=it_IT&fs=1&color1=0xcc2550&color2=0xe87a9f" type="application/x-shockwave-flash" allowscriptaccess="always" allowfullscreen="true" height="344" width="425"></embed></object>Matteohttp://www.blogger.com/profile/12314103862311165371noreply@blogger.com7tag:blogger.com,1999:blog-9046653174671372000.post-49352884123205964172010-04-15T03:05:00.000-07:002010-04-15T03:14:39.145-07:00La Bolivia in prima fila<div style="text-align: justify;"><a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi9_RG7OPopmJfaxWcQHs7lmsCZLQV6HSys1K1ip7vuOYS__gktbdrPF5hKwQPK9Z9t2k3vLb-C_6wbC_zNJO2rMaPfuStyKQ9xBHOnl4hmiZpEFts8mcwYqaSKbooQK8VHxV96hfWfD2Bx/s1600/morales.jpg"><img style="margin: 0pt 10px 10px 0pt; float: left; cursor: pointer; width: 300px; height: 214px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi9_RG7OPopmJfaxWcQHs7lmsCZLQV6HSys1K1ip7vuOYS__gktbdrPF5hKwQPK9Z9t2k3vLb-C_6wbC_zNJO2rMaPfuStyKQ9xBHOnl4hmiZpEFts8mcwYqaSKbooQK8VHxV96hfWfD2Bx/s320/morales.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5460305094676300546" border="0" /></a><span style="font-family: georgia;">"Roma, 14 apr. (Apcom-Nuova Energia) - Quello che si annuncia come l'evento ambientale di tendenza dell'anno si apre lunedì in Bolivia, dove presidenti, politici, intellettuali, scienziati e star di Hollywood si uniranno a 15.000 rappresentanti delle popolazioni indigene e a migliaia di associazioni locali di oltre 100 paesi per discutere il cambiamento climatico in uno dei paesi più poveri del mondo. La Conferenza mondiale dei popoli sul cambiamento climatico e i diritti di Madre Terra, che si terrà da lunedì a giovedì prossimi nella cittadina boliviana di Cochabamba, non avrà alcuna influenza sui negoziati Onu sul clima che impegnano 192 paesi. Ma il presidente boliviano Evo Morales spera che dia voce ai popoli più poveri della Terra e spinga i governi ad essere più ambiziosi dopo il fallimento del vertice di Copenaghen. Morales annuncerà in occasione del convegno il più grande referendum mai tenuto a cui parteciperanno fino a due miliardi di persone e che riguarderà le scelte per uscire dalla crisi climatica. La Bolivia vuole creare anche una carta Onu dei diritti sul clima e istituire un Tribunale internazionale sui crimini ambientale. "L'unico modo per far ripartire il negoziato, non solo per la Bolivia o altri paesi, ma anche per la vita nel suo complesso, la biodiversità, la nostra madre terra, è di riportare la società civile nella trattativa. L'unica cosa che può salvare l'umanità dalla tragedia è l'esercizio della democrazia globale" ha detto a Bonn L'ambasciatore boliviano alle Nazioni unite Pablo Solon. "Non ci saranno discussioni segrete dietro porte chiuse. Il dibattito e le proposte saranno avanzate dalle comunità in prima linea sul cambiamento climatico e da organizzazioni e persone della società civile impegnate ad affrontare il problema climatico" ha aggiunto. Oltre 90 governi manderanno delegazioni a Cochabamba. Sono attesi scienziati come James Hansen, il regista di Avatar James Cameron, il linguista Noam Chomsky, la sociologa canadese Naomi Klein, l'attivista anti-globalizzazione francese José Bové e gli attori hollywoodiani Danny Glover, Robert Redford e Susan Sarandon. La conferenza coincide con la celebrazione del decennale della "guerra dell'acqua" di Cochabamba, la rivolta del 2000 contro la privatizzazione dell'acqua nella cittadina, che ispirò una serie di movimenti sociali in tutta l'America latina e contribuì a portare Morales alla presidenza della Bolivia".</span><br /><br /><span style="font-style: italic; font-family: georgia;">La Stampa</span><br /></div>Matteohttp://www.blogger.com/profile/12314103862311165371noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-9046653174671372000.post-34200394947913730692010-04-11T16:17:00.000-07:002010-04-12T03:04:42.769-07:00Lutti di gioia<span style="font-family: georgia;">Dopo Lenin, Ghandi, Martin Luther King, Malcom X, Che Guevara, finalmente la Provvidenza ne ha beccata una giusta:</span><br /><div style="text-align: justify;"><br /><span style="font-family: georgia;">“L'aereo che trasportava il presidente polacco Lech Kaczynski e la moglie è precipitato mentre era in fase d'atterraggio all'aeroporto russo di Smolensk [...]</span><br /><span style="font-family: georgia;">A bordo dell'aereo vi erano, oltre a Lech Kaczynski, il capo di stato maggiore polacco, Frantiszek Gagor, il viceministro degli Esteri, il governatore della banca centrale, 13 ministri, l'ex presidente Ryszard Kaczorowski, alcuni deputati, il candidato conservatore alle prossime presidenziali Przemyslaw Gosiewski e il vescovo cappellano dell'esercito. Particolarmente colpite le forze armate polacche che hanno visto scomparire oltre a Gagor, anche il capo delle forze sul campo, Bronislaw, il capo dell'Aeronautica militare, Tadeusz Buk, e quello dell'esercito, Andrzej Blasik, il capo delle forze speciali, Wojciech Potasinki, e il vice ammiraglio Andrzej Karweta [...]</span><br /><span style="font-family: georgia;">La Polonia dovrà ora indire elezioni presidenziali anticipate”.</span><br /><br /><a style="font-family: georgia;" href="http://www.corriere.it/esteri/10_aprile_10/precipita-aereo-presidente-polacco_0df4c6da-4473-11df-a179-00144f02aabe.shtml"><span style="font-style: italic;">Corriere della Sera</span></a><br /><br /><br /><span style="font-family: georgia;">Insomma un governo reazionario repressivo e autoritario, naturalmente filoamericano che aveva messo al bando i partiti e i simboli comunisti è stato decimato.</span><br /><span style="font-family: georgia;">La notizia ha suscitato scalpore tra la redazione di </span><span style="font-style: italic; font-family: georgia;">Libero</span><span style="font-family: georgia;">, il quotidiano uscirà con il titolo:</span><br /><span style="font-style: italic; font-family: georgia;">attacco terroristico dall'Aldilà</span><br /><span style="font-family: georgia;">Si apre con un articolo che enumera i possibili mandanti della strage. Le ipotesi:</span><br /><span style="font-family: georgia;">le </span><span style="font-style: italic; font-family: georgia;">Nuovissime</span><span style="font-family: georgia;"> Brigate Rosse, quelle che devono ancora nascere;</span><br /><span style="font-family: georgia;">il fantasma di Stalin;</span><br /><span style="font-family: georgia;">la stampa comunista (che infatti ormai è tutta all'aldilà);</span><br /><span style="font-family: georgia;">l'autore dell'oscuro blog complottista e bolscevico </span><span style="font-style: italic; font-family: georgia;">Eresia rossa,</span><span style="font-family: georgia;"> che pare abbia dei contatti con il noto segretario del Partito Comunista Infernale, Lucifero Belzebù.</span><br /><br /><span style="font-family: georgia;">Pare comunque che Kaczynski non sia soddisfatto del suo arrivo nell'aldilà. Abbiamo in esclusiva per </span><span style="font-style: italic; font-family: georgia;">Eresia rossa</span><span style="font-family: georgia;"> un estratto delle intercettazioni di un colloquio tra l'oramai ex Presidente polacco e Dio.</span><br /><br /><span style="font-weight: bold; font-family: georgia;">K.</span><span style="font-family: georgia;"> Cazzo Gesù, non puoi mandarmi all'inferno è pieno di comunisti!</span><br /><span style="font-weight: bold; font-family: georgia;">Gesù</span><span style="font-family: georgia;"> Vedrai che ti ci troverai bene, ci sono due anime dannate che hanno già manifestato il desiderio di conoscerti, mi pare che si chiamino Adolf e Benito...</span><br /><span style="font-weight: bold; font-family: georgia;">K.</span><span style="font-family: georgia;"> Ti prego, ti prometto che farò il bravo! Almeno mandami in Purgatorio!</span><br /><span style="font-weight: bold; font-family: georgia;">Gesù</span><span style="font-family: georgia;"> Niente da fare, con me non attacca, è già tutto pronto ho già pensato alla pena che ti sarà riservata.</span><br /><span style="font-weight: bold; font-family: georgia;">K.</span><span style="font-family: georgia;"> Arderò tra le fiamme?</span><br /><span style="font-weight: bold; font-family: georgia;">Gesù</span><span style="font-family: georgia;"> No, all'inferno vige la legge del contrappasso, per cui dovrai fare il segretario della sezione infernale del Partito Comunista dell'Aldilà.</span><br /><span style="font-weight: bold; font-family: georgia;">K.</span><span style="font-family: georgia;"> Nooooo! Questo no, ti prego! Bruciami, torturami, ma questo no!</span><br /><span style="font-weight: bold; font-family: georgia;">Gesù</span><span style="font-family: georgia;"> Mi dispiace, io i diritti umani li rispetto, anche perché contrariamente a quanto avviene sulla Terra qua in Paradiso Emergency è una lobby potentissima e anche io devo tenerne conto.</span><br /><span style="font-weight: bold; font-family: georgia;">K.</span><span style="font-family: georgia;"> Porca Paletta, Gesù! Non è che sei pure tu una zecca comunista?</span><br /><span style="font-weight: bold; font-family: georgia;">Gesù</span><span style="font-family: georgia;"> Più che altro sono loro che non mi vogliono perché Marx è ancora incazzato che io esisto. Però devo tenermeli buoni, qui in Paradiso i comunisti prendono il 51% e sono al governo.</span><br /><span style="font-weight: bold; font-family: georgia;">K.</span><span style="font-family: georgia;"> Governano i comunisti? Ho cambiato idea, mandami all'inferno!</span><br /><br /><br /><span style="font-family: georgia;">Insomma pare che Kaczynski sia riuscito a mettere d'accordo per una volta Dio e Satana. Quando si dice il dialogo bipartisan!</span><br /><span style="font-family: georgia;">Adesso però il sottoscritto vorrebbe rivolgere un appello ai piani di sopra.</span><br /><br /><span style="font-style: italic; font-family: georgia;">Cara Provvidenza,</span> <span style="font-style: italic; font-family: georgia;"><br />lo so che un ateo materialista e incallito come me ti possa aver fatto ogni tanto leggermente incazzare (e altre volte anche tu hai fatto incazzare me, per esempio quella botta sul cofano della macchina te la potevi risparmiare) però devo riconoscere che questa volta hai lavorato bene, hai fatto davvero un ottimo lavoro, e tutti in un solo colpo! Un capolavoro balistico, devo ammetterlo, onore al merito!</span><span style="font-family: georgia;"> </span><span style="font-style: italic; font-family: georgia;">Adesso però non fermarti! Continua così, c'è molto lavoro da fa</span><span style="font-style: italic; font-family: georgia;">re, tu e Satana dovete fare come da noi, riforme condivise, avrei già in mente alcuni tipi che metterebbero d'accordo persino voi due:</span><br /><a style="font-family: georgia;" onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjma0lByMoy6lkCXYMa3_qR6azp0VaZxgoclLnF2-wVAqnHHcdvL_WMeogNGRMAdWwiSAOG0e7LPkD-PeXJn7KmLLyxavGHc5nJ9PoyAlFTYjOMKI4D1Nc5WWR51FigpETLv-6c7OhCHZlv/s1600/quartetto.jpg"><img style="margin: 0pt 10px 10px 0pt; float: left; cursor: pointer; width: 309px; height: 320px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjma0lByMoy6lkCXYMa3_qR6azp0VaZxgoclLnF2-wVAqnHHcdvL_WMeogNGRMAdWwiSAOG0e7LPkD-PeXJn7KmLLyxavGHc5nJ9PoyAlFTYjOMKI4D1Nc5WWR51FigpETLv-6c7OhCHZlv/s320/quartetto.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5459026304053267458" border="0" /></a><br /><span style="font-style: italic; font-family: georgia;"><br /><br /><br /><br /><br /><br /><br /><br /><br /><br /><br /><br /><br /><br /><br /><br /><br /></span><br /><span style="font-style: italic; font-family: georgia;">È chiaro che è solo qualche esempio, poi sei libera di sb</span><span style="font-style: italic; font-family: georgia;">izzarrirti, ma mi raccomando, non fare errori di persona come le altre volte!</span><span style="font-family: georgia;"> </span><span style="font-style: italic; font-family: georgia;">Poi, ti chiedo u</span><span style="font-style: italic; font-family: georgia;">n ultimo favore, riportami sulla Terra uno come questo:<br /></span><a style="font-family: georgia;" onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhwZM2Lvt379yN8oLA_G4XDGL5TKaLjLaXWrYwGhyilVWmrqWq1Xi-Qu2vjyyPRIObzha3HCmAOYybeW-ZWthj5yXZ7ZcmuBKJxvULAaryuA2LZpRuJsdjGtYCCLIG-HCWu5rkO7g6URR-P/s1600/mitico+pertini.jpg"><img style="margin: 0pt 10px 10px 0pt; float: left; cursor: pointer; width: 320px; height: 262px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhwZM2Lvt379yN8oLA_G4XDGL5TKaLjLaXWrYwGhyilVWmrqWq1Xi-Qu2vjyyPRIObzha3HCmAOYybeW-ZWthj5yXZ7ZcmuBKJxvULAaryuA2LZpRuJsdjGtYCCLIG-HCWu5rkO7g6URR-P/s320/mitico+pertini.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5459026913092356770" border="0" /></a><br /><span style="font-style: italic; font-family: georgia;"><br /></span><br /><span style="font-style: italic; font-family: georgia;"><br /><br /><br /><br /><br /><br /><br /><br /><br /><br /><br /><br /><br />Che so? Chiama Buddha e fallo rein</span><span style="font-style: italic; font-family: georgia;">carnare in un leader della sinistra, non mi importa come, fai valere tutta la tua influenza, attiva tutti i tuoi contatti. Anche perché uno così ti farebbe risparmiare un bel po' di lavoro sull'Italia (e così magari ti eviti un altro fiasco come quello della statuetta del Duomo di Milano, il tuo agente era davvero un dilettant</span><span style="font-style: italic; font-family: georgia;">e!)</span><span style="font-family: georgia;"> </span><span style="font-style: italic; font-family: georgia;">Se lo fai ti accendo u</span><span style="font-style: italic; font-family: georgia;">n cero permanente e vado a messa tutte le domeniche!</span><br /></div>Matteohttp://www.blogger.com/profile/12314103862311165371noreply@blogger.com14tag:blogger.com,1999:blog-9046653174671372000.post-44799647865285906052010-04-09T13:31:00.000-07:002010-04-10T07:43:50.289-07:00Federalismo, ovvero la morte dello Stato<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgBeLjJyxGPFlO97qajlAdqr1QO0XzlnLG4YAc3k_VWK4oDdAsDPMSe2sK58KuZxLhyKuq7GFAN996UtiWeKtLBLlZftOvy-3Tip_sNcEwN_lpeq6TWUHHmbNUhZRlJvXDisNbSL0tr3fdl/s1600/Federalismo.gif"><img style="margin: 0pt 10px 10px 0pt; float: left; cursor: pointer; width: 247px; height: 320px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgBeLjJyxGPFlO97qajlAdqr1QO0XzlnLG4YAc3k_VWK4oDdAsDPMSe2sK58KuZxLhyKuq7GFAN996UtiWeKtLBLlZftOvy-3Tip_sNcEwN_lpeq6TWUHHmbNUhZRlJvXDisNbSL0tr3fdl/s320/Federalismo.gif" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5458238880789370034" border="0" /></a><span style="font-family:georgia;">Questo post probabilmente non piacerà a una certa “sinistra”. Quella sinistra che intende la politica come una faccenda personale tra essa e Berlusconi, quella sinistra che vede nel Presidente del Consiglio la ragione di tutti i mali e che pensa che tolto costui, tutti i problemi sarebbero risolti.</span><br /><div style="text-align: justify; font-family: georgia;">Quella sinistra disposta perfino ad andare a braccetto con certe “costole” sue che in verità non hanno nulla di sinistra, quella sinistra disposta ad accettare le idee del nemico, a perdere qualsiasi ideale che la contraddistingueva pur di conquistare una vittoria nominale sull'odiato tiranno. Quella sinistra che al tiranno e alla destra piace molto.<br />Come ho già segnalato altrove in Italia si preferisce occuparsi di questioni di nulla importanza come le escort che sono diventate improvvisamente un flagello terribile per l'Italia, peggio di una pestilenza, per dimenticarsi invece di problemi che rischiano davvero di farci ripiombare indietro ad epoche non proprio luminose.<br />Uno dei mali che appartengono a questa categoria, mali come sempre non solo italiani, è il federalismo, che la Lega in Italia ha reso il proprio cavallo di battaglia ma che in realtà ha una lunga tradizione di riflessione teorica e di applicazione pratica ed è sostenuto da poteri e da interessi molto forti.<br />Chi abbia visto l'ultima puntata di Annozero ha avuto l'ulteriore conferma di come questo modello istituzionale venga soprattutto negli ultimi anni additato come panacea di tutti i mali, capace di trasformare istituzioni burocratiche e corrotte in efficientissime macchine di governo.<br />Questa teoria sostenuta da eminenti intellettuali è stata fatta propria anche dal centrosinistra che fu infatti il primo a realizzare il passo iniziale verso questo pastrocchio chiamato federalismo, la famosa riforma del Titolo V della Costituzione. Poi però è arrivata la Lega che ha detto che non gli andava bene perché era ancora troppo poco. E allora via alla famosa “devolution” (che sarebbe meglio chiamare “involution”, vedremo poi perché). Dal federalismo istituzionale adesso si dovrà passare a quello fiscale. Le regioni non solo dovrebbero essere libere di gestire come vogliono l'area geografica di propria competenza, ma addirittura di gestire le entrate fiscali, di comportarsi, insomma, come veri e propri stati indipendenti legati alla “madrepatria” da un vincolo di obbedienza abbastanza flebile. Basta prendere l'esempio del rapporto tra il Galles o la Scozia e la Corona inglese, per averne un'idea.<br />Quindi abbiamo due correnti, una che dice “federalismo o morte” e un'altra che dice “federalismo, sì, ma in modo cauto, senza fare accorgere gli italiani di quello che stiamo facendo”.<br />Probabilmente molti se lo sono scordato, ma un tempo il centrosinistra era contrario al federalismo fiscale. Adesso ha finito per accettare pure quello, come sempre avviene in questi casi, si fanno delle concessioni e poi si finisce per cedere su tutta la linea. A parte i diversi toni usati, tra centrodestra e centrosinistra non esistono differenze di rilievo riguardo al federalismo.<br />I federalisti vogliono ampi poteri per gli enti locali, Regioni, ma anche Province e Comuni, attraverso uno svuotamento del ruolo dello Stato. Gli enti locali diventerebbero i veri responsabili delle materie più importanti, come lo sono ora dal punto di vista amministrativo, lo diventeranno tra poco anche da quello fiscale. Essi sostengono che la gestione decentralizzata di un territorio risulterebbe più efficiente, ci sarebbero cioè meno sprechi e una maggiore qualità dei servizi offerti.<br />Il professor Ricolfi ad esempio, da Santoro, sosteneva che il federalismo porterebbe una riduzione dell'evasione fiscale.<br />Non viene spiegata concretamente questa tesi. Si dice che le regioni potrebbero esercitare un maggior controllo. Ma si rimane sul vago, sul principio astratto, senza scendere nei particolari. Ora io penso che si confondano due principi: la capillarizzazione delle istituzioni, la loro diffusione sul territorio, e la loro frammentazione.<br />Uno stato centralizzato è in grado di diffondere sul territorio l'esercizio delle proprie funzioni. Una forma di questa diffusione sono appunto gli enti locali. Semplicemente, in uno stata centralizzato gli enti locali esercitano le loro funzioni per conto dello Stato, della Nazione, del popolo italiano o come si vuole chiamarlo, mentre secondo la teoria federalista, questa funzione la eserciterebbero per conto loro. Ma non è che in un caso quella funzione è presente e nell'altro è assente. È presente in entrambi i casi. Semplicemente è dipendente da soggetti diversi. La diffusione e la capillarizzazione sul territorio è possibile anche se svolta da uno stato centralizzato. Anzi, si può dire che è questo il concetto moderno di stato. Uno stato è un'entità politica composta da suddivisioni territoriali controllate dal centro.<br />I federalisti invece hanno rovesciato il concetto di stato come era stato sviluppato dalla teoria politica dal Seicento in poi. Lo Stato diventa una mera aggregazione di entità territoriali, una federazione, appunto.<br />Da una parte quindi abbiamo uno Stato “capillare” che esercita le proprie funzioni sul territorio attraverso enti locali, dall'altro dei “microstati” frammentati che svuotano lo Stato centrale delle proprie funzioni, per “spartirsele” tra loro.<br />L'ente è sempre, in ogni caso, presente. Il controllo è lì, in ogni caso, e varia a seconda della tecnologia e delle tecniche che si dispongono. Diverso è il referente, di questa funzione, non lo Stato, ma l'ente locale stesso. Quest'ultimo non deve rendere conto più a nessuno. Anzi si può dire che il potere di controllo acquistato dalle regioni viene perso dallo Stato. Sembrerebbe che nella scomposizione non si sia perso nulla ma non è così. Si è perso il potere di controllo dello Stato centrale, quello che agiva in nome di un interesse nazionale e che poteva legittimamente imporre agli enti locali ciò che essi non vorrebbero. È una questione tutt'altro che secondaria. Se ad esempio la Lombardia decidesse di privatizzare completamente la sanità e di privare migliaia di lombardi delle cure mediche, in un sistema federale come quello che viene proposto, lo Stato non potrebbe intervenire, perché non è nelle sue competenze. Chi è che controlla le Regioni? Come fanno i cittadini italiani a controllare quelli lombardi? Questo è un problema che i federalisti non si sono posti.<br />Questo problema del controllo, è una questione che è stata a lungo dibattuta. Gli stati moderni, quelli centralizzati, sono stati una risposta e una risposta per nulla fallimentare a questo problema. Non a caso si è cercato poi di contenere questo potere dello Stato, non di espanderlo.<br />Si è fatto passare in questi anni il modello centralizzato di Stato per una sorta di reperto storico, invecchiato, burocratizzato, qualcosa di anacronistico e ormai vecchio. E si è dipinto il sistema federale come l'avanguardia delle tecniche amministrative, il più avanzato possibile. Lo Stato centrale non sarebbe in grado di esercitare un controllo efficiente sui più diversi territori e finisce per ingolfarsi in una burocrazia lenta e controproducente. Al contrario la “devoluzione” consentirebbe una gestione snella ed efficiente della cosa pubblica.<br />Questa narrazione è falsa. Lo stato centralizzato invece è nato proprio come risposta ai problemi di efficienza. Già nei regni e negli imperi dell'antichità, un serio problema per le dinastie regnanti era quello di assicurarsi la fedeltà dei diversi signori e proprietari locali. Se non ottenevano la loro fedeltà potevano nascere guerre e quindi instabilità per l'intero impero o regno. Oppure il potere dei sovrani non era più effettivo, ma solo nominale, perché i vari amministratori locali potevano fare ciò che volevano. Questa fu una delle cause del crollo dell'Impero Romano. Fu la ragione per cui Il sacro Romano Impero si sarebbe dissolto e sarebbero nati gli stati nazionali.<br />Ma esisteva anche il problema inverso: quello dei tanti staterelli rinascimentali in guerra tra di loro, che impedivano l'espansione del commercio e dei mestieri e quindi la crescita economica. Uno stato piccolo ha anche un potere piccolo. In un mondo in cui gli scambi commerciali varcavano le frontiere, questo diventava un problema, perché gli stati padronali, le signorie, non riuscivano più a gestire fenomeni così complessi.<br />La risposta a questo problema fu proprio la creazione degli stati nazionali. La Francia ne fu un esempio cristallino. Da un lato, si distaccò dal pesante e fumoso Sacro Romano Impero, dall'altro riunì tutte quelle realtà geografiche disperse sul territorio. Fu così che nacque la monarchia francese. Essa fu un esempio di efficienza per quei tempi. Fu così che la Francia poté diventare una potenza mondiale. Grazie allo stato centrale i francesi poterono contendere il dominio del mondo. Per la sua mancanza, l'Italia, pur godendo di una florida economia e di un'industria sviluppata, finì per essere spazzata via dalla scena internazionale e per andare incontro all'inevitabile tramonto.<br />I poteri dello Stato, in seguito, non sono diminuiti, ma al contrario, sono aumentati. Il controllo che lo Stato centrale era in grado di esercitare divenne sì un problema, ma non per la sua mancanza, bensì per la sua invasiva presenza. Cosa furono gli stati totalitari se non la concretizzazione di questa preoccupazione? Uno stato che era capace di controllare la vita di ogni individuo fin nei minimi particolari, uno stato ubiquo che arrivava dappertutto. Tuttavia gli stati centrali, se si esclude il caso dei regimi totalitari, nati proprio dove non esistevano stati centrali moderni (come in Russia) oppure dove questi erano deboli (come in Germania e in Italia) furono il tentato equilibrio tra le due necessità: da un lato unità nazionale e controllo centrale, dall'altro libertà individuale. Ma il problema era nel rapporto tra stato e individuo, tra nazione e singolo cittadino, non tra Stato e comunità locale. Fu proprio il rapporto Stato-individuo che sostituì la vecchia visione imperiale e feudale sovrano-territori. Diventa l'individuo e il cittadino al centro della riflessione teorica e non più la proprietà terriera. L'individuo non è più una cellula di una comunità che si rapporta al sovrano solo attraverso la comunità e che al di fuori di questa comunità non è più nulla, ma un soggetto portatore di diritti. Fu proprio lo stato nazionale a permettere l'ingresso nella storia di questa concezione, che è poi la concezione moderna, circa i diritti e i doveri del singolo. È proprio lo stato centrale a garantire al cittadino la propria autonomia. Esso esercita il controllo su tutto il suo territorio perché i suoi diritti vengano rispettati ed egli rispetti quelli degli altri.<br />Contrariamente a quello che si pensa, nella storia, il potere centrale fu un argine all'intemperanza e al dispot<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgVUL8AMHeMOBkT04UGc_dGaP8X5BwRsSdtJKUjNYF8JdjmcCYyLcQXyQxtMVYWlIr4n-Mgwswvl9cyfqYGzyRbw4RMk59IHLwyDxajKImHcEXEwUYkyB7rK2OlE_587faj-9v273a76Mmt/s1600/feder_fiscale.jpg"><img style="margin: 0pt 10px 10px 0pt; float: left; cursor: pointer; width: 320px; height: 218px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgVUL8AMHeMOBkT04UGc_dGaP8X5BwRsSdtJKUjNYF8JdjmcCYyLcQXyQxtMVYWlIr4n-Mgwswvl9cyfqYGzyRbw4RMk59IHLwyDxajKImHcEXEwUYkyB7rK2OlE_587faj-9v273a76Mmt/s320/feder_fiscale.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5458239520724917442" border="0" /></a>ismo dei signori locali. Questo rappresentava l'Imperatore a Roma, che non sempre riusciva in questo scopo per ovvie ragioni logistiche (data la difficoltà di collegamento che esisteva a quei tempi). Questo furono le monarchie europee, che combatterono contro i nobili locali prima signori incontrastati del loro territorio con potere di vita o di morte sugli abitanti, permettendo così il passaggio dal sistema feudale e dalla servitù dei contadini al sistema mercantile. Laddove, invece, non ci fu un'autorità centrale abbastanza forte da contrastare il dispotismo locale, come fu per la Russia zarista, ci fu una svolta verso forme totalitarie di stato, le uniche in grado, con costi individuali molto elevati, di modernizzare la struttura economica della nazione. Dove, invece, gli stati centrali esistevano ma erano deboli, erano esposti al rischio di attentati eversivi, che poi si concretizzarono drammaticamente.<br />Lo stato centralizzato è l'unica istituzione politica in grado di controllare i poteri locali, nonché quelli economici nazionali, e spesso, con qualche difficoltà, di arginare quelli internazionali. Fu proprio questa struttura politica centralizzata e ramificata (i due concetti non sono incompatibili ma complementari) a sconfiggere quel dispotismo locale di stampo feudale, fondato sul comunitarismo medievale della società patriarcale. Fu questa istituzione a permettere, in seguito, l'evoluzione verso forme di partecipazione popolare attraverso assemblee elettive alla vita politica.<br />Il federalismo, invece, vuole concentrare il potere presso gli amministratori locali, facendo passare questa scelta come portatrice di maggiore partecipazione popolare e di vicinanza delle istituzioni alle esigenze della popolazione. In realtà questo metterebbe gli amministratori locali, che tendono a fondare il loro potere sul localismo, sugli intrecci familistici e sul controllo dell'elettorato, nella condizione di creare dei “feudi” che emarginerebbero parte della società in favore di un'altra. La dimostrazione l'abbiamo con quanto succede in Emilia o in Lombardia, dove esistono due presidenti che quasi sicuramente arriveranno a quindici anni di governo ininterrotto.<br />I “governatori” possono contare sull'appoggio totale delle lobby locali e spesso anche su una raccolta di voti fondata su un sistema clientelare. Cosa che invece risulta molto più difficile a livello nazionale.<br />Abbiamo avuto inoltre esempi di discriminazione in regioni governate dalla Lega, in sfavore degli immigrati e delle minoranze.<br />Si va dunque ricreando quel dispotismo locale, quel comunitarismo fondato sull'aggregazione di una comunità dove i diritti individuali che erano tutelati dallo stato centrale, ormai debole, vengono negati, in favore di privilegi comunitari o etnici addirittura.<br />In una situazione in cui l'economia si muove su scala internazionale, tanto che persino gli stati nazionali faticano a stargli dietro, questo regresso a forme di potere decentrate non può certo costituire una maggiore presa da parte del potere politico su quello economico. Al contrario, gli enti locali, disponendo di un potere molto più ampio di prima, ma molto inferiore di quello di uno stato nazionale e di una sovranità limitata dai confini geografici, si troveranno in completa balia del grande capitale globale.<br />Con la globalizzazione al galoppo sarebbero da auspicare forti stati nazionali, le uniche istituzioni che finora hanno potuto, anche se non sempre, opporsi ai grandi interessi economici e nello stesso tempo garantire una partecipazione popolare effettiva, nonché i diritti dei singoli cittadini.<br />Invece sta avvenendo il contrario. Gli stati nazionali si vanno disgregando, di contro al rafforzamento dei poteri locali, e a quello dei poteri transnazionali (politici e soprattutto economici).<br />Sono sottoposti a una duplice tensione: da una parte verso l'interno, da parte dei poteri locali che tentano di disgregarli per spartirsene le spoglie, dall'altra parte verso l'esterno, da parte delle grandi lobby mondiali che tentano di dissolverne le funzioni in organismi sovranazionali e assolutistici (Unione Europea, Fondo Monetario Internazionale, ecc.).<br />Questo non fa altro che annientare l'unico organismo che finora ha permesso ai popoli di essere (seppure in modo parziale e lacunoso) rappresentati, che ha tutelato, pur differentemente, i diritti individuali e quelli delle classi più deboli, altrimenti del tutto esposte al potere delle oligarchie.<br />Che ha arginato e contenuto, certo in parte e in modo insufficiente, le disuguaglianze sociali, dove ha potuto, entro limiti umanamente accettabili.<br />Ogni meccanismo redistributivo deve passare per la centralizzazione. Le comunità primitive raccolgono le provviste diversamente raccolte dai propri membri per poi redistribuirle in parti eguali tra tutti.<br />Lo stato centrale preleva le tasse in quantità differente, a seconda della diversa ricchezza dei suoi territori, e poi le redistribuisce per tentare un parziale appianamento delle differenze e favorire uno sviluppo economico il più possibile omogeneo.<br />Lo stato federale non redistribuisce. La regione più ricca tiene per se le proprie ricchezze. I federalisti per rispondere a questa obiezione hanno escogitato il palliativo della “compensazione”, ma ovviamente questa compensazione sarebbe assolutamente non paragonabile a un'autentica redistribusione, poiché è evidente che se la parte maggiore e più significativa delle proprie ricchezze una regione le tiene per se, solo una parte minima e trascurabile di esse sarebbe destinata a una simile “compensazione”. Senza considerare tutti gli squilibri dovuti alle differenti offerte di servizi, in funzione della ricchezza, ma anche delle decisioni politiche che si prendono in una data area geografica.<br />I federalisti sostengono un sistema fiscale regionalizzato e parcellizzato come risposta all' “assistenzialismo” di cui avrebbero goduto, e di cui a volte hanno effettivamente goduto, alcune categorie.<br />Tuttavia questo assistenzialismo, si omette di considerare, non è dovuto a ragioni geografiche, bensì è legato a determinate categorie, classi sociali, ruoli o impieghi. Inoltre è proprio il sistema della “compensazione” il più vicino che esiste all'assistenzialismo, poiché ribalta il principio della fiscalità nazionale (tutti pagano per tutti) per renderlo una mera “sottrazione” delle ricchezze territoriali. Il federalismo ignora o finge di ignorare le caratteristiche dell'economia capitalistica, che non conosce barriere geografiche per cui le ricchezze della regione non sono il mero prodotto di quella regione, ma di una interazione a livello nazionale e spesso internazionale. Non esiste una ricchezza lombarda, una siciliana o una toscana. Esiste una ricchezza italiana. Era questo il principio sulla base del quale è avvenuta l'unificazione della penisola e i tentativi (a volte riusciti, altre falliti) di un suo ammodernamento.<br />Infine, spesso non si considerano a sufficienza gli “effetti collaterali” del federalismo. Ciò è dovuto ai concetti, assolutamente relativi, di centro e periferia. Una regione potrebbe essere vista come la periferia rispetto ai centri del potere nazionale. Ma sarebbe il centro rispetto ad altre sue province.<br />Facendo passare il principio della decentralizzazione politica e della parcellizzazione fiscale alcune province potrebbero un giorno reclamare nei confronti della propria regione lo stesso diritto che questa reclama oggi contro lo Stato. I comuni potrebbero fare lo stesso con le province. Infine, forse, anche i comuni finirebbero per disgregarsi. Una volta che il potere centrale viene meno, una volta fatto passare il principio alla base del federalismo, e una volta diffusasi la cultura dell'“ognuno per se” questo sarebbe uno scenario tutt'altro che imprevedibile.<br />I federalisti spesso portano come esempio nazioni di lunga tradizione federale, come gli Stati Uniti o la Germania. Tuttavia non considerano che: a) Sono Stati che sono nati attraverso un processo federativo, più che aggregativo, e che hanno da lungo tempo collaudato questo sistema, b) queste nazioni, godono tutte di forti squilibri economici tra le diverse aree geografiche c) Il federalismo è stato un compromesso che si è trovato tra i fautori dell'unità nazionale e gli indipendentisti.<br />Soprattutto quest'ultimo punto ci fa notare come la federazione sia una risultato di un processo di unificazione e non di disgregazione. Sarebbe l'evoluzione da una situazione di guerra intestina tra stati di una certa area geografica e relativa frammentazione, fino a una unificazione possibile, cioè quella che ha lasciato ampi poteri di manovra ai singoli territori federati che altrimenti non avrebbero mai accettato di unirsi. Al contrario i federalisti odierni vogliono proporre il loro sistema in nazione già unificate e tradizionalmente centralizzate politicamente, attuando il processo inverso, ovvero non una unificazione, ma una disgregazione nazionale.<br />Questo <span style="font-style: italic;">neofederalismo</span>, come sarebbe più giusto chiamarlo, tradisce lo spirito del primo federalismo, che voleva l'unità e non la scomposizione di una nazione. Non è un caso che tutti i movimenti che sostennero il vecchio federalismo si ispiravano a ideologie patriottiche o nazionalistiche. Al contrario i maggiori sostenitori del neofederalismo rappresentano movimenti regionalisti e autonomisti, che reclamano autonomia e indipendenza dalla Capitale, l'esatto opposto di quanto facevano i vecchi federalisti.<br />Ma allora perché si sta tanto suffragando la causa dei neofederalisti se avrebbe effetti così nefasti?<br />In realtà i movimenti e i partiti politici che lo hanno fatto proprio sono soltanto la punta di un iceberg. Esistono lobby ben più potenti che spingono verso questo sistema e che operano per manipolare l'informazione dei media su questo argomento e fanno pressione sui dirigenti politici. Sono quelli che si riuniscono nel <a href="http://eresiarossa-matteo.blogspot.com/2010/03/la-grecia-sotto-lassedio-del-bilderberg.html">Club Bilderberg</a> e che progettano un Nuovo Ordine Mondiale governato da istituzioni sovranazionali e oligarchiche. Il loro obiettivo è demolire gli stati nazionali.<br />Per farlo tentano da un lato, appunto, di rafforzare organi sovranazionali, dall'altro di indebolire il potere statale sul fronte interno, favorendone una sua disgregazione e una sua implosione. Il risultato sarebbe la cancellazione di qualsiasi possibilità di partecipazione popolare, dei diritti sociali e individuali acquisiti all'interno e per mezzo degli stati nazionali e sanciti dalle loro stesse carte costituzionali, una maggiore e prevaricante egemonia delle elite economiche internazionali.<br />Chiunque desidera che questo scenario non si realizzi dovrebbe sostenere il rafforzamento dello stato centrale, di contro alle pressioni tanto dei potentati locali (cavalli di Troia di quelli globali) quanto degli organismi internazionali, nonché del grande capitale globale.</div>Matteohttp://www.blogger.com/profile/12314103862311165371noreply@blogger.com16tag:blogger.com,1999:blog-9046653174671372000.post-60845041947079554992010-04-07T16:09:00.000-07:002010-04-07T16:37:19.164-07:00Preti rari<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjvELVinqO2L2XG23dWRJ5YkL0xveN6I9lMMDH1MHIoiWT6zKd7Y_U5lzyIrp6q_6EUNDc6XRixwog67hyzAEq9FxKJS0HQ63tyx8ZYK8b6xPGK6nDcegok3-TBQ6jOkv_fBrhoXueyVbBs/s1600/Don_Gallo.JPG"><img style="margin: 0pt 10px 10px 0pt; float: left; cursor: pointer; width: 200px; height: 133px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjvELVinqO2L2XG23dWRJ5YkL0xveN6I9lMMDH1MHIoiWT6zKd7Y_U5lzyIrp6q_6EUNDc6XRixwog67hyzAEq9FxKJS0HQ63tyx8ZYK8b6xPGK6nDcegok3-TBQ6jOkv_fBrhoXueyVbBs/s320/Don_Gallo.JPG" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5457540851481696066" border="0" /></a><span style="font-family:georgia;">La Chiesa prosegue nel suo disperato quanto patetico tentativo di negare l'evidenza, e cioè la copertura delle violenze dei propri sacerdoti contro i bambini, impedendo il normale iter giudiziario, e quindi il tentativo eversivo delle gerarchie ecclesiali di mettersi al di fuori e al di sopra delle leggi dello Stato, uno Stato che considera straniero solo quando le fa comodo (vedi Otto per mille). Vuole negare qualcosa che è noto a chiunque sia un minimo informato, e cioè che Josef Ratzinger prima di diventare Papa partecipò all'operazione di insabbiamento di criminali consacrati. A causa sua e di quelli come lui, molti bambini che avrebbero potuto essere salvati se ci fosse stato un tempestivo intervento dell'autorità giudiziaria, subirono violenze finendo per essere segnati per tutta la vita.</span><br /><div style="text-align: justify;"><span style="font-family:georgia;">Continuano a negare un fatto noto a tutti, e cioè che la Chiesa ha sempre previsto e continua a prevedere “punizioni” interne ad essa per i propri membri (verrebbe da dire “affiliati”).</span><br /><span style="font-family:georgia;">Continuano a negare un fenomeno riconosciuto dalla scienza psichiatrica e cioè il danno che può provocare una castrazione imposta da una regola completamente anacronistica che i “fratelli” protestanti hanno già abbandonato da secoli.</span><br /><span style="font-family:georgia;">Ma la storia della Chiesa è fatto di dinieghi. Si nega la propria storia, si nega ciò che fu Gesù Cristo, ciò che furono i vangeli, anche quelli non riconosciuti, ciò che furono le persecuzioni, le censure e le tante pagine buie che hanno infestato la storia di questa potentissima istituzione.</span><br /><span style="font-family:georgia;">La Chiesa ha abbracciato il capitalismo selvaggio banchettando con banchieri e industriali, dimentica della massima di Cristo “è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago che un ricco entri nel regno dei cieli” (dunque tutte le massime gerarchie ecclesiastiche!!). Sembrano non accorgersi, questi signori che fanno voto di povertà che i più grandi critici della Chiesa non sono gli atei o i comunisti, ma i Padri fondatori, i cristiani delle origini, quelli sulla cui parola dovrebbe essere fondata la Chiesa dello IOR.</span><br /><span style="font-family:georgia;">La Chiesa è stata sempre della parte dei più forti, contrariamente a quanto fece il loro Gesù, si alleò con l'Impero quando c'era l'Impero romano, con le monarchie europee in epoca feudale, con il fascismo e con il nazismo durante l'ultima guerra mondiale, e con il Capitale transnazionale nell'epoca della globalizzazione.</span><br /><span style="font-family:georgia;">Ma certi vizi sembrano non cambiare mai.</span><br /><span style="font-family:georgia;">Adesso pretendono di essere le vittime delle situazione, cosa ridicola, come appare sempre ridicola ogni superpotenza che vuole far credere di esser vittima di un complotto (invece di essere, semmai, quella che i complotti li organizza).</span><br /><span style="font-family:georgia;">Dopo i deliri di <a href="http://www.adnkronos.com/IGN/News/Cronaca/Papa-Cantalamessa-contro-di-lui-campagna-odio-come-antisemitismo-per-ebrei_204175703.html">Cantalamessa</a>, l'amica <a href="http://angustifolia-toglietevilescarpe.blogspot.com/2010/04/io-non-so-come-amarlo.html#comments">angie</a> ci segnala un altro caso di esternazione paranoica da parte non di un cardinale questa volta ma di un <a href="http://www.19luglio1992.com/index.php?option=com_content&view=article&id=747:il-curriculum-di-corrado-carnevale&catid=2:editoriali&Itemid=4">giudice</a> di dubbia autorevolezza che chiama in causa addirittura i massoni (ma non erano quelli che facevano intrighi <span style="font-style: italic;">alleati </span>alla Chiesa? Mah!).</span><br /><span style="font-family:georgia;">Penso che certe affermazione si smentiscano da sé, evidentemente il clero non vede come questa strategia finisce inevitabilmente per ritorcersi contro chi la adopera, fatta eccezione per quattro bizzoche di paese (ammesso che esistano ancora) che vanno in Chiesa tutti i giorni, le uniche che potrebbero credere a tutto quello che il parroco dice loro.</span><br /><span style="font-family:georgia;">Vorrei però concentrare l'attenzione questa volta su un'altra categoria di “uomini di chiesa”. Sono preti che non si preoccupano degli embrioni ma delle persone in carne ed ossa, che preferiscono aiutare un immigrato piuttosto che gettarsi nelle grandi speculazioni finanziarie, che lottano tutti i giorni contro i potenti, contro gli abusi, contro il razzismo e contro la mafia. Sono, certamente, perle rare per una Chiesa che non le sa minimamente apprezzare. Essi sono destinati alla condanna e al biasimo delle alte sfere, quest'ultime sempre solidali con i potenti che vengono irrisi e sempre inflessibili con chi tenta di ribellarsi ai loro capricci.</span><br /><span style="font-family:georgia;">Ma questi altri preti, invece, sono lì, imperterriti, indistruttibili, come sempre in direzione ostinata e contraria, sono persone come Don Andrea Gallo, nel suo impegno in favore dei diseredati, come Don Giorgio De Capitani, nella sua battaglia contro gli abusi di un potere volgare, o come Don Luigi Ciotti, fondatore di uno dei più grandi movimenti contro la mafia.</span><br /><span style="font-family:georgia;">Saranno snobbati, mal sopportati, quando non censurati, dai loro superiori, che hanno sempre avversato i preti come loro, quelli che si schierano con i più deboli. A loro può toccare la scomunica, come avvenne per i teologi della liberazione colpevoli di aver difeso i popoli oppressi, cacciati da quel che sarebbe stato a giudizio di molti un “grande papa”, Wojtila. </span><br /><span style="font-family:georgia;">A me i Papi non piacciono, mi piacciono però quei preti che ho nominato prima, e quelli che non ho nominato e che magari non godono di notorietà, ma che sono impegnati giorno per giorno a combattere contro i mali di una società iniqua e ingiusta malgrado gli impedimenti dei loro capi. Dei preti che non si fermano a vagheggiare la vita eterna, ma che sono impegnati per fare di questo mondo un luogo migliore. Da ateo e da comunista, penso che questo omaggio sia necessario a queste persone, che brillano come dei rubini in una pozza di fango.</span><br /><br /><br /></div><object width="425" height="344"><param name="movie" value="http://www.youtube.com/v/y8tr95Zc4hw&hl=it_IT&fs=1&color1=0x5d1719&color2=0xcd311b"></param><param name="allowFullScreen" value="true"></param><param name="allowscriptaccess" value="always"></param><embed src="http://www.youtube.com/v/y8tr95Zc4hw&hl=it_IT&fs=1&color1=0x5d1719&color2=0xcd311b" type="application/x-shockwave-flash" allowscriptaccess="always" allowfullscreen="true" width="425" height="344"></embed></object>Matteohttp://www.blogger.com/profile/12314103862311165371noreply@blogger.com9tag:blogger.com,1999:blog-9046653174671372000.post-1036516366806114872010-04-02T04:38:00.000-07:002010-04-02T15:15:16.327-07:00Ovvietà<div style="text-align: justify;">A quanto pare mi tocca ancora perdere tempo su questa storia delle elezioni pseudo-democratiche che si sono appena svolte, perché a molti ancora entra bene nella testolina come stanno veramente le cose. Lo faccio soprattutto perché è l'unica occasione che ho per cercare di far capire a quanti sono di sinistra, della sinistra vera, non quella farlocca piddina o dipietrista, a non farsi ingannare da questi sedicenti progressisti. Esistono molti anche tra quelli che votano Pd e IdV che sono di sinistra, e che votano questi partiti, da un lato perché non vedono alternative, dall'altro perché abbagliati dalla retorica berluscocentrica dei Travaglio e dei Di Pietro.</div><div style="text-align: justify;">Innanzitutto una domanda che si sono posti tutti. Chi ha vinto le elezioni? È stato detto di tutto, che le elezioni le ha vinte Berlusconi, che le ha vinte la Lega, che le ha vinte Grillo, che le ha vinte Vendola, e così via. L'unica cosa chiara e lampante a tutti, organi di stampa e blog, e che evidentemente solo Bersani e D'Alema non hanno capito, è che il Pd le ha perse e le ha perse alla grande. Ha perso su tutti i fronti: in termini percentuali, in termini di voti assoluti e in termini geografici, perdendo importanti regioni come il Piemonte, il Lazio, la Calabria e la Campania. Una disfatta nera in cui il Pd scende al suo minimo storico. Eppure la segreteria del Pd si ostina a dire che queste elezioni non le hanno perse. Agli sciocchi e ai pazzi bisogna dare sempre ragione e allora io dico a Bersani, si, caro segretario, sai che c'è? Le elezioni le hai vinte alla grande, il popolo vi acclama, il Pd prenderà alle prossime politiche il 51% e tu diventerai presidente del consiglio in un governo monocolore.</div><div style="text-align: justify;">Comunque a parte le ovvietà e i negatori dell'ovvietà, resta la domanda su chi abbia vinto le elezioni. Bè ancora una volta questa domanda ha una risposta semplice, di una semplicità imbarazzante, ma a quanto pare come sempre avviene in Italia siamo riusciti a complicarci la vita con una marea di chiacchiere inutili. Le elezioni le hanno vinte gli astensionisti. Non lo dico io, non ho fatto nessuna analisi particolarmente accurata. Basta guardare i dati che dicono che essi hanno la percentuale più alta in termini di voti, molto più del PdL, doppiano quasi il Pd e aumentano il numero dei loro “non voti” assoluti.</div><div style="text-align: justify;">Ma c'è mai stato qualcuno di questi eminenti politologi ed esperiti di strategie che sui giornali e sulle televisioni si sia accorto di questa cosa? Qualcuno ha accennato al dato “significativo” delle astensioni (cui bisogna aggiungere le schede nulle e quelle bianche). Avesse ottenuto Berlusconi o Bersani un simile risultato tutti sarebbero stati lì a gridare alla grande vittoria, titoli in prima pagina su tutti i giornali, e cose di questo tipo.</div><div style="text-align: justify;">Tutti i partiti perdono voti, aumentano quelli che non sono andati a votare. Bé, io me la porrei la questione. Mi sembra chiara una cosa. Che la gente non è soddisfatta di come è amministrato questo paese e di come vanno le cose in Italia da parecchi anni. Ovvio, vero? Eppure nessuno lo dice.</div><div style="text-align: justify;">Dopo gli astensionisti il dato più rilevante è quello della Lega che avanza non solo nelle “regioni verdi” come Lombardia e Veneto, ma anche nelle “regioni rosse” i feudi del Pd, come Emilia Romagna e Toscana. Inoltre ha ora due presidenti di regione, in Piemonte e in Veneto.</div><div style="text-align: justify;">Per il resto praticamente il nulla. Il Pd straperde, lo si diceva prima, l'Idv, ha una sostanziale tenuta in termini percentuali, ma non c'è stato quello sfondamento che molti si aspettavano e che dimostra che è un partito destinato a rimanere nella nicchia che si è scavato.</div><div style="text-align: justify;">La sinistra, Rifondazione e Sinistra Ecologia, se si esclude il risultato della Puglia e la vittoria importante di Vendola, perde ancora e giace in come profondo, non riesce a iniziare quella rimonta, in cui molti speravano e auspicavano dopo la disfatta delle politiche.</div><div style="text-align: justify;">Poi c'è il movimento cinque stelle di Grillo, che ottiene 400000 voti la prima volta che si presenta e raggiunge percentuali alte in regioni come l'Emilia o il Piemonte. Tuttavia mi pare sia ancora presto per questo movimento per gridare alla vittoria. Prima di affermarsi come forza politica nazionale occorrerebbero ulteriori conferme.</div><div style="text-align: justify;">A questo punto, visto che gli unici veri vincitori sono gli astenuti e la Lega, sarebbe necessaria una riflessione sul perché la gente o non è andata a votare o ha votato Lega.</div><div style="text-align: justify;">Prima di tutto un dato sugli astenuti. Le regioni in cui la percentuale di chi non si è recato alla urne è maggiore sono quelle che venivano da amministrazioni di centrosinistra, Lazio, Emilia, Toscana, Piemonte.</div><div style="text-align: justify;">Mi pare chiaro che, visto anche il pessimo risultato dei partiti di centrosinistra, se è vero che ad essersi astenuti sono gli elettori di tutti gli schieramenti, è anche vero d'altra parte che quelli di sinistra sono la maggioranza.</div><div style="text-align: justify;">Inoltre anche tra chi è andato a votare, basta sentire un po' cosa si dice in giro, lo ha fatto turandosi il naso, con la sola ragione di non far vincere la destra, quindi tutt'altro che per adesioni alla linea di quei partiti.</div><div style="text-align: justify;">Dunque, la gente di sinistra non condivide le politiche e i programmi che esprime chi vorrebbe rappresentarli. Elementare, Watson.</div><div style="text-align: justify;">Questa cosa non sembra ancora entrata in testa a certi professori e professoresse della minchiata televisiva che popolano i palinsesti. La Annunziata, ieri, ad Annozero, non voleva capacitarsi di come mai quelli di sinistra, che lei chiamava “moderati” non sono andati a votare il Pd.</div><div style="text-align: justify;">Qualcuno glielo ha cercato di dire, ma lei niente, continuava a ripetere questa litania.</div><div style="text-align: justify;">Nemmeno un servizio su un cantiere dove gli operai salivano sulla gru perché non erano pagati dai caporali è riuscito a far entrare nella testa dell'Annunziata l'idea che la sinistra non si occupa più dei temi sociali, e quindi perde. Il motivo per cui la gente avrebbe dovuto votare i caniddati di Bersani and CO. sarebbe la sospensione dei talksow. Ora voi ve lo immaginate l'operaio che torna dopo 12 ore di lavoro in fabbrica, magari rischiando il licenziamento o la cassa integrazione, con la bolletta da pagare e i figli da sfamare, che si preoccupa perché Annozero o Ballarò non vanno più in onda?</div><div style="text-align: justify;">Io sinceramente no. Il problema suo non è il palinsesto rai, è il salario basso, il rischio di morire sul lavoro, la scuola dei figli, la luce e il gas troppo alti, l'affitto o il mutuo per la casa da pagare. Cosa gliene può fregare del palinsesto rai? Eppure questi giornalisti come la Annunziata o Gian Antonio Stella, che si lamentava dei costi e degli sprechi della politica nel libro “La casta” non sembrano ancora avere afferrato il concetto. Ieri, da Santoro, è stato rispolverata una categoria mitologica, creata dai politologi come Panebianco o Sartori che ci hanno ammorbato con le loro chiacchiere insulse sulla politica delle alleanze, e diffusa da giornalisti come Gian Paolo Pansa. Questa categoria è quella degli “elettori moderati”, o più semplicemente “i moderati”. Un concetto utilizzato anche nella pratica politica fin dai tempi del primo governo Prodi, con i risultati che conosciamo. Ebbene, secondo la profonda disamina di questi grandi analisti l'astensione sarebbe quella dei moderati, che si astengono non si capisce per quale motivo. Di partiti “moderati” se ne trovano in quantità eppure i maggiori rappresentanti di questa creatura mitologica che sono Pd e Udc hanno ottenuto risultati miserevoli.</div><div style="text-align: justify;">Non c'è verso di far capire che non sono i moderati quelli che non vanno a votare. I moderati sono quelli soddisfatti della situazione attuale, dello stato di cose, quelli che non hanno problemi con il mutuo da pagare, “gli imprenditori onesti” tanto cari al Pd, e all'IdV, i liberi professionisti e i commercianti che con questo sistema evadono le tasse e infine i giornalisti come Stella e la Annunziata che guadagnano milioni di euro e i politologi come Sartori o Panebianco che fanno conferenze in tutto il mondo.</div><div style="text-align: justify;">Quelli che non vanno a votare, invece, non sono i moderati, sono gli <i>incazzati</i>, e incazzati neri, quelli, per esempio, che salgono sui tetti, che occupano le aziende, che sequestrano i manager, tra la disapprovazione perbenista dei “moderati”, quelli che sono ignorati da tutti coloro che gridano alla “casta”, senza accorgersi che sono loro stessi a far parte di una casta. Costoro, non sanno nulla dei problemi della gente, perché non li vivono. La massima preoccupazione per questi signori è il processo Mills oppure la sospensione delle tribune politiche. Da ciò deriva la loro incapacità congenita a capire la situazione.</div><div style="text-align: justify;">Cara Annunziata, bisogna dirtelo in arabo? Il centrosinistra perde perché nessuno dei suoi dirigenti va nelle fabbriche, nei quartieri popolari, nessuno si preoccupa dei mali che li affliggono, nessuno fa niente contro la precarietà dei giovani o contro le basse pensioni degli anziani. Il centrosinistra perde perché può annoverare politici come Ichino che vuole abolire lo statuto dei lavoratori come Sacconi, gente come Calearo, che sfrutta i lavoratori nelle sue aziende, gente come Tiziano Treu, che ha introdotto per la prima volta in Italia, prima di Berlusconi, una legge che legalizza la precarietà e che vuole alzare l'età pensionabile come Brunetta.</div><div style="text-align: justify;">Che diamine centrano i moderati? I moderati sono quelli che hanno fallito, sono quelli come te che in cinquant'anni non hanno ancora capito niente di come va l'Italia e il mondo, perché a quel mondo non appartengono, ma vivono nei salotti, nei talk show, o nelle redazioni dei quotidiani.</div><div style="text-align: justify;">A causa di questa gente le persone non vanno a votare, o peggio, votano Lega, che ha una politica razzista, fascista e populista, però risponde alle esigenze della gente, offre una “protezione”, per quanto di stampo decisamente meschino, è vicina tutti i giorni e si occupa tutti i giorni delle vicende quotidiane dei comuni mortali, ignorando quelle degli illuminati difensori delle libertà di spettacolo. La Lega, ovviamente, fa il gioco dei padroni. Però intanto conosce anche il mondo popolare, perché lo vive tutti i giorni, e quindi sa anche come usarlo a proprio vantaggio.</div><div style="text-align: justify;">Infine vorrei dire una cosa sul partito che fa capo a Grillo, a Travaglio, a Di Pietro e al cosiddetto “popolo viola”, quelli il cui problema più grande sono i finanziamenti ai partiti o ai giornali e che si dimenticano delle ingentissime spese militari.</div><div style="text-align: justify;">Io non mi preoccuperei dell'Italia dei Valori, che esaurendosi nell'analisi al microscopio della fedina penale di Berlusconi, ha esaurito anche la propria capacità di espandersi.</div><div style="text-align: justify;">Mi preoccupo invece e molto di questi capipopolo come Grillo e Travaglio, gente che non è di sinistra e non lo è mai stata, ed anzi è un serio ostacolo alla costruzione di qualsiasi vero partito di sinistra anticapitalista. Concentrano l'attenzione su cose di secondaria importanza, come la terza candidatura di Errani e si dimenticano, anche loro, perché anche loro appartengono alla “casta”, dei veri problemi. Vorrebbero introdurre un modello di società di destra, soltanto più efficiente. Vogliono gli Stati Uniti, vogliono Obama, vogliono il mercato il cui solo problema sarebbe di non essere abbastanza “libero”, vogliono la stessa società che vogliono anche i loro avversari, ma senza i mali che inevitabilmente la affliggono, insomma:</div><div style="text-align: justify;">“...vogliono le condizioni di vita della società moderna senza le lotte e i pericoli che necessariamente ne derivano. Vogliono la società attuale sottrazione fatta degli elementi che la rivoluzionano e la dissolvono. Vogliono la borghesia senza proletariato [...] pretendere dal proletariato che esso rimanga fermo nella società attuale, ma rinunci alle odiose idee che di essa si è fatto”.</div><div style="text-align: justify;">Chi diceva queste cose si chiamava Karl Marx, quando Grillo ancora non esisteva. Ma adesso ci viene un comico a dire che destra e sinistra non esistono più e noi gli crediamo.</div>Matteohttp://www.blogger.com/profile/12314103862311165371noreply@blogger.com10tag:blogger.com,1999:blog-9046653174671372000.post-40094361211505506722010-03-31T08:50:00.000-07:002010-03-31T08:54:51.997-07:00Tutta colpa loro!<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh2SOxIkB8vVBB7jHh83viBD49LWBHi7Wu7BSym5UXxjsck0OqIizWQqx-pNil_5Mlw1mnUXe9EIKzo1TAbCryyEdD1o0emV5o1jyGaKBoRG99hBtPu0P4vbUvL0iggZqdsN3xpHsUOM4pe/s1600/manifestazione_20_ottobre.jpg"><img style="float:left; margin:0 10px 10px 0;cursor:pointer; cursor:hand;width: 200px; height: 150px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh2SOxIkB8vVBB7jHh83viBD49LWBHi7Wu7BSym5UXxjsck0OqIizWQqx-pNil_5Mlw1mnUXe9EIKzo1TAbCryyEdD1o0emV5o1jyGaKBoRG99hBtPu0P4vbUvL0iggZqdsN3xpHsUOM4pe/s200/manifestazione_20_ottobre.jpg" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5454826943551739394" /></a><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Che ignoranti! Che idioti! Potevamo vincere e invece... Di che si lamentano se poi non votano chi sta dalla loro parte? Colpa di questa cultura qualunquista, colpa delle televisioni e dei giornali! Colpa di quelli che invitano a non andare a votare.! Colpa delle liste minori e dei candidati che non ci sostengono. Colpa di chi si astiene, colpa loro! Noi abbiamo fatto il possibile, mi creda, glielo dico con tutto il cuore, so che lei mi capisce... cos'altro potevamo fare? Noi abbiamo cercato di liberare l'Italia da un demagogo e un populista, ma che possiamo farci se la gente non ci sostiene? Che possiamo farci se le televisioni sono controllate da una sola persona? Mica possiamo fare come una volta, con le campagne elettorali porta a porta, i tempi sono cambiati! Mica possiamo andare nelle fabbriche, quello è compito dei sindacati... i sindacati! Lei ne sa qualcosa mia cara. La colpa è anche la loro, non possiamo mica fare tutto da soli! Loro dovrebbero occuparsi del lavoro, che se gli operai non ci votano più è colpa loro! Io ci sono andato anche in fabbrica una volta, ma che posso farci se si sono rifiutati di ascoltarmi, se mi hanno insultato e se mi hanno tirato le uova marce! Che schifo! Mi perdoni se mi esprimo così, ma sono davvero cose dell'altro mondo, mia cara! Ha visto come è ridotta la mia nuova Mercedes? Io ci provo a parlare con i lavoratori.. sono i lavoratori che non vogliono parlare con me! E che è colpa mia? Loro mi impediscono di parlare! Lo so che lei conosce le regole del vivere civile molto meglio di questi pezzenti e tutto questo le sembrerà strano, ma, mi creda, le cose ormai vanno così... Questa non è democrazia! In democrazia bisogna lasciar parlare tutti e loro non mi hanno lasciato parlare! Mi hanno fischiato e insultato... per fortuna che c'erano le guardie del corpo a proteggermi, sennò chissà che poteva fare qualche testa calda! Io voglio aiutarli i lavoratori, sto dalla loro parte, ma anche loro devono capire che la politica è fatta di compromessi e senza compromessi non si governa... Mi scusi un momento, sa? Il telefono...</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Pronto? Sì? Salve Presidente! È un piacere sentirla... Come dice? Si congratula per la mia elezione? Grazie, Grazie! Lo apprezzo molto... apprezzo molto quello che sta facendo la sua azienda per il partito, per fortuna c'è ancora qualche persona sensata in questo paese... Certo sì, non abbiamo vinto... però qualche accordo con la maggioranza possiamo trovarlo... e vedrà che grazie a noi riusciremo a rilanciare il made in Italy e a sostenere le classi produttive... non si fidi troppo della destra... quelli parlano, parlano, ma alla fine... è su noi che potete contare veramente, noi vogliamo rilanciare l'imprenditoria della nostra terra, vogliamo valorizzare i nostri giovani... Certo, certo... meritocrazia, lo dico anch'io, ci vuole più meritocrazia... Ma no! Non deve preoccuparsi di lui! Stia tranquillo questi estremismi non andranno da nessuna parte! Quello non conta nulla! Ha contro tutta la coalizione... Ma quali tasse! Ma no! Se le dico che può stare tranquillo... si fidi di me... ormai tutti gli estremisti sono fuori, gli industriali possono stare tranquilli...ma certo, capisco che lei è occupato... non voglio trattenerla a lungo, grazie, caro Presidente, lo apprezzo veramente, tutti noi del partito lo apprezziamo, sappia che potrà sempre contare su di noi, noi non tradiamo, noi, ci abbiamo degli ideali, noi... un caro saluto a sua moglie... e come sta la piccola? Ma certo, certo... eh eh... tutto suo padre!... Arrivederci, Presidente e grazie ancora!..</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Come le dicevo, mia cara, la gente deve capire! Devono capire tutti.. se perdiamo noi vince la destra e se vince la destra perdono anche loro... Povera Italia! Io non lo faccio mica per me.. a me che mi frega dopotutto? Io c'ho comunque il posto da consigliere assicurato, ho di che mantenere la mia famiglia, è che mi preoccupo, come lei del resto, per questo paese sempre più alla deriva! Mi preoccupo per i risparmiatori, per le famiglie... lo diceva la buon'anima di suo marito, lo diceva sempre: liberalizziamo! Bisogna liberalizzare tutto per sostenere il piccolo investitore... e quanto aveva ragione, cara mia...io ho fatto la mia campagna elettorale su questo... per dare fiducia alle famiglie, per sostenere i consumi contro questa crisi... Una finanza responsabile, ci vogliono delle regole... delle regole per fare una finanza rispettabile ed eticamente decorosa... una finanza dal volto umano... Mi scusi, un'altra telefonata...</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Pronto? Chi parla? Oh! Direttore! Mi creda, stavo pensando proprio a lei in questo momento!... sì, lo so, lo so... Grazie, grazie... Ma no! Non si deve preoccupare! Dorme tra due guanciali! Mi dica, l'ho mai delusa? Lo so. Sono tempi difficili questi, con questa crisi e so che anche la sua banca deve affrontare un brutto periodo... ma vedrà, andrà tutto bene... quelli come noi non li ammazza nessuno, eh eh!... No... non deve mica impensierirsi per uno come quello! Sembra un predicatore, ma in realtà non ha nessuna forza, non abbiamo bisogno di lui, lo scarichiamo quando ci pare... Come? Ma no, si figuri! Che paura le fanno i giudici? Non si aprirà nessuna inchiesta, glielo dico io! E anche si si aprirà si concluderà in un nulla di fatto, come sempre! Le persone per bene come lei non hanno nulla da temere, stia tranquillo, può dormire sonni tranquilli... no, ma no, le pare? Solo un pensierino da parte di mia moglie, sa? Fa delle torte fantastiche! La prossima volta che viene a cena dovrà assaggiarne una... Va bene... certo, la terrò informato... grazie di tutto... saluti a casa!..</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Non hanno capito... non hanno capito... c'è un problema di comunicazione... per battere la destra dobbiamo competere sul piano della comunicazione! Ma come fai se le televisioni ce l'hanno in mano loro, mi dica lei... è difficile... Abbiamo tutti contro... Tutti contro! Elettori di destra ed elettori di sinistra, stampa, televisioni, anche blog, ormai è l'era di internet... tutti contro di noi! Ma che gli abbiamo fatto? Non capiscono che così fanno il gioco della destra? Laici e cattolici, tutti contro di noi! Vuoi accontentare uno e scontenti l'altro! C'è sempre qualcuno che ha qualcosa da ridire... Vuoi legalizzare le coppie di fatto, ma si lamenta la Chiesa, vuoi finanziare le scuole cattoliche, ma si lamentano i laici... ma cosa vogliono da noi poi questi laici? Non lo sanno quanto è potente la Chiesa? Non lo sanno che con la Chiesa bisogna conviverci? Cosa vogliono da noi. Lei lo sa? Pretendono che gli diamo la luna e se non gliela diamo si arrabbiano... dico, potrebbero almeno venirci incontro, almeno loro... se sono laici dovrebbero essere aperti alle idee altrui... e invece, tutti arroccati sulle loro posizioni, ma non è così che si fa! Non è così che si batteranno mai le destre! Bisogna cercare un accordo, ci vuole il confronto, ci vuole, discutiamo... laicamente, senza pregiudizi, senza ideologie, non ci servono le ideologie, ci serve il buon senso... e ci servono i voti, voti soprattutto! Senza voti non si va da nessuna parte! La gente lo deve capire... deve capire che se non ci vota noi non possiamo far niente, va bene i diritti!, va bene i diritti delle donne e dei gay, sono d'accordo, anch'io li voglio... ma dobbiamo fare i conti con la realtà nuda e cruda e la realtà è che ci servono i voti... voti e appoggi. Non possiamo permetterci di scontentare nessuno. Per battere le destre ci vuole coesione, unità, dobbiamo fare fronte comune, non pensiamo che con dei principi irremovibili possiamo mai vincere... Laicità? laicità dello stato? bene, anzi, benissimo! Ma i cattolici dove li mettiamo? Anche loro vogliono la laicità! Semplicemente non vogliono certe radicalizzazioni, certi eccessi, certe intemperanze di qualche intellettuale... Ah! Questo telefono, oggi! Un attimo solo...</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Pronto? Oh! Eminenza! È un onore sentirla! Come sta? Ah! Grazie!... Non doveva disturbarsi a chiamare, Eminenza... Non sa che piacere... Ma sì, certo che non ci dimentichiamo di voi!... Noi teniamo ai valori cristiani e vogliamo difendere la famiglia... no... no, Eminenza, non si preoccupi nessuno toccherà quella legge in consiglio, anche se l'ha fatta la destra, noi non abbiamo pregiudizi... si certo... le scuole cattoliche sono un pilastro dell'istruzione italiana, sono d'accordo con lei... certo, certo Eminenza... bisogna dare a tutti la libertà di scegliere il tipo di istruzione è naturale... le garantisco che le scuole pri... paritarie sono al sicuro, Eminenza... Grazie, per gli auguri Eminenza, anche se sono certo che tra poco gli auguri dovrò farli io a lei, che il Santo Padre nominerà una nuova porpora!... Ma no Eminenza, non dica così... vedrà! si ricordi che sono un membro fedele della sua diocesi e non l'abbandonerò mai, può sempre contare su di me... Come dice Eminenza? Cosa penso dell'iniziativa del nostro deputato in favore dei preservativi? Una cosa che mi ha lasciato esterrefatto, così senza avvertire la segreteria! Senza dire nulla a nessuno, non si fa così... ma non si preoccupi la pecorella tornerà all'ovile... Ma certo, stia tranquillo Eminenza... Grazie per questa telefonata... Dio la benedica Eminenza, la saluto...</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Insomma, le dicevo, lei che è una persona colta e intelligente mi capirà, bisogna fare una battaglia culturale su questo... lei che gode della stima di tutti, lei che ha grande influenza...tutti noi dobbiamo rimboccarci le maniche, certo, sarà difficile... <i>mala tempora currunt</i>... Abbiamo tutti contro, la destra è riuscita a metterci tutti contro... Noi ce la mettiamo tutta, ma cosa possiamo fare? Mi dica lei cosa possiamo fare? Eh! Mia cara Contessa, che tempi! Non c'è legalità, non c'è più rispetto per nessuno! Che roba! Che roba... Contessa... Non c'è più morale... Contessa.</span></div>Matteohttp://www.blogger.com/profile/12314103862311165371noreply@blogger.com6tag:blogger.com,1999:blog-9046653174671372000.post-12120099023158201732010-03-29T02:52:00.000-07:002010-03-30T01:42:45.874-07:00Nullità<div style="text-align: justify;">Avrei dovuto scrivere la seconda parte del post sulla <a href="http://eresiarossa-matteo.blogspot.com/2010/03/la-democrazia-non-esiste.html">democrazia</a>, ma dato che ci sono le elezioni, tratterò del voto in corso per la seconda e ultima volta rimandando la trattazione dell'argomento affrontato. Non mi avventurerò dopo le elezioni in sofisticate analisi politiche. Lascerò questo onore a qualcun altro. Detto francamente, che il centrosinistra o il centrodestra guadagnino o perdano consensi non mi interessa granché, anche perché non sempre vanno uniti, vedrei piuttosto, caso per caso, se esistono amministrazioni locali di centrosinistra, per cui valga la pena votare, non dico eccezionali ma quantomeno accettabili.</div><div style="text-align: justify;">Se fossi in Puglia voterei per Vendola, anche non essendo un vendoliano e anche non condividendo la sua linea politica a livello nazionale. Ma certamente preferisco mille volte un Vendola a un Loiero o a un De Luca. Inoltre considero prepotente e scorretto sotto tutti i profili la scelta che il Pd aveva preso di contrapporgli un candidato impresentabile alle primarie o addirittura di non svolgere proprio le primarie ma candidare uno che voleva fare sia il sindaco che il presidente regionale. Poi le cose sono andate diversamente. Comunque credo che la politica non si faccia così e penso che per questo gli elettori di sinistra in Puglia dovrebbero sostenere Vendola.</div><div style="text-align: justify;">Se fossi in Emilia Romagna non voterei né, ovviamente, per la destra, perché la destra non mi piace mai, in nessun caso, essendo io di sinistra, né per il centrosinistra che ricandida per la terza volta un Presidente di Regione dopo dieci anni di governo, in violazione della legge italiana e della costituzione. Se fossi nel Lazio non voterei assolutamente per la Bonino, che è esponente di un partito liberista, militarista, e atlantista. Se fossi in Lombardia non voterei Penati che mi piace quanto il suo partito, ma è anche vero che mi darebbe immensa gioia dare un dispiacere a Comunione e Liberazione e alla Chiesa mandando a casa il loro pupazzo di regione. Ma me ne darebbe altrettanta mandare dare un dispiacere anche ai Moratti, per cui Penati pure sarebbe da escludere. Penso che voterei Agnoletto, perché è uno dei rari casi in cui Rifondazione decide di non fare alleanze con Pd e Di Pietro.</div><div style="text-align: justify;">Questo per far capire la mia posizione. Ed evitare che possa essere confusa con quella dei grillini (che poi sostengono Di Pietro, viva la coerenza!) o delle anime belle che darebbero del corrotto anche a Gesù Cristo, se si candidasse.</div><div style="text-align: justify;">Tuttavia non mi trovo in nessuna delle regioni sopraelencate. Nella mia regione non si vota per le regionali. Nella mia città però si vota per le comunali. Premetto che fino ad ora c'è stata un'amministrazione di centrosinistra, decaduta due mesi fa per crisi di maggioranza. Preciso e sottolineo che il sindaco era dell'Italia dei Valori. Non mi addentro nei particolari della politica di una città di provincia, non penso che a qualcuno che non sia della mia zona possa interessare. Dico solo che questa amministrazione ha governato malissimo. Tanto male quanto la destra, se non peggio. Inutile dire che di politiche di sinistra o anche solo vagamente progressiste non se ne è vista neanche l'ombra. L'unica preoccupazione di questa amministrazione è stata di piazzare i propri uomini per nomina politica nei posti chiave, rendendo la vita quanto meno difficile a quelli già presenti e vincitori di concorsi.</div><div style="text-align: justify;">Aggiungo che tutti gli esponenti politici della mia città (e della mia regione) si sono espressi contro la realizzazione di una centrale nucleare promettendo chissà quali rimostranze a Roma. Risultato: la centrale si farà lo stesso.</div><div style="text-align: justify;">Ora io mi chiedo e vi chiedo: quale incognita ragione esiste per cui io avrei dovuto votare questa gente o chi, nonostante tutto, decide di allearvisi? Io non sono riuscito a trovarne una. E, credetemi, ho sempre votato e sempre a sinistra.</div><div style="text-align: justify;">Per nessuna ragione al mondo voterò mai la destra tranne quella di un mio eventuale impazzimento. Però questa non è una buona ragione per dare un voto a chi non è in alcun modo utile alla realizzazione di un progetto politico che sia molto approssimativamente vicino a quello che io vorrei (e che molti elettori di sinistra vorrebbero) e che non si preoccupa nemmeno di nasconderlo.</div><div style="text-align: justify;">Dobbiamo capire che il voto è un mezzo non un fine. Se questo mezzo a un certo punto si rompe e non viene riparato diventa inutile ed è inutile servirsene. Ciò è esattamente quanto è accaduto.</div><div style="text-align: justify;">Perciò io a votare ci sono andato ma sulla scheda ho scritto: “Questa scheda è come l'utilità di questa classe dirigente: nulla”.</div><div style="text-align: justify;">A livello nazionale, invece, quando sarà il momento, come ho già detto altrove, voterò per quel partito di sinistra che non si allei né con il Pd, né con l'Italia dei Valori (né con affini come Udc, radicali, socialisti, ecc.) i quali portano avanti delle politiche coerentemente di destra, e che abbia un programma coerentemente di sinistra. Non mi interessa che abbia lo zero virgola, se è così è perché c'è chi si ostina a votare per la destra mascherata che chiamano “centrosinistra”. Ho il diritto di votare chi voglio, non soltanto il “male minore” (che poi si rivela sempre non così minore come si credeva) e intendo avvalermi appieno di questo diritto.</div><div style="text-align: justify;">I partiti attualmente presenti in parlamento infatti fanno l'interesse delle grandi lobby economiche e finanziarie.</div><div style="text-align: justify;">Perciò non si creda, ribadisco, la mia decisione frutto di qualunquismo, di cui sono acerrimo nemico, bensì di semplice <i>realismo politico</i>, di contro all'utopismo di chi si illude che il male stia in una sola persona o in un solo partito. Votare per i servi non aiuta gli schiavi, ma i padroni.</div><div style="text-align: justify;">Siamo un popolo (e purtroppo non il solo) a credere nei demoni e negli untori. E chi crede in essi crede anche nei messia. Si aspetta il capo carismatico che viene a portare la salvezza universale senza che ci sia tuttavia un movimento politico e sociale altrettanto forte e determinato. È questo fatto, più che un Berlusconi qualsiasi, a rappresentare il vero pericolo di svolta autoritaria, di fascismo.</div><div style="text-align: justify;">Per questa ragione penso che il secondo criterio in base al quale votare sia scegliere quel partito che si rivolga non a un indistinto cittadino elettore (si veda la differenza che Marx rilevava tra <i>cittadino</i> e <i>borghese</i>) ma che si batta per un movimento interessato ad abolire lo stato di cose presente. <i>Stato di cose</i> non significa “regime berlusconiano”, ma struttura socio-economica mondiale, in una parola <i>capitalismo</i>.</div><div style="text-align: justify;">Esiste in Italia un partito che sia così o che si avvicini ad esserlo? Io penso di sì, ma di questo ne parlerò quando sarà il momento. Per ora dico solo che non è né il Pd, né l'IdV, né i radicali, né i verdi, né la sinistra vendoliana, né Rifondazione (che non a caso si sono alleati tra di loro in certe zone).</div>Matteohttp://www.blogger.com/profile/12314103862311165371noreply@blogger.com10tag:blogger.com,1999:blog-9046653174671372000.post-73289312393357309712010-03-22T10:44:00.000-07:002010-03-25T20:39:24.376-07:00La democrazia non esiste<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj5OKcZasR0-T30OR6dd469yCi9NWXVgYTJU9IvKuEKh-Juemq4tIoAIL9jnXqRzNGzBwQHks8Efeyz_UUG4kGaaTwxe21WPvVEMGJjEvlTbftq6TcRVt5xpof5zH_kSkGSquMgNAA4N1gF/s1600-h/democrazia.jpg"><img style="float:left; margin:0 10px 10px 0;cursor:pointer; cursor:hand;width: 200px; height: 185px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj5OKcZasR0-T30OR6dd469yCi9NWXVgYTJU9IvKuEKh-Juemq4tIoAIL9jnXqRzNGzBwQHks8Efeyz_UUG4kGaaTwxe21WPvVEMGJjEvlTbftq6TcRVt5xpof5zH_kSkGSquMgNAA4N1gF/s200/democrazia.jpg" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5451518795094265538" /></a><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Siamo tutti vivamente convinti di vivere in un sistema democratico. Tanto sono riusciti a fare decenni di propaganda in questo senso. Spesso sentiamo espressioni come “difendere i valori democratici”, “indire elezioni democratiche”, “sistema democratico di voto”, “paesi democratici” e così via.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Ma viviamo davvero in paesi democratici? A pensarci bene la risposta è tanto immediata quanto ovvia. Democrazia significa governo del popolo, come tutti sanno. Tuttavia nei nostri sistemi a governare non è il popolo. Il popolo elegge chi dovrebbe governare. Ma questo non è governare, è soltanto scegliere chi debba farlo. Quindi la nostra non è democrazia.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Nella Grecia Antica, dove nacque questa espressione, a governare era davvero il popolo, per come il greco dell'epoca lo intendeva, cioè escludendone le donne e gli schiavi. Questo “popolo” poteva decidere sui temi di interesse generale e votare su tutte le questioni. Al di là del significato, per noi oggi molto discutibile, che si attribuiva alla parola “popolo” c'è da dire che per i greci una cosa era abbastanza chiara. Governa chi esercita effettivamente il potere di scelta su questioni che riguardano tutta la comunità, “di interesse nazionale”, diremmo noi oggi.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Noi non esercitiamo questa scelta. L'unica scelta è quella di mettere una croce su un simbolo ogni cinque anni. E questo non vuol dire decidere un bel niente. Quando votiamo non decidiamo quale debba essere il sistema sanitario del nostro paese, né l'atteggiamento da avere in politica estera e nemmeno la tipologia di prelievo fiscale.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Una certa pubblicistica si è lamentata di questo sistema politico (cioè della democrazia vera e propria, il governo del popolo) perché a suo dire non potrebbe funzionare nelle nazioni moderne che contano milioni di abitanti. A questa obiezione risponderemo altrove. Per ora basti sapere che, anche se fosse vero ciò, e nulla può dimostrarci chiaramente che lo sia se non un esperimento pratico finora mai avvenuto, questa obiezione non prova la validità dell'alternativa che essi propongono. Costoro sostengono che, per ovviare ai problemi logistici che renderebbero impossibile l'esercizio della democrazia “diretta”, (come chiamano la vera democrazia) si eleggono dei deputati che dovrebbero rappresentare l'opinione o la tendenza politica di coloro che li hanno eletti. Così gli elettori di sinistra eleggono parlamentari di sinistra, quelli di destra parlamentari di destra, e quelli di centro parlamentari di centro. Gli eletti a questo punto portano avanti proposte di sinistra, di destra o di centro, più o meno come farebbero coloro che li hanno eletti. </span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Tuttavia, come tutti sappiamo, anche se non vogliamo sempre ammetterlo, questo è vero solo in teoria. Ci sono molte cose che potrebbero impedire agli eletti di rappresentare realmente la volontà degli elettori. </span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Un primo ostacolo è la corruzione. Se io governo direttamente sono responsabile delle mie scelte e non posso lamentarmi se commetto un errore se non con me stesso. In una democrazia vera se il popolo sbaglia la colpa è soltanto del popolo. Ma se a governare è qualcun altro cui io ho dato la mia fiducia, non sono sicuro che questi rispetterà la mia volontà. Costui potrebbe essere corrotto per sostenere politiche che io che l'ho eletto non approvo. Si potrebbe obiettare che in questo caso io avrei a disposizione il voto per costringerlo a rispettare la mia volontà o per sostituire chi è stato corrotto. Inoltre la corruzione è un reato e viene punito. Questo, sempre in teoria, dovrebbe limitare al minimo la corruzione. In pratica non la scalfisce nemmeno.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Innanzitutto perché io posso votare solo una volta ogni cinque anni. Quindi non solo non posso esercitare direttamente il diritto di governare, ma non ho nemmeno un controllo diretto e continuo su chi è incaricato di governare. Se per cinque anni il popolo non può far niente nel caso in cui i propri governanti lo tradiscano il potere di controllo è molto aleatorio, in cinque anni possono accadere molte cose. Inoltre non è detto che io venga a sapere della corruzione di un deputato. Se fossi io a governare conoscerei il modo in cui lo faccio ma se a farlo è qualcun altro io non posso sapere con sicurezza cosa sta facendo realmente e può darsi che quando me ne accorgerò, se me ne accorgerò, sarà troppo tardi. Ma anche ammettendo che la cosiddetta “arma del voto” sia efficace nel controllare gli eletti, anche ammettendo che io venga a conoscenza del mancato rispetto della mia volontà e che alla successiva elezione io decida di non rinnovare il mandato a questi, non è detto che ciò sia effettivamente un deterrente. Un parlamentare potrebbe preferire farsi corrompere piuttosto che essere rieletto. E considerando gli interessi che spesso sono in gioco, e quindi l'alto prezzo dei corrotti, è questa un'ipotesi del tutto plausibile. Egli cercherà di non essere scoperto, ma se verrà scoperto, pazienza, avrà una bella cifra in cambio! Una cosa per cui alcuni potrebbero pensare valga la pena di rischiare la carriera politica.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Anche l'obiezione secondo cui la corruzione è reato è facile da smontare. In primo luogo perché la legge può essere aggirata e questo in particolare per casi in cui è molto difficile dimostrare che il fatto sia realmente avvenuto. Se un tizio paga in nero un deputato diventa molto difficile dimostrare che la transazione sia effettivamente avvenuta, anche perché possono essere corrotti, inoltre, coloro che dovrebbero indagare sul caso, poliziotti e magistrati.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">In secondo luogo in certi casi di corruzione la legge non può far nulla semplicemente perché non li considera reato. Esiste una corruzione legalizzata. Le donazioni ai partiti politici avvengono quotidianamente e sono perfettamente legali. Se la donazione è abbastanza ingente, il partito politico in questione si sentirà indotto a non contrastare il proprio donatore che gli assicura un rifornimento continuo e ingente di denaro attraverso cui il partito può svolgere la propria attività (come fare campagna politica e quindi guadagnare voti e quindi vincere le elezioni). Questa di fatto è corruzione anche se non c'è nulla di illegale in questa pratica. È persino alla luce del sole. Negli Stati Uniti, paese in cui i candidati alla presidenza spendono cifre strabilianti durante la campagna i finanziatori e l'entità del finanziamento sono conosciuti da tutti e ampiamente diffusi dai giornali.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">È ovvio che se un candidato finanziato dalla lobby del petrolio vince le elezioni, questi sarà indotto, da presidente, ad incrementare l'utilizzo di questo combustibile o quantomeno a non ridurlo, anche se chi lo ha votato può essere contrario.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Un altro modo per indurre un eletto a tradire il mandato è il ricatto. Una lobby può avvalersi di mille modi per ricattarlo. Può fare in modo che una sua vicenda privata imbarazzante venga resa pubblica per costringerlo alle dimissioni, oppure può influenzare il partito di cui fa parte che sarà costretto a non ricandidarlo, oppure può aprire una campagna stampa denigratoria nei suoi confronti che gli faccia perdere consenso. Tutti questi metodi sono ampiamente utilizzati nelle nostre “democrazie”.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Infine, nel caso che né la corruzione, né il ricatto si rivelino efficaci, il che non accade molto spesso, è possibile semplicemente rendere innocuo il deputato in questione. E cioè corrompendone o ricattandone altri. Così si può fare in modo che tutte le sue proposte vengano bocciate o accantonate e nemmeno prese in esame e quindi in sostanza eliminate. Questo è possibile farlo assicurandosi il controllo di politici in posti chiave del parlamento o di qualsiasi assemblea legislativa. È possibile, dunque, rallentare o bloccare i lavori dell'assemblea per quanto riguarda proposte di legge che non si vuole far passare.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Nei paesi capitalistici dove esistono forti interessi economici da parte di grandi compagnie internazionali questi tre strumenti sono ampiamente utilizzati. In un sistema sociale basato sul profitto privato e fortemente competitivo ognuno farà di tutto per aumentare i propri profitti e per avere la meglio sugli altri competitori. Soprattutto se un tale sistema è esteso a livello globale e dove quindi i guadagni (e le perdite) sono impressionanti.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Ma esiste tuttavia un altro modo per mandare all'aria la democrazia per delega e farla fallire così come in teoria sembra funzionare.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Ci sono due strategie di azione per chi volesse farlo: una è quella di assicurarsi il controllo sull'eletto, ed abbiamo visto come. Ma c'è un'altra strategia che consiste nel controllare chi elegge. Il popolo.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">In un sistema capitalistico i grandi attori economici possiedono non solo un immenso capitale e un'immensa capacità di comprare qualunque cosa e qualunque persona, ma anche, conseguentemente, un immenso potere.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Il trucco sta quindi nell'assicurarsi il controllo di mezzi che sono in grado di esercitare un'influenza su un numero di persone elevatissimo, milioni, miliardi persino. Tali strumenti sono di due tipi: di natura ideologica (mezzi di comunicazione come televisioni o giornali) e di natura economico-finanziaria (grandi istituzioni economiche nazionali e internazionali e l'accesso a particolari strumenti della finanza).</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Per quanto riguarda il primo tipo, che chiameremo <i>mezzi di persuasione collettiva</i>, </span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">è noto a tutti come i grandi gruppi economici si accaparrino il controllo di emittenti televisive o di organi della stampa. In questo modo essi possono condizionare pesantemente quella che è la percezione della realtà degli elettori. Quasi sempre i più grandi e importanti mezzi di comunicazione di una nazione, quelli che si assicurano un pubblico formato dalla quasi totalità degli elettori, sono controllati da poche grandi famiglie.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Accanto all'esaltazione della democrazia nei nostri paesi vige l'esaltazione della “libertà di stampa”. Anche la seconda, come la prima, è in realtà inesistente. È abbastanza ingenuo pensare che i giornalisti possano scrivere contro gli interessi di chi paga loro lo stipendio. È chiaro che qualora qualcuno lo facesse questi smetterebbe immediatamente di lavorare per quel dato giornale e faticherebbe alquanto a trovarne un altro che voglia rischiare di avere a che fare con quel giornalista scomodo. Sfido a trovare un giornalista che abbia mai scritto qualcosa di critico contro il padrone del giornale per cui scrive. Se c'è stato, oggi non lavora più per quel giornale.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Gli interessi delle grandi famiglie che possiedono i mezzi di comunicazione sono tutti legati, quindi sono gli stessi.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Non solo, ma esistono lobby che pure non avendo la proprietà di certi mezzi di comunicazione, ne condizionano lo stesso l'operato. Questi, così come possono influenzare fortemente la carriera di questo o di quel politico, altrettanto possono fare con questo o con quel giornalista, con questo o con quel direttore di giornale. Tutto ciò dovrebbe convincerci che la tanto sbandierata “libertà di stampa” dei paesi capitalistici non è esistita in nessun altro posto che non sia il mondo delle idee.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">È facile comprendere che se di fatto la libertà di stampa non esiste e se questi mezzi di comunicazione raggiungono milioni di persone, dicono loro cosa sarebbe vero e cosa sarebbe falso, cosa sarebbe importante e cosa no, ne condizionano, quindi, la percezione della realtà e ne formano il sistema assiologico di riferimento; se, in altre parole, sono in grado di manipolare la pubblica opinione e coloro che vanno a votare, sono altresì in grado di manipolare la politica e il governo che essi scelgono o credono di scegliere.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Questo per quanto riguarda i mezzi di persuasione collettiva, esistono però anche dei <i>mezzi di coercizione economica collettiva</i>, che permettono di costringere le persone ad agire in un certo modo facendo leva sul sistema economico.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Praticamente tutti noi viviamo in un sistema di coercizione economico perché esistono delle caratteristiche di questo sistema che costringono gli attori economici ad agire in un certo modo anziché in un altro. Ad esempio un'azienda in un'economia di mercato come la nostra sarà costretta ad alzare costantemente la produttività per aumentare i propri profitti e quindi restare sul mercato. Quindi deve organizzare in un certo modo la propria produzione, altrimenti viene tagliata fuori. Un lavoratore per lavorare deve sottostare a quelle che sono le condizioni del mercato, sottostare a determinati turni, a una determinata paga ed eseguire determinate mansioni e non altre; ognuno deve stare nel ruolo che gli è assegnato e non può travalicarlo. Un imprenditore non potrà abbassare la produttività della propria azienda e un lavoratore non potrà scegliere la politica aziendale. </span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Quanto detto fa parte delle condizioni di coercizione <i>strutturali</i>, cioè che riguardano la struttura stessa del sistema economico e senza le quali esso non potrebbe esistere. Poi ci sono però dei mezzi di coercizione che sono l'<i>effetto</i> di questo sistema, che ne sono generate dalla dinamica che esso produce. Ed è su questi che ci soffermeremo.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">I mezzi economici di coercizione collettiva sono appunto un effetto di questo sistema. Essi consistono in istituzioni e meccanismi di mercato che costringono un gruppo di individui molto esteso (fino a una nazione o anche più) a comportarsi in un determinato modo.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Un esempio è il Fondo Monetario Internazionale. Esso ha il potere di elargire ingenti finanziamenti e questo lo mette in condizione di influenzare determinate politiche invece di altre. Il FMI impone nei paesi in via di sviluppo la liberalizzazione totale dei mercati. Ciò rende le imprese locali incapaci di sopravvivere perché si trovano a competere con soggetti economici molto più grandi e potenti. Se al contrario i mercati interni fossero protetti l'economia del paese potrebbe svilupparsi e rafforzarsi. Ma il Fondo Monetario avendo il potere di concedere o ritirare finanziamenti può imporre a quei paesi e ai loro governi di non seguire questa strada.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Oppure c'è il caso dei grandi speculatori internazionali che avendo ingenti capitali a disposizione possono produrre gravi crisi economiche decidendo di investire o disinvestire in un determinato settore. Anche questo è un enorme potere ricattatorio. </span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Mettersi contro certe lobby è estremamente pericoloso, anche per uno stato. Potrebbe voler dire la crisi per la propria industria nazionale, l'isolamento sui mercati internazionali, il mancato rifinanziamento del debito pubblico e, in definitiva, la banca rotta.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Per quale motivo un politico dovrebbe correre simili rischi? Egli ha di fronte due possibilità: da una parte mettersi contro gli interessi finanziari mondiali, affrontare i media e sperare, pur avendo stampa e televisioni contro (che abbiamo visto da chi sono controllati) di riuscire a convincere l'elettorato. Ammesso che ci riesca dopo dovrebbe impedire la catastrofe nazionale, della quale, egli sarebbe considerato il responsabile.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Molto più facile adeguarsi a quelli che sono interessi più forti di lui e fingere di credere ai mezzi di comunicazione che evitano di parlarne (o che ne parlano in modo sbagliato). </span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Già l'immagine dei politici non è molto alta presso gli elettori. Perché mai, quindi, essi dovrebbero metterla ancora più a rischio? Perché dovrebbero essere disposti a giocarsi la carriera e il prestigio personale per un'impresa non solo dall'esito quantomeno incerto, ma il cui merito pochi sarebbero disposti a riconoscere?</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Tutto ciò ci fa capire che esistono poteri ben più grandi e influenti del voto. Di un voto che può solo decidere quale coalizione debba governare, ma non come debba farlo.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Abbiamo omesso di dire che ci sono anche un'altra serie di mezzi per influenzare il popolo. Essi sono i <i>mezzi di dissuasione collettiva</i> e servono a evitare che il popolo compia determinate azioni che possano mettere in crisi il potere costituito. Ad esempio la polizia, l'esercito oppure le carceri o il diritto penale. In particolare, proteggono la proprietà e chi la possiede ed impediscono rivolte o rivoluzioni.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">In un regime liberale il loro utilizzo viene limitato agli interventi indispensabili. Sono l'estrema ratio del sistema capitalistico, l'ultima spiaggia. Il loro utilizzo, su larga scala, cioè non contro semplici individui ma contro gruppi ampi e organizzati, presuppone che esista una crisi del capitalismo a uno stadio già molto avanzato e che quindi il popolo abbia acquisito coscienza, che non creda ai media e alla propaganda e che sia abbastanza organizzato per produrre rivolte. A questo stadio noi non siamo ancora arrivati. Forse in passato, c'è stato un periodo in cui si era molto vicini a questo, ma non oggi.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">In realtà si fa leva molto di più sui mezzi di persuasione e di coercizione economica che su quelli di dissuasione. Si preferisce condizionare il popolo ideologicamente ed economicamente piuttosto che attraverso l'utilizzo della forza.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Ciò non toglie che esistano delle situazioni in cui questi mezzi vengono usati dai nostri stati, se non all'interno, all'esterno.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Qui arriviamo ad un nuovo capitolo che dimostra come i nostri stati “democratici” commettano crimini e siano responsabili di violenze contro intere popolazioni. Ma di questo ce ne occuperemo in un'altra occasione.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Ci basti qui sapere che la democrazia non esiste in quei paesi che finora abbiamo creduto avessero adottato questo sistema politico. L'elezione a suffragio universale non assicura la democrazia, perché essa implicherebbe il governo del popolo e non la semplice elezione di chi governa.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Inoltre esistono forti gruppi di potere che condizionano l'operato del governo e le opinioni e i comportamenti di chi lo elegge.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">La vera ed effettiva sovranità non appartiene né al popolo, come sta scritto nelle nostre costituzioni, né ai politici, come un'ampia e fuorviante pubblicistica di un certo giornalismo ci indurrebbe a credere, bensì a coloro che detengono il vero potere, non il voto né il seggio, ma il capitale, e che in sostanza sono in grado di controllare qualsiasi settore della vita pubblica (e privata).</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Le nostre istituzioni, più che alla democrazia assomigliano a quelle della Roma di età repubblicana, dove il potere era appannaggio dell'aristocrazia e il popolo aveva la facoltà di esercitare una forma, tenue, di pressione attraverso istituzioni come il tribunato della plebe.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Non una democrazia, quindi, ma un'oligarchia “temperata”.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Fino ad alcuni decenni fa la facoltà che il popolo aveva di intervenire, in effetti, pur non essendo democratica, non era neanche puramente simbolica e il volere popolare contava effettivamente qualcosa.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Tuttavia negli ultimi anni si è avuta una deriva, come nell'Antica Roma, da un sistema repubblicano (dove l'aristocrazia dominava lo stesso ma il suo potere era in qualche misura contenuto) a un sistema propriamente imperiale, in cui le classi dominanti dispongono sempre più di un potere assoluto. Queste classi al potere, è bene ribadirlo, non sono i politici che ufficialmente esercitano le funzioni amministrative all'interno di istituzioni statali. Ma i detentori dei mezzi economici attraverso i quali condizionano l'azione politica.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Ma perché allora si fa tutto questo gran parlare di democrazia come se essa fosse uno stato di cose reali e non da conquistare?</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Ciò è dovuto a un vecchio retaggio culturale e a precise condizioni storiche che cominciano dalla rivoluzione francese e arrivano fino ad oggi.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">All'epoca della Francia rivoluzionaria era già una notevole innovazione l'avere introdotto la possibilità per il popolo di eleggere chi governa. In una situazione in cui la Francia era braccata dalle altre monarchie europee, essa aveva tutt'altri problemi, in primis la difesa del suolo nazionale e non poteva permettersi di far evolvere ulteriormente le proprie istituzioni col rischio di indebolirle ulteriormente.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">In seguito con la crescita del potere della borghesia, quest'ultima vedeva nel nuovo sistema politico liberale, e non democratico, un mezzo efficace per consolidare la propria egemonia e quindi era interessata a conservarlo piuttosto che a migliorarlo o a superarlo.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Nel secolo Ventesimo, poi, anche il semplice diritto di voto per tutti non era affatto acquisito e numerosi partiti progressisti si attivarono per ottenere il suffragio universale. Una cosa del genere era vista, allora, e in effetti lo era, come un'innovazione storica, di portata straordinaria, e i suoi sostenitori ne cantarono le lodi, esagerando non poco, fino a rappresentarla come l'unico strumento portatore della vera democrazia.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Così, quando il suffragio universale arrivò, e quando anche i conservatori si convinsero ad adottarlo, tutti erano ormai convinti che si trattava della democrazia, e che i loro stati erano diventati a tutti gli effetti democratici.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Non ci furono critiche significative all'utilizzo di questa parola nemmeno in seguito. I partiti al governo mettevano in risalto il fatto che il popolo poteva scegliere “democraticamente” chi dovesse governare e che quindi loro erano pienamente legittimati a farlo. Gli oppositori, dal canto loro, quando volevano contestare qualcosa si appellavano allo “spirito” democratico così come veniva inteso allora, cioè come era rappresentato dai codici e dalle costituzioni. Un atto di un determinato governo poteva essere non democratico, ma non perché avveniva in un contesto non democratico, bensì solo perché quel governo non aveva rispettato le regole della cosiddetta democrazia in vigore.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Tutto il dibattito, tra sostenitori dei governi e dei gruppi dominanti e oppositori si esauriva all'interno delle istituzioni vigenti e questo perché le istituzioni vigenti erano democratiche, quindi non c'era nulla da migliorare se non il modo di usarle.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">La situazione internazionale poi consolidò questo punto di vista. L'ascesa di regimi, nel corso di tutto il Novecento, palesemente tirannici, in particolare del fascismo e del nazismo, spinse i “democratici” a cimentarsi nel tentativo di mostrare la superiorità (indubitabile) dei loro sistemi su quelli di stampo fascista. Effettivamente la storia ha dato loro ragione, però, come i loro predecessori, esagerarono alcuni aspetti positivi e ne misero in ombra altri negativi. A cospetto del terribile regime nazista, le istituzioni liberali brillavano come un faro nella notte della civiltà e potevano, senza paura di smentita, fregiarsi dell'appellativo “democratiche”, sicure di non perderci nel confronto.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Dopo il conflitto mondiale, con l'inizio della Guerra Fredda, le potenze occidentali con la loro propaganda erano tutte tese a sostenere il diritto di scelta del popolo e dipingevano il proprio sistema come l'unico in cui fosse in vigore la democrazia, descrivendo invece i paesi del “socialismo reale” come delle tirannie brutali.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Anche qui i “democratici” avevano ragione solo in parte, i paesi del cosiddetto blocco socialista avevano anch'essi i loro vantaggi e i paesi occidentali non erano così democratici come si voleva far credere.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Nel corso degli anni Sessanta e Settanta, in Occidente, si diffuse un'ondata di sommosse popolari, di mutamenti culturali e ci fu un'avanzata decisiva dei movimenti popolari che preoccupò non poco la classe al potere. Questo alimentò ulteriori illusioni circa la natura dei nostri sistemi. Se è permessa una tale forma di dissenso, se al popolo è permesso intervenire nelle questioni politiche in un modo che finora non aveva mai avuto, non è questa forse la prova che la democrazia esiste ed è perfettamente funzionante?</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">La caduta del Muro di Berlino e dell'Unione Sovietica, poi, doveva dimostrare al mondo l'effettiva superiorità del sistema di governo occidentale, l'unico che riconoscesse diritti politici al popolo, e l'unico ad essere sopravvissuto alle “dure repliche” della storia.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Oggi però non esiste una situazione internazionale che ci debba tenere avvinti a questa errata opinione. I governi occidentali, nel difendere le proprie guerre, hanno tentato di contrapporre oscuri regimi religiosi alla “democrazia” ancora una volta, operazione però di cui è facile mostrare la malafede e l'inganno, essendo quei regimi nient'altro che il risultato del modo di operare delle nostre “democrazie” su scala internazionale, le quali non hanno esitato ad armare tirannie anche peggiori di quelle contro cui si scagliano.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">L'involuzione del sistema politico, dovuta alla crescente internazionalizzazione del capitale e al grande potere delle lobby di pressione, è palese a tutti. Gli elettori, il cosiddetto “sale della democrazia”, sono sfiduciati, non vanno più a votare come prima e quando lo fanno votano “il male minore” cioè chi non vorrebbero votare. I governi prendo decisioni sempre più impopolari, e persino antipopolari, per garantire il proprio servizio ai loro veri padroni che restano nascosti nell'ombra. Le guerre ne sono solo uno dei tanti, e tuttavia uno dei più tragici, esempi. Quasi sempre incontrano prima o poi lo scontento popolare dei paesi che le hanno provocate, per interessi tutt'altro che popolari, eppure non mancano di continuare testardamente a sostenerle.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Le crisi economiche internazionali sembrano dei disastri provocati da potenze occulte cui i governi non vogliono o non possono porre rimedio e in cui a farne le spesse è quello che le nostre costituzioni chiamano sovrano, il popolo.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Si è mai visto un sovrano tanto sfruttato, ingannato, affamato, disoccupato, sottopagato e incapace di liberarsi dei propri ministri incompetenti o corrotti? Un sovrano il cui volere si rivela sempre essere stato tradito dai propri funzionari, senza che questi mai ci rimettano la testa se non per far posto ad altri peggiori? Un sovrano, soprattutto, che non governa e la cui parola non conta nulla, un sovrano costantemente ricattato e ingannato da una cricca che siede sul suo trono e che egli non ha nemmeno mai visto?</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Eppure ancora oggi si continua a credere o a fingere di credere che questo sovrano conti qualcosa. Si è capaci dei cavilli più sofisticati per mostrare quale sottigliezza giuridica sarebbe più appropriata a quella che si crede essere la democrazia. Se c'è qualcosa di palesemente non democratico ciò è attribuito a una mancanza degli uomini, mai delle istituzioni e del sistema che le perpetua, eppure questi ultimi sono sempre gli stessi, mentre gli uomini cambiano sempre.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Liberiamoci quindi una volta per tutte di questa retorica falsa e ipocrita e guardiamo in faccia alla realtà. Giungeremmo così a tre specie di conclusioni:</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">1. La democrazia non esiste e non è mai esistita.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">2. “Democrazia diretta” è una tautologia e “democrazia indiretta” un ossimoro. La democrazia o è diretta o non è</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">3. La democrazia non esiste ancora ma è possibile evolvere verso di essa se comprendiamo che il sistema ora in vigore è tutto meno che democratico.</span></div>Matteohttp://www.blogger.com/profile/12314103862311165371noreply@blogger.com8tag:blogger.com,1999:blog-9046653174671372000.post-28268031747253547112010-03-18T12:01:00.000-07:002010-03-18T15:16:25.885-07:00La religione del voto<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEicP2CQwl7QVpvnZ_E_Ihy8OMY-6T7_ypnUcgohNi9Hv3_r8-XwT8jfdPdS24mL7Zg5eG89z3dhTS8Rq4Bb7ep-bVzi_LtsMuJr5i2iL_ZjV_8wLPqYaJNKAHx8WllnF7_1YypUvFIsuIoU/s1600-h/il+voto.jpg"><img style="float:left; margin:0 10px 10px 0;cursor:pointer; cursor:hand;width: 200px; height: 137px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEicP2CQwl7QVpvnZ_E_Ihy8OMY-6T7_ypnUcgohNi9Hv3_r8-XwT8jfdPdS24mL7Zg5eG89z3dhTS8Rq4Bb7ep-bVzi_LtsMuJr5i2iL_ZjV_8wLPqYaJNKAHx8WllnF7_1YypUvFIsuIoU/s200/il+voto.jpg" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5450070372930550354" /></a><br /><div style="text-align: justify;">Poiché vedo che il mondo dei blogs italiani (quelli orientati a sinistra) è diviso tra chi invita tutti a votare e chi invece sostiene che il voto è inutile e bisogna restarsene a casa, vorrei intervenire un attimo sulla questione.</div><div style="text-align: justify;">Da un lato ci sono i "patrioti del voto a sinistra", chi invita a votare ad ogni costo, e votare contro Berlusconi, non importa chi, basta che non sia la destra o un suo alleato. Questi bloggers danno un significato molto importante a questo voto, per loro se vince Berlusconi è una catastrofe talmente grande che chiunque sarebbe migliore di lui. </div><div style="text-align: justify;">Lasciatemi subito dire che io non sono d'accordo con loro. Lo dico da antiberlusconiano, sia ben chiaro. Ma non penso che il male sia Berlusconi, penso che egli sia solo una parte, e neanche la parte più grande, del male. Non penso che chiunque possa andare meglio di Berlusconi. Non penso che Pd e Italia dei Valori sarebbero il cosiddetto "male minore". Se facciamo attenzione a quelli che sono i temi fondamentali (lavoro, economia, politica estera, ecc.) i due schieramenti sono abbastanza allineati. Se guardiamo alle leggi di precarizzazione del lavoro, alle guerre cui l'Italia ha preso parte, ai tagli alla sanità e alla scuola, vediamo che la responsabilità può essere divisa equamente tra entrambe le coalizioni. Ne ho in già parlato in passato e credo che ormai su questo siano d'accordo tutti, perciò non mi dilungherò ulteriormente su questo punto.</div><div style="text-align: justify;">Stando così le cose mi sembra ingenuo pensare che il diavolo sia Berlusconi portatore da solo di tutte le piaghe possibili per il Paese. Come ho già avuto modo di spiegare esistono lobby fortissime che condizionano l'operato di tutti i governi, siano essi di centrodestra o di centrosinistra. Di conseguenza il problema principale non è evitare che vinca Berlusconi, ma evitare che queste lobby continuino ad influenzare la politica italiana come quella di qualunque altro paese. Riuscire in una simile impresa purtroppo non si può con una semplice croce una volta ogni cinque anni. Il voto, checché ne dicano gli apologeti di questa presunta democrazia, non è in grado di assicurare al popolo l'obbedienza della propria classe dirigente. E' al massimo in grado di assicurargli quali individui della classe dirigente vadano a governare, ma non il modo in cui decidono di farlo.</div><div style="text-align: justify;">Per cui questo appello drammatico "o votare o la morte" appare abbastanza ridicolo alla luce di questi fatti. Non sto dicendo che non bisogna votare. Voglio solo invitare i fautori del voto a ridimensionare un po' le loro aspettative circa le elezioni e la drammatizzazione che fanno di una croce su un simbolo.</div><div style="text-align: justify;">Dall'altro lato però ci sono gli sfiduciati, i "pessimisti cosmici" quelli per cui nemmeno un Messia potrebbe cambiare le cose. Secondo questi non bisogna andare a votare e così facendo credono di aver risolto tutti i loro problemi. Ne fanno un punto d'onore: pensano che l'astensione sia un dispetto che si fa ai politici, e non si accorgono, infantilmente, che a questi ultimi non interessa minimamente quanti sono gli astenuti, ma soltanto vincere le elezioni. Fossero anche (per assurdo) in dieci a votare, se sei votano per il partito x, quest'ultimo si riterrà più che soddisfatto della vittoria e governerà allo stesso modo che se fossero stati in milioni a votare.</div><div style="text-align: justify;">E' veramente sciocco pensare che standosene a casa si possa dare una lezione a chi ci sta antipatico. Se è vero che votare non cambia niente, come loro sostengono, figuriamoci non votare!</div><div style="text-align: justify;">Inoltre questo atteggiamento è di un qualunquismo davvero nocivo. Se non si crede nelle elezioni (opinione legittima) ci si dovrebbe attivare e darsi da fare per cercare di compensare questa mancanza. Ci si potrebbe impegnare direttamente in politica oppure attraverso la militanza in movimenti, associazioni o nelle lotte per determinati diritti. E invece in genere i "pessimisti cosmici" non solo non credono nel voto, ma non credono in qualunque forma di partecipazione politica. Un comodo modo per giustificare il loro totale immobilismo. Se fosse stato per loro non ci sarebbe mai stata nessuna presa della Bastiglia, e vivremmo ancora sotto la monarchia.</div><div style="text-align: justify;">E' mai possibile che qualsiasi strada sia impercorribile per cercare di cambiare le cose? Secondo costoro la risposta è affermativa. Sono in numero crescente, stanno diventando talmente numerosi che presto sarà davvero impossibile fare qualcosa. Di fronte a loro qualsiasi attivista, anche il più generoso dovrebbe arrendersi, anche l'oratore più abile non riuscirebbe a intaccare la granitica certezza che costoro nutrono nell'immobilità dell'universo.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Io non voglio convincere a votare o ad astenersi. Voglio solo invitare ognuno a giocarsi le proprie carte nel modo più proficuo possibile. I "pro-voto" la smettano con la loro ossessione per un'unica persona. Guardino quelli che sono i candidati e le forze in campo e scelgano non "il meno peggio" ma chi abbia il requisito minimo per poter cambiare qualcosa: essere diverso dagli altri.</div><div style="text-align: justify;">Gli "anti-voto" sono convinti dell'inutilità delle elezioni? bene. Non si diano però per vinti. Cerchino qualche forma alternativa di partecipazione.</div><div style="text-align: justify;">Purtroppo in Italia c'è una sorta di religione del voto che vede due schieramenti l'uno contro l'altro armati: da una parte quelli che sono convinti dell'imprescindibilità e della assoluta necessità del voto come fosse un bisogno fisiologico, e reputano coloro che si astengono colpevoli di chissà quale immondo peccato, responsabili di chissà quali tragedie. Dall'altra parte ci sono invece quelli per cui, al contrario, votare è un'offesa alla dignità umana e all'onore personale. Mettere una croce su una scheda è per loro chissà quale vergognosa infamia, chissà quale complicità con i peggiori criminali.</div><div style="text-align: justify;">Questo perché entrambi danno troppa importanza al voto. Entrambi attribuiscono significati a questa attività che in realtà essa non possiede. Ciò è dovuto alla convinzione che gli eletti siano i veri padroni. Convinzione del tutto errata, perché essi non sono che delle marionette mosse da interessi di portata ben più rilevante e che noi non vediamo accecati dalla nostra furia pro o anti elettorale.</div><div style="text-align: justify;">Penso che prima di partire in quarta con le nostre crociate dovremmo effettivamente renderci conto di ciò con cui abbiamo a che fare: che cos'è la democrazia? è vero che i nostri stati sono democratici? chi è che governa realmente lo stato? che potere abbiamo di influenzare la sua azione? A queste domande non sappiamo rispondere se non con stereotipi o luoghi comuni (tipico rifugio di chi non sa ma vorrebbe dare a intendere di sapere). Ed è per questo che prossimamente <i>Eresia rossa</i> si occuperà appunto di queste questioni.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">P.S. Un po' di tempo fa invitai anch'io al voto. Ma lo feci in un modo un po' diverso, <i>selettivo, </i>con un criterio, condivisibile o meno. Ne parlai <a href="http://eresiarossa-matteo.blogspot.com/2009/10/lopposizione-non-esiste.html">in questo post</a>.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div>Matteohttp://www.blogger.com/profile/12314103862311165371noreply@blogger.com6tag:blogger.com,1999:blog-9046653174671372000.post-84179957541708125242010-03-15T17:34:00.000-07:002010-03-15T17:47:44.789-07:00C'era una volta l'articolo 18<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgCX1yIP_4RPjfasc4Qn6Bb4HvCrAQ-yHNqFoW78DJM4oKyOXQ-XJA0m9b-5ajhxp5oJtG6dpCOaMFgF9Y1hDKA0NNFKZc0ckFqhtD_7JAmLMjomyEx69eq8u5lU129crvj8i9cpHRTbgOq/s1600-h/piazza.gif"><img style="float:left; margin:0 10px 10px 0;cursor:pointer; cursor:hand;width: 301px; height: 303px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgCX1yIP_4RPjfasc4Qn6Bb4HvCrAQ-yHNqFoW78DJM4oKyOXQ-XJA0m9b-5ajhxp5oJtG6dpCOaMFgF9Y1hDKA0NNFKZc0ckFqhtD_7JAmLMjomyEx69eq8u5lU129crvj8i9cpHRTbgOq/s320/piazza.gif" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5449026850699802946" /></a><div style="text-align: justify;">Il Senato ha approvato la modifica e, sostanzialmente, la vanificazione dell'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori che stabilisce (stabiliva!) il reintegro per i lavoratori licenziati senza giusta causa. È un'operazione che è durata anni. Prima, sette anni fa, hanno cominciato ad abolirlo per le aziende sotto i quindici dipendenti, un duro colpo per il mondo del lavoro italiano, dato che in Italia ci sono molte piccole aziende, sponsorizzato oltre che dalla destra anche dai “progressisti” che oggi siedono tra le file del Pd e dell'IdV e che allora facevano parte di Ds e Margherita.</div><div style="text-align: justify;">Questo attacco a uno dei diritti fondamentali del lavoro si è poi concretizzato definitivamente con quest'ultima norma (della cui portata eversiva questa volta anche la pseudo-opposizione sembra essersi resa conto, ma tardivamente) che introduce l'arbitrato. In caso di controversia tra datore e lavoratore ci si potrà rivolgere a un arbitro e non a un giudice, che deciderà “secondo equità” dunque in modo del tutto indipendente dal nostro diritto del lavoro. Non solo, ma sarà possibile stabilire il ricorso all'arbitrato in caso di controversia fin dal momento della stipula del contratto, che vede il lavoratore in una condizione di debolezza. Questo, in definitiva, introducendo la possibilità di un “accordo” (si fa per dire) in via extra-legale di fatto annulla quella che era l'importante innovazione dell'articolo 18, cioè di evitare il licenziamento senza giusta causa, come già avviene per le aziende sotto i 15 dipendenti in cui il datore può cavarsela con un semplice indennizzo.</div><div style="text-align: justify;">La Cgil è stato l'unico sindacato confederale ad opporsi a questa aggressione allo Statuto dei lavoratori, come fu l'unico sette anni fa quando i lavoratori scesero in massa a protestare contro il primo tentativo delle oligarchie di scardinare uno dei diritti fondamentali dei lavoratori.</div><div style="text-align: justify;">La storia adesso si ripete, ma in modo ancora più drammatico, questa volta. Cisl e Uil sembrano non aver nulla da obiettare alle modifiche operate dalla maggioranza, se non per qualche aspetto di forma. Il segretario della Cisl Bonanni ha detto “Noi abbiamo ottenuto che tutto debba essere rinviato alla contrattazione e faremo in modo che il ricorso all'arbitro sia sempre un atto volontario del lavoratore” eh sì, come no? Se al momento di firmare il contratto ti dicono di accettare la clausola che stabilisce il ricorso all'arbitrato tu che fai? Accetti volontariamente di restare disoccupato e di finire volontariamente sul marciapiede?</div><div style="text-align: justify;">Queste invece le parole del segretario della Uil Angeletti: “Negli anni scorsi c'era l'intenzione di abrogare l'articolo 18, ora c'è quella di trasformare il reintegro in rimborso o in una penale ai lavoratori, quindi la questione è diversa” Che culo! Adesso sì che possiamo stare tranquilli! Angeletti questo vuol dire proprio abolirlo l'articolo 18, se non di nome, di fatto, perché vuol dire annullare la possibilità di reintegro in caso di licenziamento senza giusta causa.</div><div style="text-align: justify;">Ora io mi chiedo, ma che razza di sindacalisti sono questi? Ma come possono questi signori guardarsi allo specchio? C'è stata mai una volta che Cisl e Uil abbiano saputo dire un no chiaro e netto alle “innovazioni” conservatrici che da una ventina d'anni si stanno introducendo in Italia sulla pelle dei lavoratori? Un sindacalista dovrebbe difendere i lavoratori, invece questi sembrano dei delegati di Confindustria, Bonanni è impegnato a replicare alla Cgil, invece che a Confindustria e al governo, ma non glielo ha mai detto nessuno che la tessera della Cisl non la pagano né la Marcegaglia né Sacconi, ma i lavoratori? Le condizioni in cui versa il mondo del lavoro sono note ormai a tutti, precariato diffuso, bassi salari, poca sicurezza, licenziamenti facili. E tutto questo anche grazie a dei sindacati che fanno il gioco degli industriali.</div><div style="text-align: justify;">Vorrei che tutti prendessero coscienza di questi fatti e cosa si sta tramando alle nostre spalle. Vedo che molti hanno snobbato questo argomento. Quando sette anni fa iniziò la prima fase della guerra contro l'articolo 18, milioni di lavoratori scesero in piazza, se ne parlò su tv e giornali, ci furono dibattiti accesi. Oggi niente, qualche articoletto, ma tutti sembrano interessati ad altro.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">P.S. Marco Travaglio, qualche volta potresti parlare anche dei temi del lavoro sul tuo blog, che invece è dedicato esclusivamente alle vicende giudiziarie di Berlusconi.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Fonti:</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><a href="http://www.repubblica.it/economia/2010/03/03/news/articolo_18-2486379/">http://www.repubblica.it/economia/2010/03/03/news/articolo_18-2486379/</a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><a href="http://www.flcgil.it/notizie/news/2010/marzo/nuovo_pericolo_per_l_articolo_18_governo_pronto_ad_aggirarlo_nel_ddl_sul_lavoro">http://www.flcgil.it/notizie/news/2010/marzo/nuovo_pericolo_per_l_articolo_18_governo_pronto_ad_aggirarlo_nel_ddl_sul_lavoro</a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><a href="http://www.precaria.org/articolo-18-e-controriforma-2.html">http://www.precaria.org/articolo-18-e-controriforma-2.html</a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><a href="http://www.cisl.it/Sito.nsf/69319c999e44b237c125738000547581/a2ce7762c98039e6c12576dc00468a76?OpenDocument">http://www.cisl.it/Sito.nsf/69319c999e44b237c125738000547581/a2ce7762c98039e6c12576dc00468a76?OpenDocument</a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><a href="http://www.repubblica.it/economia/2010/03/03/news/reazioni_art_18-2489704/">http://www.repubblica.it/economia/2010/03/03/news/reazioni_art_18-2489704/</a></div>Matteohttp://www.blogger.com/profile/12314103862311165371noreply@blogger.com8tag:blogger.com,1999:blog-9046653174671372000.post-67892552742319002432010-03-12T13:50:00.000-08:002010-03-14T10:20:45.736-07:00Il Mondo secondo il Bilderberg<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjgb7Tt0o0dG7qanqF3YvcPH331peS6lKm0XHQMer8Yan0wfeRRUuL_J7vwqZ67q9BCculRfVDj1JChM6LE2kJXVzz5wfBgRvm_xbvPm5si9kgXoTYmNXFGEHHGF2emVaiK-gVkaRpfOjIY/s1600-h/capitalismo.jpg"><img style="float:left; margin:0 10px 10px 0;cursor:pointer; cursor:hand;width: 258px; height: 320px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjgb7Tt0o0dG7qanqF3YvcPH331peS6lKm0XHQMer8Yan0wfeRRUuL_J7vwqZ67q9BCculRfVDj1JChM6LE2kJXVzz5wfBgRvm_xbvPm5si9kgXoTYmNXFGEHHGF2emVaiK-gVkaRpfOjIY/s320/capitalismo.jpg" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5447868440145178370" /></a><div style="text-align: justify;">Poiché vedo che negli altri blogs si insiste ad occuparsi delle talpe che infestano il giardino di casa, mentre un uragano sta per travolgere la città, io preferirei pensare prima all'uragano, che alle talpe.</div><div style="text-align: justify;">Per chi non avesse capito la metafora le talpe sono le vicende e i battibecchi provincialotti di casa nostra, l'ammissione o meno di una lista alle regionali, il candidato tal dei tali in odor di mafia, i massaggi di Bertolaso e così via. Posso capire che queste cose possano riscuotere un certo interesse nel pubblico. Purtroppo però i giornali e le televisioni, e anche, ahimè, la maggior parte dei bloggers, non pensano ad altro che a queste faccende secondarie, nel pieno di un progetto eversivo mondiale, per stravolgere la nostra società, non quella italiana (sia chiaro nel caso che alcuni pensassero io stia parlando del regime berlusconiano) ma quella del mondo intero. Tutto questo avviene sotto i nostri occhi, mentre continuiamo a guardare il dito, invece di guardare la luna. Lo dico senza alcuna intenzione polemica. Per un attimo smettiamola di occuparci di Berlusconi e degli affari del piccolo orticello di casa nostra. Ormai lo abbiamo capito che è un mafioso, massone, delinquente, corruttore e quant'altro e chi non lo ha ancora capito non lo capirà mai. Quindi è inutile. Cerchiamo di concentrarci almeno una volta su dei fatti di portata internazionale che sono ben più importanti e determinanti di quanto accade a Palazzo Chigi o ad Arcore e purtroppo assai meno conosciuti.</div><div style="text-align: justify;">Il pericolo per la democrazia c'è, o meglio, non per la democrazia che non esiste, ma per quella sorta di tribunato della plebe che fino a qualche anno fa permetteva al popolo di contare qualcosa. Questo pericolo, però, non viene dal governo italiano, quest'ultimo è una mera pedina e abbastanza secondaria del piano mondiale volto a cancellare i nostri diritti.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Fatta questa premessa verrei ora al merito della questione. Occupati come siamo nelle vicende di casa nostra forse molti di noi non si sono accorti di quanto sta succedendo in Grecia se non, al più, per la cronaca (bugiarda) di giornali e televisioni. Si è parlato della crisi del debito dello stato ellenico, paventando persino un collasso. In realtà questo grande pericolo per il debito greco non solo è inesistente, ma artatamente diffuso dall'Unione Europea e dai grandi speculatori internazionali. La situazione del debito greco non è più tragica di quella che c'era fino a un anno fa. Tuttavia questo allarme ha creato le condizioni perché si verificassero due eventi: da una parte gli interventi come il taglio della spesa pubblica che il governo della penisola ha messo in atto come contromisura per questo male immaginario, quindi l'aumento delle tasse sui prodotti di largo consumo e un taglio pesante degli stipendi; dall'altro enormi affari per gli speculatori.</div><div style="text-align: justify;">Questi ultimi li chiamano Credit Default Swap e sono dei prodotti derivati che consistono in una sorta di assicurazione contro il mancato pagamento dei debiti. Più o meno quello che avviene con una normale assicurazione, solo che qui sono in gioco migliaia di miliardi. Così gli investitori, una volta diffusa la notizia dell'imminente collasso del debito in Grecia, si sono gettati su questi swap. È un po' come se viveste in un territorio sismico e venisse da voi un geologo a diffondere la notizia che presto ci sarà un terremoto dove abitate. Voi, e tutti gli altri abitanti, vi fareste l'assicurazione per proteggervi da un crollo della vostra abitazione, tuttavia il vostro assicuratore sa che non ci sarà nessun terremoto, per cui sareste solo voi a pagare e non l'assicurazione.</div><div style="text-align: justify;">Chi ci guadagna in tutto questo? L'assicurazione. Chi ci perde? Gli assicurati.</div><div style="text-align: justify;">In Grecia sono scesi in piazza attivisti, sindacati, partiti di sinistra, a mobilitarsi contro questa truffa che li costringerà a pagare un prezzo molto alto.</div><div style="text-align: justify;">È proprio nella culla della civiltà occidentale che si gioca una partita determinante. I giocatori in campo sono da una parte le grandi istituzioni economiche (FMI in testa) e le fortissime lobby di pressione (il Gruppo Bilderberg), dall'altro i vari governi che obbediscono ciecamente alle direttive dei primi.</div><div style="text-align: justify;">Lo scorso maggio uno degli attori fondamentali di questa partita, il Gruppo Bildergerg si riuniva, guarda caso, proprio in Grecia, in modo molto discreto, perfino troppo.</div><div style="text-align: justify;">Per chi non lo sapesse alle riunioni del club Bilderberg partecipano tutti i più potenti magnati dell'economia e della finanza, soprattutto banchieri, qualche capo di stato e qualche politico, ma per lo più si tratta dell'elite capitalistica mondiale. Non sono dei semplici forum o conferenze, ma una sorta di comitato selezionatissimo per decidere le strategie da adottare, quali operazioni favorire sui mercati, quali politiche fiscali gli stati debbano adottare, quali riforme vanno bene e quando e in che modo decidere un intervento armato in Medio Oriente. Si tratta di decisioni tutt'altro che superflue.</div><div style="text-align: justify;">Le riunioni del Bilderberg vengono tenute segrete, e si cerca di tenere i giornalisti lontano, non lesinando minacce e intimidazioni per i meno ubbidienti.</div><div style="text-align: justify;">Lo sa bene Charile Skelton, l'inviato del Guardian che si trovava sul posto proprio per seguire l'attività dell'esclusivissim club dell'aristocrazia mondiale e che ha dovuto subire le sgradevoli, e per nulla cortesi, attenzioni della polizia.</div><div style="text-align: justify;">Vi hanno partecipato personaggi come la regina Beatrice d'Oladna, azionista di maggioranza della Royal Dutch Shell, David Rockefeller, della JP Morgan e uno dei fondatori del Bilderberg, il direttore della Deutch Bank Josef Ackermann, Roger Altman ex sottosegretario di Clinton.</div><div style="text-align: justify;">Vi erano anche nomi italiani come Romano Prodi, Tommaso Padoa-Schioppa, il governatore Draghi e il direttore di Telecom Franco Bernabé </div><div style="text-align: justify;">Presente anche una nutrita delegazione dell'amministrazione Obama.</div><div style="text-align: justify;">Lo scopo principale del club Bilderberg è quello di creare un nuovo ordine mondiale con un unico superstato senza nessuna forma di democrazia, comandato dalle grandi istituzioni economiche.</div><div style="text-align: justify;">Il tema fondamentale del vertice dello scorso maggio riguardava la situazione economica.</div><div style="text-align: justify;">Si può dire che esistano due correnti di pensiero, all'interno del Bilderberg: coloro che vorrebbero una depressione economica prolungata e coloro che invece sono per una crisi intensa ma di breve durata. Tutto questo allo scopo di realizzare il progetto del nuovo ordine che è nei loro piani.</div><div style="text-align: justify;">Già si progetta di creare due grandi poli, secondo il giornalista Jim Tucker l'ex Primo Ministro svedese Carl Bilt avrebbe parlato di un grande dipartimento planetario della sanità implementando i poteri dell'OMS e un analogo dipartimento del tesoro, permettendo al Fondo Monetario Internazionale di acquisire nuove funzioni.</div><div style="text-align: justify;">Si vorrebbe inoltre creare una banca centrale del Mondo: Jeffrey Garten, ex sottosegretario di Clinton, ha dichiarato: “i leader mondiali dovrebbero iniziare a preparare il terreno per la creazione di una banca centrale globale”.</div><div style="text-align: justify;">Tutto questo significherebbe che le scelte economiche, sanitarie e monetarie degli stati sarebbero delegate a questi organismi potentissimi e totalmente indipendenti da un qualsiasi controllo popolare. Questa deriva autoritaria è favorita dallo stesso processo di costituzione dell'Unione Europea, in particolare col Trattato di Lisbona che esautora di fatto i parlamenti nazionali e delega il potere alla Commissione, e che prevede persino la pena di morte in caso di sommossa.</div><div style="text-align: justify;">Per riassumere ecco quanto accaduto: il club Bilderberg che progetta di costruire un governo mondiale autoritario e dispotico scatenando una crisi economica senza precedenti si riunisce a maggio in Grecia. Qualche mese dopo scoppia il caso del debito pubblico dello stato ellenico e il governo mette in atto delle austere misure per fare cassa sulla pelle dei cittadini. Nel frattempo il progetto dell'Unione Europea avanza e gli stati nazionali perdono sempre più la loro sovranità e tutto ciò che ad essi è connessa (diritti sociali e civili dei cittadini) a favore della UE.</div><div style="text-align: justify;">Queste sono le carte in tavola. Vi renderete tutti conto di come, messe così le cose, la questione sia molto più preoccupante dei processi di Berlusconi e tuttavia non vi si dedica nemmeno la metà dell'attenzione che spendiamo per questi.</div><div style="text-align: justify;">Si sta giocando una partita sulle nostre vite, una partita alla quale noi non siamo invitati. C'è bisogno di rompere quell'omertà che aleggia su queste questioni, dobbiamo smetterla di guardare semplicemente all'interno dei nostri confini nazionali e di cominciare a capire come vanno davvero le cose in questo mondo che non è stato creato né da Berlusconi, né da Bersani, né dai candidati del Lazio, ma da gruppi di interesse ben più potenti e tuttavia, non abbastanza conosciuti.</div><div style="text-align: justify;">Finché non capiremo quali sono i veri responsabili dei mali che ci affliggono, non riusciremo mai non solo a cacciare un Berlusconi qualunque, ma, cosa ben più importante, a difendere i nostri diritti, le nostre vite, la nostra salute e la nostra dignità, ciò che ci spetta e che ci sta venendo tolto da loschi eppure potentissimi figuri che tramano alle nostre spalle per i loro interessi e contro i nostri.</div><div style="text-align: justify;">È arrivata l'ora di svegliarsi e (per usare una metafora platonica) cominciare a guardare in faccia chi proietta le ombre nella caverna in cui siamo rinchiusi.</div><br /><br />Fonti:<br /><br /><a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Credit_default_swap">http://it.wikipedia.org/wiki/Credit_default_swap </a><br /><br /><a href="http://conflittiestrategie.splinder.com/post/22297873/L%E2%80%99OMBRA+DEL+BILDERBERG+E+DEL">http://conflittiestrategie.splinder.com/post/22297873/L’OMBRA+DEL+BILDERBERG+E+DEL </a><br /><br /><a href="http://www.gennarocarotenuto.it/12599-borsa-greca-seri-draghi-stesse-facce-stesse-razze/">http://www.gennarocarotenuto.it/12599-borsa-greca-seri-draghi-stesse-facce-stesse-razze/ </a><br /><br /><a href="http://it.peacereporter.net/articolo/15810/Grecia,+vertice+del+Bilderberg+Group:+brutta+esperienza+per+l%92inviato+del+Guardian">http://it.peacereporter.net/articolo/15810/Grecia,+vertice+del+Bilderberg+Group:+brutta+esperienza+per+l%92inviato+del+Guardian </a><br /><br /><a href="http://www.altraconsapevolezza.it/?p=90">http://www.altraconsapevolezza.it/?p=90</a><br /><br /><a href="http://www.altrainformazione.it/wp/2009/06/01/il-piano-del-bilderberg-per-il-2009-rifare-leconomia-globale/">http://www.altrainformazione.it/wp/2009/06/01/il-piano-del-bilderberg-per-il-2009-rifare-leconomia-globale/ </a><br /><br /><a href="http://www.reset-italia.net/2008/07/26/lisbona-zitta-zitta-avanza/">http://www.reset-italia.net/2008/07/26/lisbona-zitta-zitta-avanza/</a><br /><br /><a href="http://www.maristaurru.com/index.php/Articoli/Bilderberg-in-Grecia-decidono-come-affamarci-in-vista-del-nuovo-ordine-mondiale.html">http://www.maristaurru.com/index.php/Articoli/Bilderberg-in-Grecia-decidono-come-affamarci-in-vista-del-nuovo-ordine-mondiale.html</a>Matteohttp://www.blogger.com/profile/12314103862311165371noreply@blogger.com10tag:blogger.com,1999:blog-9046653174671372000.post-55845349842954112222010-03-08T16:27:00.000-08:002010-03-09T18:27:36.381-08:00Che fine ha fatto la sinistra?<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhIXI_g_YP7eagrhdoyLLv4z5DCPSuxxcfLc0U0aXsq8mp5B56_P-4AGQrXv3u0NKjXiy4NIAOulvN1q6NqfNYLSUF86m78YP7DwARyUUQjSPjsFFgr8B9I4C8x_zQUg8ycccZkeALEpoof/s1600-h/marx+pistola.jpg"><img style="float:left; margin:0 10px 10px 0;cursor:pointer; cursor:hand;width: 320px; height: 249px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhIXI_g_YP7eagrhdoyLLv4z5DCPSuxxcfLc0U0aXsq8mp5B56_P-4AGQrXv3u0NKjXiy4NIAOulvN1q6NqfNYLSUF86m78YP7DwARyUUQjSPjsFFgr8B9I4C8x_zQUg8ycccZkeALEpoof/s320/marx+pistola.jpg" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5446424928429195058" /></a><div style="text-align: justify;">Tutti sono impegnati in questi giorni a occuparsi delle elezioni regionali, dopo aver parlato delle escort di Berlusconi e dei massaggi erotici di Bertolaso.</div><div style="text-align: justify;">In piena crisi economica (mentono quelli che dicono che è finita), una crisi che ha spazzato via come un ciclone tutti i dogmi del liberismo – che negli anni Ottanta e Novanta avrebbe dovuto inaugurare la via di un radioso avvenire – ci si aspetterebbe che coloro che per tutti questi anni hanno proposto queste ricette fallimentari dovessero essere scaraventati via dal piedistallo su cui li aveva posti il vento mutevole (e spesso beffardo) della storia. E invece li ritroviamo ancora in sella a riproporre le stesse ricette di sempre come una litania, magari infarcendole di qualche parola “innovativa” che li faccia sembrare abbastanza “obamiani” per riciclarsi.</div><div style="text-align: justify;">Di fronte al catastrofico fallimento delle teorie e delle pratiche politiche della destra (quella destra che dopo la caduta del Muro di Berlino già cantava vittoria e arrivava persino a teorizzare una utopistica “fine della storia”) ci si aspetterebbe una sinistra in ascesa straordinaria, o quantomeno in ripresa, capace di sfruttare quelle “dure repliche della storia”, quelle che qualche anno prima dovevano costringerla alla capitolazione, questa volta, contro i propri avversari.</div><div style="text-align: justify;">E invece la ritroviamo in stato comatoso, in una condizione molto peggiore che durante l'epoca thatcheriana.</div><div style="text-align: justify;">Il problema, per meglio dire, non è che la sinistra non sia abbastanza efficace nel proporre le proprie idee, o che non riesca a comunicarle, ma che semplicemente ha smesso di proporle e di comunicarle, decretando frettolosamente la propria sconfitta, che sarebbe stata rappresentata simbolicamente dalla caduta del Muro di Berlino, la quale avrebbe dovuto dimostrare ciò che in realtà non dimostrava.</div><div style="text-align: justify;">Così, arresisi ad una falsa evidenza, quei dirigenti che un tempo parlavano di lotta di classe e di socialismo, si sono consegnati alla destra, e così facendo a coloro che ne muovono i fili, industriali, banchieri e speculatori.</div><div style="text-align: justify;">Illusi da questa propaganda del “nemico alla propria testa” come diceva una vecchia canzone, come dei giornali e delle televisioni dei vecchi avversari (i quali erano quasi increduli di poter finalmente manifestare apertamente e senza infingimenti le loro intenzioni) anche il popolo, i lavoratori, la “base”, l'ossatura di tante lotte e di tante ribellioni, hanno finito per dimenticare le aspirazioni di giustizia ed uguaglianza ed abbandonarsi al sogno del successo individuale e della scalata sociale, sogno che poco più tardi avrebbe dovuto infrangersi contro gli scogli della dura realtà e della storia.</div><div style="text-align: justify;">La sinistra, così, ha smesso di essere sinistra, conservandone, nel migliore dei casi, solo il nome (e ormai si tenta di eliminare anche quello, ultimo testimone di un passato scomodo).</div><div style="text-align: justify;">Chi avrebbe mai pensato, che i rivoluzionari di un tempo, che issavano la bandiera rossa nelle piazze e cantavano l'internazionale, si sarebbero ritrovati, qualche decennio più tardi, con la tessere di un partito che annovera tra le sue file imprenditori, cattolici fondamentalisti e teorici del lavoro di ispirazione neoliberale?</div><div style="text-align: justify;">Chi avrebbe potuto immaginare che coloro che per protestare erano disposti anche ad affrontare i manganelli della polizia, sarebbero stati attirati dal richiamo, un giorno, di “ordine”, “legalità” e “sicurezza” inseguendo un ex magistrato ed ex poliziotto?</div><div style="text-align: justify;">Bisogna ammetterlo, la destra e i teorici conservatori sono stati molto abili. Perché hanno saputo trasformare una potenziale sconfitta, in una vittoria. Non hanno avuto ragione, le loro ideologie si sono rivelate nient'altro che delle coperture abbastanza raffazzonate dei loro veri interessi. Ma hanno saputo trasmettere quelle idee al campo avversario, hanno saputo illudere milioni di persone e di ex rivoluzionari.</div><div style="text-align: justify;">Guardiamo in faccia la realtà. Tutto quello che ci rimane è un questurino e un comico che si affannano a sputar sentenze contro un unico bersaglio, come se la causa di tutti i mali risiedesse in un unica persona, fosse anche il capo del governo.</div><div style="text-align: justify;">Poiché la sedicente sinistra di oggi non ha molti argomenti per distinguersi dai loro pseudo-avversari, l'unica possibilità che ha per tentare di salvare le apparenze è quella di metterla sul piano personale. L'unico torto della destra, per questi signori, non sono le politiche di destra, ma il fatto di essere corrotta. Il problema, non sono quindi le idee e le pratiche, ma gli uomini.</div><div style="text-align: justify;">E allora si può anche accogliere a braccia aperte chi resta sempre di destra, ma mantiene intatta una certa reputazione. Si può anche costituire il “fronte degli onesti” e andare all'assalto della fortezza del male, senza preoccuparsi di programmi, ideologie, teorie e prassi.</div><div style="text-align: justify;">Presunte differenze ideologiche non bastano a tenere gli uomini divisi se a unirli sono dei comuni interessi.</div><div style="text-align: justify;">Ma non sta bene dirlo in giro. Non sta bene dire che i candidati alle elezioni nella regione Lazio vogliono in fondo la stessa cosa, anche se lo dicono in modo diverso.</div><div style="text-align: justify;">E allora non è sembrato vero a certi “progressisti” potersi appigliare ai processi per fare persino la parte dei “duri e puri” e degli “intransigenti”.</div><div style="text-align: justify;">I temi più importanti sono stati accantonati, perché avrebbero mostrato l'identità delle proposte dei due schieramenti. Vediamo quali contorsioni hanno fatto costoro per ritrovarsi nel letto dei loro avversari.</div><div style="text-align: justify;"><b>Economia</b>. La destra vuole limitare l'intervento dello stato e favorire l'iniziativa privata, la sinistra invece vuole espanderlo per tutelare i diritti dei lavoratori e dei più poveri. La destra tende a privatizzare, la sinistra a nazionalizzare. Da che mondo e mondo questa è sempre stata la differenza tra destra e sinistra. Anche il più ignorante la conosceva. Finché sono arrivati i messaggeri dell'Olimpo a dire che ci eravamo sbagliati e che il mercato non è da rifiutare, perché rifiutarlo sarebbe un pregiudizio “ideologico” (ma accettarlo invece no, chissà perché).</div><div style="text-align: justify;">Le nazionalizzazioni e il ruolo dello stato sono ciò che prima distinguevano la sinistra dalla destra in campo economico. Governo Prodi, primo e secondo, governo D'Alema. Adesso, dopo la “conversione” è il “centrosinistra” a privatizzare la maggior parte del patrimonio dello stato, tanto per dimostrare alle lobby di essere all'altezza del compito che gli è stato affidato. Si è partiti dalle autostrade e si è arrivati all'acqua.</div><div style="text-align: justify;"><b>Lavoro</b>. La sinistra sta con i lavoratori, la destra con i padroni. La sinistra vuole aumentare le tutele sociali, la destra vuole abolirle o ridimensionarle. Semplice, elementare. Questa fino ad alcuni anni fa era la realtà politica. Poi sono arrivati i guru del marcato a sdoganare la “flessibilità” e la difesa degli interessi padronali anche per la (ex) sinistra. Sono arrivati i Biagi (che il fatto di essere stato assassinato non lo rende un martire) e gli Ichino a spiegarci che così non poteva andare e che i lavoratori erano “troppo protetti”, che le aziende dovevano essere libere di licenziare come e quando loro pare. Legge Treu, aggressione allo Statuto dei lavoratori (quello che la sinistra un tempo aveva conquistato) e al divieto di licenziamento senza giusta causa, liberalizzazione totale del marcato del lavoro. Questa gente non si è mai premunita di spiegarci perché un elettore di sinistra avrebbe dovuto votare un professore che, dalla sua cattedra, proponeva politiche di destra da sperimentare sulla pelle dei lavoratori.</div><div style="text-align: justify;"><b>Esteri e difesa</b>. La sinistra è contro il militarismo e la guerra, la destra è a favore della guerra. Fu sempre la sinistra a mobilitarsi contro le guerre e i massacri delle potenze imperialiste. La sinistra sostiene da tempo un teoria la cui veridicità è stata ampiamente provata dai fatti: le vere ragioni della guerra non sono “gli interessi nazionali” ma gli interessi capitalistici delle multinazionali. Lo capirebbe anche un bambino.</div><div style="text-align: justify;">Serbia, Afghanistan, interventi militari ordinati dal governo D'Alema in piena sintonia con la destra e con quelli che una volta contestavano in piazza ai tempi del Vietnam.</div><div style="text-align: justify;">La questione palestinese. La sinistra è sempre stata un alleato fedele dei palestinesi e ha sostenuto la causa di un popolo sotto occupazione, massacrato, torturato e cacciato dalla propria terra e dalla proprie case (sarà pubblicato prossimamente un post su <i>Eresia rossa</i> a riguardo). Poi il revisionismo che tutti sappiamo e si è finito per accettare le menzogne di Israele.</div><div style="text-align: justify;"><b>Cultura</b>. La sinistra era dalla parte degli oppressi, siano essi operai, disoccupati, barboni, piccoli delinquenti, zingari, prostitute, immigrati. Questo sembrava un dato di fatto acquisito dalla coscienza collettiva. Per la sinistra l'infrazione non è il risultato di una qualche devianza, ma un fattore sociale, determinato dalla società. Il crimine che viene punito è solo quello delle classi subalterne al contrario dei “crimini dei colletti bianchi”. Il ladro è una vittima anche lui della società che lo ha emarginato e lo ha ghettizzato. Gli immigrati oggetto di razzismo godevano della nostra solidarietà internazionalista. “Gli operai non hanno patria” era il vecchio motto. Poi ci vengono a raccontare che ci eravamo sbagliati, che Marx si era sbagliato e avevano ragione i nostri avversari. E allora i sindaci “di sinistra” cominciano a riempirsi la bocca con le parole “sicurezza”, “tolleranza zero”, come gli sceriffi texani e mettono al bando zingari e immigrati, sgomberano i campi nomadi (dopo aver abbondantemente permesso le ville abusive) e diviene persino lecito per un imprenditore sparare al ladro che gli entra in casa per difendere la proprietà, difeso a spada tratta da codesti sindaci e politici. Nessuno di simili “progressisti” odierni si alzerebbe a dire che una vita umana, fosse anche quella di un ladro, vale più della proprietà e che l'omicidio è in ogni caso un crimine assai peggiore del furto.</div><div style="text-align: justify;">La sinistra è contro la repressione, contro l'autorità, contro l'ordine borghese. Adesso Di Pietro è nelle nostre piazze a chiedere “law and order”, come dicono in America, a chiedere l'apertura di nuove carceri, ad opporsi a ogni indulto o amnistia e a santificare i prefetti e i procuratori che autorizzano il pestaggio degli studenti e dei manifestanti causandone spesso la morte.</div><div style="text-align: justify;">La sinistra fu protagonista del Sessantotto, degli infuocati anni Settanta e delle lotte che li attraversarono. I “radical chic” di oggi scrivono dalle pagine di Repubblica ripudiando quegli anni, unendosi al coro dei conservatori che fanno di tutto per screditarne la storia e il tentativo di cambiare il mondo, si salvano forse solo i Beatles.</div><div style="text-align: justify;">La sinistra vuole l'uguaglianza, vuole che tutti possano soddisfare i propri bisogni biologici e sociali, senza distinzioni di classe.</div><div style="text-align: justify;">Oggi fanno i comizi con in bocca sempre la stessa parola: “meritocrazia” dimenticando quanto somigli a un'altra parola, “aristocrazia” (che significa “governo dei migliori”) dimenticando che è un concetto di destra, perché chi è “meritevole” in genere è chi ha i mezzi per potersi creare una istruzione adeguata e chi non lo è, invece, è chi quei mezzi non li ha avuti.</div><div style="text-align: justify;">La sinistra sosteneva la causa femminista, difendeva i diritti delle donne, combatteva il maschilismo. Adesso nessuno più si ribella all'immagine della donna che ci viene fornita dalla televisione. L'Unità, quello che era stato il giornale di Gramsci, uno dei padri della sinistra italiana e il suo massimo teorico, mette in prima pagina un paio di chiappe, adeguandosi all'andazzo dei giornaletti che adottano questi mezzucci per vendere più copie (e seguendo quindi, per giunta, la mera logica del profitto).</div><div style="text-align: justify;">Persino Rifondazione Comunista, un partito che si vantava di essere rimasto fedele alle proprie idee e alla propria storia senza fare abiure, pochi giorni fa ha diffuso un manifesto con un tacco a spillo in primo piano con l'immagine della falce e martello e sotto la didascalia “le nostre sono donne di classe”.</div><div style="text-align: justify;">Bisogna essere “moderni”, “di tendenza” e dobbiamo adeguarci alla moda del momento.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">In sostanza la sinistra ha finito per portare avanti le idee della destra, al servizio di quegli stessi interessi che un tempo denunciava. Non c'è da stupirsi quindi che sia sparita. Chi fa il gioco dell'avversario alla fine perde, questa è una regola elementare. Ebbene la sinistra ha fatto proprio questo negli ultimi anni e non ha fatto che perdere finendo alla fine per scomparire definitivamente non dal parlamento, che non sarebbe ancora niente, ma, molto più tragicamente, dalla coscienza delle persone che erano dalla sua parte, che non sanno più cos'è la sinistra e che fanno discorsi di destra.</div><div style="text-align: justify;">Un vero peccato se si considera che questa poteva essere una occasione favorevolissima per dimostrare che avevamo ragione, quando mettevamo in guardia dalla sbornia reaganiana, e per rilanciare i nostri programmi. Ma la sinistra è stata uccisa dai suoi stessi figli, quindi non c'era più nulla, ormai, da rilanciare.</div><div style="text-align: justify;">Non è una questione di poco conto. Ciò significa che perderemo, come stiamo perdendo, tutti quei diritti, quelle tutele, che gli attivisti, i partiti e le organizzazioni di sinistra erano riuscita ad ottenere. Questo significa che la nostra vita peggiorerà, come sta peggiorando, che pagheremo sulla nostra pelle questa scelta sciagurata e miope.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">E allora vi lascio alle note dei Modena City Ramblers, chissà che non sia di buon auspicio.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div> <object width="425" height="344"><param name="movie" value="http://www.youtube.com/v/9UWo8Z8rSq4&hl=it_IT&fs=1&color1=0x5d1719&color2=0xcd311b"><param name="allowFullScreen" value="true"><param name="allowscriptaccess" value="always"><embed src="http://www.youtube.com/v/9UWo8Z8rSq4&hl=it_IT&fs=1&color1=0x5d1719&color2=0xcd311b" type="application/x-shockwave-flash" allowscriptaccess="always" allowfullscreen="true" width="425" height="344"></embed></object>Matteohttp://www.blogger.com/profile/12314103862311165371noreply@blogger.com9tag:blogger.com,1999:blog-9046653174671372000.post-18700482176561137012010-02-28T07:31:00.000-08:002010-02-28T11:55:54.221-08:00La strage dimenticata<div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:georgia;">Mentre tutti sono intenti a occuparsi delle regionali del Lazio, dove si sfidano due candidati praticamente identici, vorrei ricordare uno dei tanti massacri dimenticati, come spesso capita quando a commetterli non sono fondamentalisti islamici ma gli americani o i loro alleati. È la tragedia dei curdi, un popolo perseguitato per anni. Un genocidio scandaloso praticamente sconosciuto all'opinione pubblica e ignorato dai media e da coloro che inseguono le "rivoluzioni colorate" o che si fanno fotografare accanto a un monaco tibetano.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Durante la guerra in Iraq e la sbornia militarista del mondo, compresi quelli che adesso gridano "Yes, we can" le televisioni e i media non si stancavano di raccontarci del massacro dei curdi iracheni "gassati" da Saddam, senza dire che quella strage fu possibile grazie alla complicità degli americani che dopo avere istigato i curdi alla ribellione si accordarono con il dittatore iracheno consegnandogli praticamente nelle sue mani quel popolo.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Ma non ci hanno raccontato neanche della persecuzione in Turchia dei militanti del PKK con la solita scusa della "guerra al terrorismo" da parte proprio dei maggiori responsabili del terrore. I curdi subirono torture, deportazioni e assassini da parte dell'esercito e del governo turco, col benestare di Stati Uniti, e di molti paesi europei come la Germania e la stessa Italia che vendettero armi ai terroristi turchi per poi ergersi a difensori delle "libertà" contro i "paesi canaglia".</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">E la stessa Italia celebrò processi contro le vittime di quella strage permettendo ai torturatori di testimoniare sotto anonimato contro le proprie vittime.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Il tutto mentre una certa sinistra si erge a paladina della magistratura "senza se e senza ma".</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Magari la prossima volta che vediamo questi individui riscuotere applausi gridando "Tibet libero", per potersi poi candidare alle regionali, una piccola riflessione dovremmo farla.</span></div><div><br /></div><div><span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:'Times New Roman';font-size:medium;"><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><b>Mentre oggi,<span> </span>in Turchia ad andare in galera, per tentato Golpe, sono gli stessi generali ed ammiragli che da decenni in quel paese hanno condotto campagne di sterminio ed annientamento dei Curdi,<span> </span>e che in occasione della follia collettiva post-11 settembre, quando si stilavano le liste internazionali di “nemici/terroristi globali” erano riusciti ad inserire<span> </span>partiti ed organizzazioni di opposizione, in Italia, sempre oggi ad essere incarcerati sono le loro vittime, i Curdi.</b></p><p class="MsoNormal" align="center" style="text-align: justify;"><img border="0" src="http://www.pugliantagonista.it/curdo.jpg" width="119" height="79" /></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><b>In questo quadro va intesa l’odierna “brillante operazione “ contro reclutatori alla guerriglia curda e turca.Una dozzina di aspiranti combattenti in Italia e altrettanti in Francia, parlano le cronache e<span> </span>addirittura c’era pure qualche italiano che li aiutava….!!!</b></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><b>Per l’ennesima volta, come sta succedendo sempre<span> </span>più spesso, la sinistra volta la faccia dall’altra parte, presa dal vortice di adesione unanimista al partito dei giudici e dei Pubblici ministeri dimenticando quello che fu il cavallo di battaglia e il legante ,di essa, per oltre un secolo:la solidarietà internazionalista alle lotte di liberazione nazionale .</b></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><b>La solidarietà al popolo curdo<span> </span>stritolato tra l’Iraq di Saddam , l’Iran dello Scià e poi dei Mullah, e la Turchia dei generali golpisti filoNATO ed Israele vide in Italia un paladino eccezionale: <a href="http://www.pugliantagonista.it/dinofrisullo.htm">il compagno Dino Frisullo ,<span> </span>scomparso 7 anni fa </a>, le cui ossa oggi si staranno torcendo dinanzi<span> </span>il miserabile silenzio con cui è stata accolta la notizia di questa brillante operazione.</b></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><b>Siamo sotto elezioni! Nessuno vuole arrischiare di perdere un solo voto, dicendo che gli arrestati sono le vittime e che il diritto alla Resistenza è sancito dalla nostra Costituzione…</b></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><b>Vogliamo ricordare nelle pagine del nostro sito http//:www.pugliantagonista.it/osservatorio.htm</b></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><b>quando un’altra guerra, decretata dalla “Comunità internazionale “ contro i terroristi vietcong, scuoteva le coscienze e le piazze del mondo e<span> </span>come dall’Italia uomini e donne<span> </span>volontariamente</b></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><b>vollero andare a prestare la loro opera al fianco del Vietnam, organizzati<span> </span>dal Partito Comunista</b></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><b>Italiano. Pagine scomode ma degne di esser lette che possiamo ritrovare non su opuscoli di propaganda di partito bensì nei diari e reportage della “stampa borghese” di 50 anni fa<span> </span>divenuti in seguito dei best seller.</b></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><b>Da uno di questi, dal titolo emblematico “ Siamo tutti in guerra” di Corrado Pizzinelli –Longanesi editore vogliamo ricordare la vicenda del medico Franco, di Torino, medico, comunista, con una falce e una stella tatuati sul braccio, che con un viaggio organizzato dal PCI , insieme ad altri suoi compagni, passando da Berlino, Varsavia, Mosca, Pechino, Hanoi,giunse dopo un mese e mezzo di viaggio al confine cambogiano per poi attraversare il confine del Vietnam del SUD per installare un ospedale da campo dei guerriglieri, pardon,<span> </span>oggi diremmo dei terroristi internazionali, una vicenda triste e cruda quella narrata dal giornalista della Gazzetta del Popolo,<span> </span>terminata paradossalmente dopo che l’internazionalista Franco<span> </span>ferito e medicato<span> </span>è accolto da dei proprietari di una fattoria francesi-italiani ( signori Battaglia), morì per mano dei Vietcong stessi che credevano che lui li avesse traditi.</b></p><p class="MsoNormal" align="center" style="text-align: justify;"><a href="http://www.pugliantagonista.it/osservbalcanibr/fotosserv/vietnam.JPG"><img border="2" src="http://www.pugliantagonista.it/osservbalcanibr/vietnam_small.JPG" alt="vietnam.JPG (49370 byte)" width="100" height="158" /></a></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><b>Una vicenda vera, ma, che, eliminando ogni forma di romanticismo, ci riporta alla dura realtà della guerra che travolge sul suo cammino tante vittime innocenti, ma… come ,<span> </span>si diceva allora, come<span> </span>fare a voltare lo sguardo dinanzi alle stragi dei marines a MY LAI o quelle dei B52 su Hanoi? Ebbene oggi basta<span> </span>qualche pugno di voti promesso da qualche benpensante radical-chic<span> </span>per tacere sull’infamia di Gaza, o quella delle centinaia di villaggi curdi distrutti dai militari turchi, sulle stragi di civili nelle tante guerre umanitarie e sui milioni di morti di fame.</b></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span><b> </b></span><b>La Turchia , concluderebbe Dino Frisullo, con una delle sue analisi piena di cifre e statistiche,<span> </span>è un partner importante , specialmente per le nostre industrie di armamenti, quelle dell’alta tecnologia sulla quale si spera che faccia ripartire la nostra economia, quindi… che valgono le vite di un pugno di giovani idealisti che volevano andare a combattere per l’indipendenza del loro paese? Presto una sentenza di un nostro tribunale , dopo la testimonianza dei soliti torturatori turchi a volto coperto, come è successo al comunista turco AVNI ER, decreterà la loro espulsione verso la Turchia e la loro morte assicurata in un lager turco. In compenso qualche manager incasserà laute ricompense e un po’ di operai nostrani potranno tirare un sospiro di sollievo: "Niente cassa integrazione quest’anno! La Turchia ha confermato gli acquisti di nuovi elicotteri, nuovi sistemi d’arma e nuovi radar alle nostre aziende nazionalpopolari".</b></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><b> <o:p></o:p></b></p><p class="MsoNormal" style="text-align: left;"><b>Osservatorio sui Balcani di Brindisi http//:www.pugliantagonista.it/osservatorio.htm</b> </p><p class="MsoNormal" style="text-align: left;"><b>Brindisi 26 febbraio 2010</b></p></span></div>Matteohttp://www.blogger.com/profile/12314103862311165371noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-9046653174671372000.post-1809793716792521942010-02-11T09:46:00.000-08:002010-03-02T10:47:43.093-08:00Privati dell'acqua<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgs3z5dSPFV2xbzHyvr8yuQjpsdJzU2vC7_M7q70quUnA7CPJPCRucH08aOsHmMfuR4EZjAmGAjtSJe3HnSbUbMnOu3U0YGk9SIwPbT8GivMwC37F2OW2toQuwON_eAoWKgdQSEheybK155/s1600-h/privatizzazione+acqua.jpg"><img style="float:left; margin:0 10px 10px 0;cursor:pointer; cursor:hand;width: 300px; height: 259px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgs3z5dSPFV2xbzHyvr8yuQjpsdJzU2vC7_M7q70quUnA7CPJPCRucH08aOsHmMfuR4EZjAmGAjtSJe3HnSbUbMnOu3U0YGk9SIwPbT8GivMwC37F2OW2toQuwON_eAoWKgdQSEheybK155/s320/privatizzazione+acqua.jpg" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5437047016603927618" /></a><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Mentre noi perdiamo tempo a discutere del legittimo impedimento, delle frequentazioni di Berlusconi o di Di Pietro o di altre cose più o meno futili, il governo lavora alacremente per il bene delle lobby economiche e delle multinazionali e per privarci di beni indispensabili o <i>inalienabili</i> come dice un certo universalismo a dir la verità un po' astratto. Uno di questi beni è l'acqua, il nutrimento principale di qualsiasi creatura vivente, comprese quelle umane. In realtà l'acqua si è dimostrata un bene <i>alienabilissimo</i>, soprattutto quando ci mettono le unghie forti interessi economici, l'Unione europea e le marionette di un governo nazionale. La Camera ha approvato qualche giorno fa la norma che obbliga i comuni e gli enti locali a mettere a gara la gestione dei servizi di fornitura dell'acqua gestiti da società a capitale pubblico. Libero mercato, si dirà. Certo, liberissimo per chi fa profitto. Ma come sempre questo regime si rivela non così libero come si era voluto far credere. E infatti la legge prevede che il capitale pubblico nella gestione non possa superare il 30% di quello societario, ovvero la maggioranza schiacciante deve essere dei privati, non proprio quella che si dice “l'uguaglianza delle opportunità” tanto cara ai liberali. Più in concreto tutto ciò significa che l'acqua continuerà a restare in mano privata, laddove è già privata e privatizzata laddove è ancora pubblica. In verità ciò non è qualcosa di recentissimo, in molti comuni, compresi quelli gestiti dal “centrosinistra” (molto più centro che sinistra) si è già provveduto da tempo a privatizzare questo bene. E ciò pare sia l'orgoglio di alcuni politici del Pd, quello di avere privatizzato un bene <i>inalienabile</i> per primi in Italia, come è successo ad Arezzo. Certo, in tutti questi anni ci hanno raccontato che il settore pubblico non funziona o funziona male, soggetto a sprechi e a inefficienze. Il privato invece funziona sempre, forte dell'aura di “modernità” o di “modernizzazione” che i profeti delle <i>magnifiche sorti e progressive</i> del capitalismo gli hanno cucito addosso. Peccato che la realtà dica proprio il contrario. E cioè che laddove la gestione dei servizi idrici è pubblica si ha non solo un servizio migliore, ma anche a costi più bassi per l'utenza. Ed è normale che sia così. Sembra che certi grandi analisti economici abbiano dimenticato quella che su tutti i libri di economia dovrebbe essere chiamata “Prima Legge del Mercato”: <b>una società a capitale privato a scopo di lucro agisce sempre per l'interesse suo privato, ovvero per la massimizzazione dei profitti e la minimizzazione dei costi e mai per un interesse che possa andare oltre quello suo proprio</b>. E francamente io il premio nobel per l'economia lo darei a chi avesse il coraggio di dire questo pubblicamente, anche se si tratta di un'ovvietà imbarazzante. Qual è l'altrettanto ovvio corollario di questa legge? Che se una società privata deve scegliere tra l'interesse collettivo, dell'utenza (minimizzazione delle tariffe e massimizzazione degli investimenti di gestione) e quello suo privato (massimizzazione delle tariffe e minimizzazione degli investimenti di gestione) sceglierà, come è naturale, quest'ultimo. Al contrario una società di servizi a capitale pubblico tenderà ad agire primariamente per la soddisfazione dell'utenza e per la qualità dell'offerta e solo secondariamente per il guadagno. E andate allora ad Agrigento, dove c'è stata la privatizzazione e fatevi dire dal primo che incontrate se paga di meno o di più e com'è la qualità del servizio che ottiene in cambio, ammesso che si possa chiamarlo servizio. Andate poi a Milano, comune amministrato dal centrodestra (lo sottolineo per quegli sciocchi che pensassero che sono contrario alle privatizzazioni perché le fa la destra) dove la gestione delle acque è tutta del Comune e dove l'acqua minerale viene distribuita gratuitamente in apposite isole della città, con piena soddisfazione dei milanesi. Domenica scorsa c'è stata l'interessantissima puntata di <i>Presa diretta</i>, la trasmissione di Riccardo Iacona che non mi stancherò mai di elogiare – che invece di occuparsi delle auto blu o degli stipendi dei parlamentari tratta temi come l'immigrazione, il lavoro, la casa, la scuola, e appunto la gestione dei beni fondamentali – e veniva mostrato proprio quanto finora detto, comparando i Comuni dove la gestione è privata con quelli in cui è pubblica. Veniva anche mostrato quanto ha fatto il Comune di Parigi che dopo venticinque anni ha deciso di tornare alla gestione pubblica.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Non mi sognerei nemmeno di addossare la colpa di quanto sta accadendo tutta quanto sul governo attuale. Io sono tra quelli che credono che i governi nazionali siano degli specchietti per le allodole, puri riflessi di interessi che hanno referenti ben più importanti e influenti. L'Unione Europea, ad esempio, si comporta proprio in modo tale da favorire questi interessi e in questa direzione va anche il Trattato di Lisbona (guardate che fine ha fatto la povera Irlanda che aveva osato rifiutarlo) altra monumentale truffa, totale spoliazione dei nostri diritti, tra il vergognoso silenzio di stampa e televisione e ovviamente della politica italiana, il quale obbliga gli stati membri alla privatizzazione dei servizi. L'Europa un tempo era famosa come il continente in cui lo strapotere del mercato era in parte arginato, dove lo Stato interveniva per garantire almeno certi diritti fondamentali. Ebbene pare che stia avvenendo il contrario e presto l'Europa potrà essere il regno del liberismo, grazie ai burocrati della UE, alle banche e alle multinazionali dei servizi.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Per concludere vorrei sfatare un altro luogo comune, quello secondo cui le aziende pubbliche sarebbero necessariamente dei carrozzoni indebitati e quelle private quanto meno hanno una certa disciplina di bilancio. Falso. Le società private sono indebitate e aumentano le tariffe per diminuire il debito. Chi è ora che si avvantaggia di questa situazione? Le banche, perché sono loro che usano l'arma del debito per ricattare la società e che di fatto hanno in mano il mercato dei servizi.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Non vorrei che tra qualche anno ci ritrovassimo tutti nella condizione dei nostri bisnonni o trisavoli: senza servizi igienici, a dover fare la fila per strada per comprare l'acqua.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Links:</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;"><a href="http://www.altreconomia.it/site/fr_contenuto_detail.php?intId=2168">http://www.altreconomia.it/site/fr_contenuto_detail.php?intId=2168</a></span></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><a href="http://www.presadiretta.rai.it/dl/portali/site/articolo/ContentItem-304de3ed-bbd9-4afb-bd57-da84637dde70.html?homepage">http://www.presadiretta.rai.it/dl/portali/site/articolo/ContentItem-304de3ed-bbd9-4afb-bd57-da84637dde70.html?homepage</a></div>Matteohttp://www.blogger.com/profile/12314103862311165371noreply@blogger.com16