mercoledì 19 maggio 2010

La storia di Niki

Avevo pensato di scrivere un nuovo post sulla vicenda, ma dato che in rete si trovano diversi resoconti scrupolosi e che non avrei potuto aggiungere nessun altro elemento a quelli già forniti da blogs e siti, mi limito a riportare ciò che è stato detto, cercando, molto modestamente, di mettere un po' d'ordine e di offrire un quadro il più possibile completo dell'intera vicenda citando i links che ritengo maggiormente interessanti
Il caso, come molti sapranno, e come purtroppo avviene molto spesso in queste situazioni, è stato archiviato, ma ciò ovviamente non deve esimerci dalla ricerca della verità e dalla divulgazione di una notizia tanto scioccante quanto sottovalutata dai media tradizionali.



"Anche ad Avezzano il terremoto ha fatto i suoi danni e portato terrore. "Molta gente dorme ancora nelle macchine. Siamo sempre in stato di allarme. Soprattutto perchè ognuno di noi ha parenti, amici, colleghi che vivono a L'Aquila", racconta Ornella Gemini.
Il suo pensiero, come quello di tutti, è per chi è vivo: " il dramma vero è vissuto da coloro che hanno perso tutte quelle cose a cui non si pensa mai, perchè le diamo per scontate".
La mente di Ornella, però, corre ogni notte a casa di quelle madri che hanno perso un figlio nella Casa dello Studente. Perchè sà cosa vi troverebbe:"una mamma seduta in un angolo di divano che non riesce a dormire anche se imbottita di psicofarmaci. Sta lì, raggomitolata su se stessa, piange disperatamente il mondo che aveva tra le mani e il vuoto attuale".
Ornella suo figlio lo ha perso il 24 Giugno scorso, " nel carcere di Sollicciano, impiccato nel bagno".
Niki Aprile Gatti aveva solo ventisei anni. Da un anno e mezzo viveva a San Marino dove lavorava come informatico per un gruppo di aziende oggetto di un'inchiesta per truffa telefonica e frode informatica del Magistrato fiorentino Paolo Canessa.
Le Società incriminate sono la Oscorp Spa, Orange, OT&T e TMS, tutte residenti a San Marino, la Fly Net di Piero Mancini, Presidente dell'Arezzo Calcio, piu' altre Società con sede a Londra. "Niki era un genio del computer, purtoppo capitato nelle mani di una serie di criminali" spiega Ornella.
" Alle 13,25 di quel 24 Giugno mi arriva una telefonata sul cellulare - racconta - qualcuno, con un tono freddo, mi chiede di parlare con la mamma di Aprile Gatti Niki.
Sono io, rispondo ". Dal telefono, senza il minimo tatto, le viene allora riferito che dall'altra parte "e' in linea il carcere di Sollicciano, una brutta notizia: Suo figlio si è suicidato".
Il giorno prima del sisma che ha distrutto L'Aquila, Ornella aveva scritto una lettera al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, chiedendo Giustizia.
Perchè" mio figlio non si è suicidato. E questo non è l'ultimo appello di una madre disperata ma la realtà, e i fatti lo dimostrano. Per questo motivo qualcuno si sta affrettando perchè il caso venga archiviato. Ma io non lo permetterò ".
La mattina del 19 Giugno Niki viene chiamato dalla madre del suo socio che lo avvisa dell'arresto del figlio la sera precedente e lo prega di recarsi a Cattolica presso lo studio dell' Avv. Marcolini, il legale della Oscorp, la ditta per cui entrambi lavorano, per avere notizie.
Ma quando esce dal portone dello studio, anche Niki viene arrestato.
Prima domanda:"vi sembra il comportamento di una persona che temeva di finire in prigione?". Seconda domanda:" se davvero avesse fatto qualcosa, perchè non è scappato invece di recarsi nella "tana del lupo" ???? ".
Ornella viene a sapere dell'arresto del figlio alle 14,30.
Cerca di contattare qualcuno a San Marino ma non riceve risposta. "Chiamo anche il miglior amico di Niki per avere i riferimenti dell'Avvocato aziendale e raggiungo al telefono l'Avv. Marcolini, il quale mi sconsiglia di recarmi a Rimini, dove era stato portato mio figlio insieme al titolare della Oscorp e ad altre 17 persone, anche loro arrestate lo stesso giorno".
" E' inutile che si rechi lì- mi dice - perchè si trova in isolamento e lo sarà per tre giorni, quindi non avrei potuto vederlo".
Niki però nel carcere di Rimini non ci ha mai messo piede: " ma di questo vengo a conoscenza solo quando mi hanno riconsegnato, a Settembre, la documentazione del carcere".
Niki, quindi è stato l'unico degli arrestati ad essere portato direttamente nel penitenziario di Sollicciano, carcere "duro" di Firenze, e sarà l'unico degli incriminati a non avvalersi della facoltà di non rispondere davanti ai PM.
Intanto iniziano strani movimenti. "Gente che ad Avezzano inizia a partire per San Marino, continue telefonate che mi "consigliano" di cambiare avvocato. Ma io decido di tenere quello aziendale, convinta che ne sapesse di più di qualunque altro legale sulle attività che mio figlio svolgeva per conto della Oscorp".
Alle 20.58 del 20 Giugno, però, qualcuno invia un telegramma non firmato a Niki dalla sua stessa abitazione a San Marino: "Devi nominare l'Avv. Umberto Guerini"
del foro di Bologna.
Niki riceve il telegramma solo il 21 Giugno dopo tre giorni di Isolamento, e ovviamente si fida del consiglio.
Terza domanda: " Chi ha inviato quel telegramma?".
Lunedì 23 giugno Ornella e suo marito partono alla volta del Tribunale di Firenze, dove hanno appuntamento con l'Avv. Marcolini, ancora inconsapevole di essere stato destituito.
"Arriviamo proprio mentre giunge il blindato della Polizia Penitenziaria- racconta Ornella- che tra le sbarre riesco a intravedere Niki".
Intanto arriva l'avv. Marcolini, in leggero ritardo, e sale verso l'aula. Pochi minuti "ed eccolo tornare indietro. Mi chiama da parte e mi riferisce che Niki stava già parlando con il PM delle indagine, ma con un altro Legale".
Solo in quel momento, direttamente al Tribunale di Firenze, Marcolini viene a sapere di essere stato ricusato.
Domanda 4,5 e 6 : " E ora? Chi è questo nuovo Avvocato? Che faccio adesso?".
Dopo 4 ore di interrogatorio Niki esce: " vede il blindato che fa manovra per riprenderlo. Gli corro dietro. Voglio, Devo vederlo. Voglio solo dirgli che insieme saremo usciti da questo Incubo, che ce l'avremo fatta".
Gli Agenti, però, la allontanano. "Deve stare ad almeno 20 metri di distanza o arrestiamo anche lei!!", Le Urlano.
Ornella vede uscire il nuovo Avvocato, una donna che lavora per lo Studio Guerini, "le corro incontro e le chiedo aiuto. Devo vedere Niki, anche in sua presenza, ma lei mi risponde che avrei dovuto attendere le 48 ore successive all'interrogatorio". Ornella torna ad Avezzano. Ma dopo solo 20 ore la "telefonata".
" E FINISCE TUTTO".
Suicidio. Dicono.Durante l'ora d'aria, in bagno.
E' strano, però, che un ragazzo di 26 anni, incriminato "solo" per truffa informatica, che decide di collaborare con la Giustizia, decida di darsi la morte.
Certo, per il Garante dei detenuti della Regione Toscana, Franco Corleone, Niki "forse si era scoraggiato pensando a una lunga detenzione e poi ......aveva cambiato avvocato, altro segnale di inquietitudine" dichiarò a La Repubblica il 25 Giugno. " Hanno anche usato il fatto che Niki è stato costretto a cambiare legale per dimostrare la sua debolezza", denuncia Ornella.
Intanto suo marito e il cognato partono alla volta di San Marino per chiedere al padrone di casa di Niki un paio di mesi di tempo per svuotare l'appartamento.
Ma appena il proprietario di casa apre la porta, regolarmente chiusa, i tre vedono che all'interno non c'è più NULLA: nessun vestito, nessun effetto personale e, soprattutto, niente PC. " neanche una maglietta da abbracciare la notte per sentire l'odore di mio figlio".
Domanda 7 : " A chi interessava ripulire l'appartamento?"
Intanto trascorrono 90 giorni e il PM che si occupa dell'ipotesi di suicidio di Niki, Archivia il caso.
Allora Ornella parte alla volta di Firenze per ritirare la documentazione del carcere.
Nel verbale si legge la testimonianza di un Agente secondo cui, lui e Niki alle ore 10 del 24 Giugno stavano parlando del processo. Ma l'Autopsia riporta proprio alle 10 del 24 Giugno il momento del decesso.
solo questo, di per sè, dovrebbe vietare l'archiviazione del caso.
Domanda 8 : " Dove hanno parlato Niki e l'Agente, visto che nel verbale non è riportato?"
Domanda 9: "A che ora si sarebbe suicidato Niki???"
Come se non bastasse, nell'autopsia si legge che l'impiccaggione è avvenuta con dei lacci e dei jeans tagliati, "evidentemente inidonei a sostenere un corpo di 92 kg".
Nel bagno inoltre "non c'è altezza sufficiente fra i jeans appesi e il pavimento".
Domanda 10 "Come è possibile per un detenuto avere con sè in carcere dei lacci?"
Ornella ha però trovato il coraggio di guardare anche le foto di suo figlio senza vita e immediatamente ha constato come Niki fosse "in pigiama", pur avendo con se due paia di Jeans e non solo quelli con cui avrebbe commesso il gesto."
Ma la cosa che fa aumentare i dubbi è il fatto che Niki si sia suicidato durante l'ora d'aria "e nessuno esce mai in pigiama all'ora d'aria".
Non solo: al momento dell'autopsia, il Dott. Giuseppe Fortuni, perito di parte degli agenti incriminati nel caso Aldovrandi e in quello Bianzino, nella rappresentazione suicidaria, ha parlato di un segno di circa 6-7 centimetri lasciato dal cavallo dei jeans sul collo ma "il 24 settembre, dalle foto inserite nella documentazione, vedo che non c'è nessuna striscia di quelle dimensioni, ma SOLO il segno di un laccio".
Il 17 Ottobre arriverà anche la consulenza tecnica medico/legale di questo Dottore e ...... della striscia di 6/7 centimetri, nessuna traccia.
" E sì .... il Dottore si è confuso" mi risponderanno dallo Studio dell'Avv. Guerini, "oggi Amministratore della Sofisa", Società finanziaria San Marinese dove Niki faceva il Consulente.*

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Ci sono da fare delle rettifiche che denotano l'assenza di documentazione ufficiale che abbiamo solo noi e i nostri Avvocati:
-Nel telegramma l'Ordine dato a Niki è di nominare l'Avv. Giuseppina Morelli del foro di Bologna, che fa parte dello Studio Guerini, non di nominare l'Avv.Umberto Guerini, che comunque subito mi affiancherà insieme all'Avv.Morelli.
- il Prof. Avv. Umberto Guerini non è Amministratore della Sofisa, ma bensì Presidente.
Sarà mia cura scrivere alla Redazione oggi stesso, per far operare le rettifiche descritte.

Lei, Prof. Avv. Umberto Guerini, una volta mi disse che aveva un figlio dell'età di Niki,quindi spero, a maggior ragione, Lei possa capire, quanto bisogno possa avere una famiglia di Verità e di Giustizia, in un quadro tanto inquietante e assurdo, quanto quello sopra descritto". (Fonte)


* Da Liberazione, 28 aprile 2009, nota mia



Links:

Cosa c'è dietro la vicenda di Niki lo trovate qui:
http://www.alla-fonte.it/joomla/index.php?option=com_content&task=view&id=142&Itemid=27

Dal blog dell'Incarcerato, dove si trova una lunga serie di post sul fatto a cominciare da questo:
http://incarcerato.blogspot.com/2008/10/la-vita-spezzata-di-un-ragazzo.html

Immancabile, il blog di Ornella Gemini, madre di Niki, che segue tutti gli sviluppi del caso:
http://nikiaprilegatti.blogspot.com/

domenica 9 maggio 2010

Uno spettro si aggira per l'Europa

Ma questa volta non è lo spettro del comunismo, bensì quello del Capitale globale.
Abbiamo già visto il disastro sociale greco, causato dai tagli ingentissimi alla spesa pubblica e agli stipendi operata da parte del governo ellenico.
Una situazione, ci hanno raccontato, che andrebbe addebitata alla cattiva gestione dei greci della propria finanza pubblica e alla corruzione del paese.
Ci hanno raccontato che il debito pubblico della Grecia non va bene.
Quello che non ci hanno raccontato è che esistono paesi che si trovano in condizioni simili se non peggiori a quelle della penisola dell'Egeo per quanto riguarda il debito pubblico.
A parte l'Italia, che ha un debito superiore a quello della Grecia (e a cui presto potrebbe toccare lo stesso destino) esiste un paese con un debito altissimo, il Giappone, che supera il 300 per cento del Pil, secondo solo a quello dello Zimbabwe, una cifra che in Italia e in Europa sarebbe più che sufficiente per far gelare il sangue agli economisti e ai politici.
Gli Stati Uniti, che adesso sembrano tanto interessati a ripianare i debiti altrui, hanno un debito di 35 mila miliardi di dollari che cresce a un ritmo vertiginoso. Gli Usa sono sempre stati un paese tradizionalmente poco attento alla tenuta del debito, lasciando le cinghie sempre abbastanza larghe - il che ha consentito anche all'economia americana di crescere - contrariamente a quanto avviene in Europa, almeno dai tempi dell'ossessione di Maastricht e dei grilli parlanti (anzi del gatto e della volpe) dei conti pubblici in Italia rappresentati dai Ciampi e dai Prodi.
La stessa Italia, prima della “febbre dell'euro” e dell'inizio del progetto di una moneta unica, quindi dell'inizio di tutti quei vincoli alla finanza pubblica che hanno ridotto la sovranità degli stati membri, era una paese con un debito molto poco controllato e nonostante questo si può dire che l'economia della nostra penisola andasse molto meglio di oggi.
Leggete questo articolo interessantissimo di Paolo Barnard che ci spiega come l'adesione alla moneta unica abbia portato alla crisi greca e all'eventualità di una crisi anche per gli altri paesi europei. Il punto è che noi abbiamo una moneta che non possiamo regolare, perché l'euro non è emesso da alcuno stato. Prima dell'euro ogni stato aveva sovranità sulla propria moneta, che poteva decidere anche di svalutare quando ne aveva bisogno (operazione che come è noto ha sempre favorito l'esportazione dei prodotti italiani). Così per pagare il proprio debito gli stati europei potevano fare quello che fanno americani e giapponesi: stampare moneta.
Adesso però non possono più, perché nessuno di loro controlla l'euro. Per la prima volta usiamo una moneta su cui non abbiamo nessuna sovranità.
Di conseguenza, poiché i paesi dell'euro sono tutti vincolati a un'unica moneta, se uno di loro si trova in difficoltà a gestire il proprio debito, la situazione finisce per provocare danni anche a tutti quanti gli altri, anche di quelli che non hanno un debito particolarmente elevato.
Esistono due paesi chiave in questo quadro: l'Italia e il Portogallo. Della prima si sa. Del secondo è stato detto di tutto. Si è puntato il dito contro i portoghesi esattamente come un anno fa si era fatto con i greci, e così come con questi ultimi le agenzie di rating hanno iniziato la loro solita operazione di terrorismo psico-finanziario, minacciando di declassare la stima sul debito.
Eppure il Portogallo ha un debito per nulla eccessivo, inferiore a quello di Germania e Francia e di poco superiore a quello del Canada.
Sicuramente, quindi, gran parte dell'opera la fanno gli speculatori e le agenzie di rating che decidono molto spesso arbitrariamente quando un paese è in crisi e quando non lo è.
Il fatto però è che se gli investitori vengono spaventati in modo da causare un collasso dell'economia e se il Portogallo non riesce più a pagare i suoi debiti questo si ripercuoterà sull'Europa tutta.
Da una parte abbiamo quindi l'Italia, che ha un debito superiore a quello greco, e dall'altra il Portogallo. Per la prima, è grande il pericolo di trascinarsi dietro la Francia, che avrebbe 511 miliardi del debito italiano, pari al 20 % del Pil francese, per il secondo, invece esiste l'eventualità che possa contagiare la Spagna, per la stessa ragione. Un crollo della Spagna, poi significherebbe un grande danno anche per la Germania.
Una volta, venute meno, quindi Francia e Germania, le economie trainanti del continente, si può dire che tutta quanta l'Europa sarebbe coinvolta nella crisi.
Una situazione del genere, ovviamente, allargherebbe a tutta l'Europa le misure di contenimento della spesa e la macelleria sociale conseguente che vengono attuate adesso in Grecia. Quindi privatizzazioni, taglio degli stipendi, dei salari e delle pensioni, in sostanza ciò che vuole l'elite economico-finanziaria. Ma avrebbe l'altra conseguenza di demolire ciò che rimane della sovranità degli stati nazionali del nostro continente, che si troverebbero ostaggi del Fondo Monetario Internazionale e della BCE. Questo teatrino degli aiuti alla Grecia, che poi non sono aiuti, ma prestiti, che è stata messo su, punta dritto verso questo scenario. A prima vista sembrerebbe non esserci molta logica: prestare alla Grecia a un tasso elevato per permetterle di far fronte ai debiti, cioè, in sostanza, non si fa che sostituire dei debiti attuali con debiti ancora maggiori.
Ma questo rientra perfettamente nella politica di “aiuti” che il Fondo Monetario attua da parecchi decenni, sopratutto con i paesi del Terzo Mondo (e ormai non solo quelli), ricattandoli costantemente.
La direzione intrapresa, quindi, ci porta dritti verso la realizzazione di quel progetto eversivo volto a scardinare le attuali istituzioni politiche per creare un “Nuovo Ordine Mondiale” di cui parlammo già qui, dove gli stati non hanno alcuna voce in capitolo e tutto viene deciso dai vertici del capitalismo mondiale.
Esiste un'alternativa a questo scenario? A mio modo di vedere l'unica è quella di seguire l'esempio del popolo greco e ribellarsi a tutto questo, anche a costo di mettere a ferro e fuoco mezza Europa, se necessario.


Fonti:




martedì 4 maggio 2010

Ipazia, un'eroina del libero pensiero

Il film Agora di Alejandro Amenabar, in questi giorni nelle sale, rende giustizia a un figura femminile vittima del fanatismo religioso. Ipazia (370 – 415 d. C.) filosofa e scienziata di straordinaria intelligenza e di leggendaria bellezza, una personalità di primo piano nella cultura dell'epoca.
Filosofa di scuola neoplatonica godeva di grande stima e rispetto presso il mondo accademico e politico del IV e V secolo d. C. Non si hanno fonti dirette, ma secondo diverse testimonianze avrebbe avuto il merito di diversi progressi in astronomia tra cui l'invenzione dell'astrolabio.
Nel film Ipazia, interpretata dall'ottima Rachel Weisz, arriva addirittura a concepire non solo l'eliocentrismo e la centralità del Sole rispetto alla terra, teoria per la prima volta avanzata da Aristarco di Samo, astronomo greco del IV e III secolo a. C., ma perfino l'orbita ellittica della Terra, che sarebbe poi stata formalizzata da Giovanni Keplero soltanto nel 1609.
Quel che è certo è che la studiosa alessandrina diede un'importante contributo allo studio dei moti astrali. Figlia del matematico Teone seguì le orme paterne, ma allargò i suoi interessi oltre che alla scienza anche alla filosofia, tanto che Socrate Scolastico ce la presenta come l'unica erede di Plotino.
La vicenda storica si colloca ad Alessandria d'Egitto, città cosmopolita e di grande vivacità culturale da quando Tolomeo (IV secolo a. C.) sovrano d'Egitto e successore di Alessandro il Grande aveva fatto costruire il Museo e la Biblioteca, fari del sapere per secoli.
Con l'avvento del Cristianesimo (l'imperatore Teodosio nel 391 e 392 sancì l'ufficialità della religione cristiana e la proibizione di ogni culto pagano) la situazione di Alessandria cambiò; con la feroce politica del vescovo Teofilo i templi pagani vennero distrutti o trasformati in chiese e i pagani perseguitati.
Nel pieno della crisi del Paganesimo e dell'affermazione di un Cristianesimo violento e oscurantista, che vede le scienze degli elleni come una minaccia e un'eresia – i cristiani distrussero la grande Biblioteca, si salvarono solo poche opere – la figura di Ipazia emerge in tutto il suo splendore e se ne comprende tutto il fascino che esercitò tanto sui suoi contemporanei quanto su molti pensatori e storici successivi. Distante, non solo dal cristianesimo, ma anche dal paganesimo più misticheggiante, fu una guida indiscussa sia in campo scientifico e filosofico che politico, esercitando grande influenza sul prefetto di Alessandria, Oreste.
Quando a Teofilo successe Cirillo gli eventi precipitarono, quest'ultimo fu responsabile di una feroce campagna contro i pagani e gli ebrei e di quest'ultimi ordinò persino la cacciata dalla città. Con le sue “ronde” (i parabolani, monaci cristiani che si occupavano di sorvegliare la città) seminava distruzione tra tutti coloro che non fossero considerati cristiani abbastanza convinti.
C'è da immaginare sotto quale luce doveva essere vista Ipazia, scienziata, pagana e per di più donna.
I seguaci di una religione che predicava l'inferiorità della donna (Paolo di Tarso comandava la sottomissione del genere femminile e la proibizione per le donne di insegnare agli uomini) sicuramente non dovevano prendere in simpatia una donna che parlava liberamente di filosofia nelle piazze e che insegnava ai propri discepoli l'astronomia e la matematica, che si prendeva la libertà di intervenire nelle assemblee politiche (e il suo parere veniva preso sempre in seria considerazione) e che per di più non aveva mai accettato il cristianesimo.
Cirillo non aveva certo scrupolo di intervenire nelle questione amministrative dell'impero, nonostante ciò non gli competesse affatto; uno dei tanti esempi, questo, dell'ingerenza che la Chiesa ha sempre esercitato nelle questioni politiche e ciò ovviamente doveva causare una disputa con il prefetto Oreste. Questi venne preso di mira dai parabolani, uno dei quali lo ferì alla testa con un sasso. Le guardie imperiali catturarono il responsabile, un certo Ammonio, e lo uccisero. Cirillo, per tutta risposta dichiarò Ammonio martire della fede cristiana.
Ma l'odio dei parabolani e le mire del vescovo Cirillo non erano certo svaniti e la vittima designata fu Ipazia, accusata di aver “stregato” Oreste e di essere la causa dei suoi litigi col vescovo. La donna venne catturata dai parabolani e brutalmente assassinata. Così lo storico Socrate Scolastico descrive il misfatto: “Tiratala giù dal carro, la trascinarono fino alla chiesa che prendeva il nome da Cesario; qui, strappatale la veste, la uccisero usando dei cocci. Dopo che l'ebbero fatta a pezzi membro a membro, trasportati i brandelli del suo corpo nel cosiddetto Cinerone, cancellarono ogni traccia bruciandoli”.
Il filosofo Damascio accusò ancor più esplicitamente Cirillo di aver organizzato la cattura l'uccisione di Ipazia.
Venne aperta un'inchiesta sull'accaduto, presto insabbiata, per la vicinanza della reggente dell'Impero Romano d'Oriente, Pulcheria, alle posizioni di Cirillo.
Cirillo venne proclamato santo dalla Chiesa cattolica.

sabato 1 maggio 2010

Come nacque la Festa dei Lavoratori

La festa del primo maggio è legata strettamente alle lotte operaie e alla conquista dell'orario di lavoro di otto ore.
La sua prima comparsa si ha nel 1882 a New York a seguito di una manifestazione organizzata dai Cavalieri del Lavoro, un'organizzazione sindacale.
Ma l'evento che sarà destinato a legare questa ricorrenza alla storia del movimento operaio di tutti i tempi e di tutti i paesi è la cosiddetta rivolta di Haymarket.
Il primo maggio 1886 venne organizzata una giornata di sciopero a Chicago. La polizia attaccò deliberatamente i manifestanti e provocò la morte di due di loro. Questo scatenò la protesta operaia che proseguì fino al 4 maggio, con un presidio ad Haymarket Square. La manifestazione si svolgeva pacificamente quando la polizia iniziò inspiegabilmente a disperdere la folla. A questo punto una bomba venne lanciata contro un poliziotto uccidendolo. La polizia sparò sulla folla uccidendo undici persone.
A seguito di questo fatto ci fu un processo in cui otto anarchici risultavano accusati di aver istigato il lancio della bomba. Nonostante la mancanza di prove gli imputati furono condannati a morte tranne tre di loro la cui condanna fu comminata all'ergastolo e in seguito graziati.
Da allora con la condanna di cinque innocenti il primo maggio diventerà una ricorrenza internazionale per tutti i lavoratori.
In Europa esso fu riconosciuto dalla Seconda Internazionale dopo il Congresso di Parigi del 1889.
In Italia la festa fu soppressa durante il fascismo e venne ripristinata nel 1945.
Il Partito Operaio italiano diffuse questa ricorrenza nel 1890 con un manifesto:

Colla giornata di 8 ore di lavoro aumenterà il bisogno di lavoratori, e molti, che oggi sono condannati alla disoccupazione, troveranno il desiderato lavoro. Colla giornata di 8 ore di lavoro, aumentati i lavoratori, sarà aumentato il numero dei consumatori. Consumo aumentato vuol dire aumentata la domanda dei prodotti e conseguentemente aumentata la richiesta di operai che lavorano e producono. Colla giornata di 8 ore di lavoro, aumentata la richiesta di operai, i salari aumenteranno essi pure. Colla giornata di 8 ore di lavoro avremo 8 ore per il riposo e 8 ore per l'istruzione, educazione e ricreazione. Colla giornata di 8 ore di lavoro la nostra salute sarà meglio garantita e la nostra vita sarà prolungata. Colla giornata di 8 ore di lavoro la famiglia dell'operaio funzionerà secondo le leggi naturali degli affetti e secondo i fini che la famiglia deve avere nel mondo. Colla giornata di 8 ore di lavoro i nostri figli troveranno nell'amore della propria madre e negli insegnamenti della scuola la sicura preparazione di un avvenire degno dell'uomo. Colla giornata di 8 ore di lavoro gli operai cesseranno di essere strumenti in completa balìa d'altrui e cominceranno veramente a sentirsi uomini e a valere come tali. Compagni e compagne! La rivendicazione delle 8 ore di lavoro, conquistata con la nostra intelligenza, colla nostra costanza, colle nostre forze e virtù, sarà la prova più grande e indiscutibile che siamo degni di quella completa emancipazione che è la meta di tutti i nostri desideri.


Buon Primo Maggio a tutti!